Redazione

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Le nuove regole valgono solo per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato. Il Governo rinuncia alla vacatio legis per accelerare i tempi di entrata in vigore delle norme.

Kamsin In Commissione Lavoro ha retto l'accordo raggiunto all'interno del Pd sulla riforma del mercato del lavoro. Sarà esclusa per i licenziamenti economici la possibilità di reintegra sul posto di lavoro, verrà sostituita da un indennizzo certo e crescente con le anzianità di servizio. La reintegra resta per i licenziamenti nulli e discriminatori nonchè specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare con tempi, però, certi per impugnare.

La formulazione è ancora vaga, perché il Jobs act è un disegno di legge delega e quindi fissa solo i principi generali che saranno poi dettagliati dalle norme attuative ma in ogni caso il reintegro nel posto di lavoro resterà per i licenziamenti nulli e discriminatori, cioè quelli basati sul credo politico o religioso. Mentre sarà cancellato per i licenziamenti economici, legati all’andamento dell’azienda, per i quali ci sarà solo un «indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio»; resterà il reintegro per «specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato». I casi concreti verranno indicati nel primo decreto attuativo, quello sul contratto unico a tutele crescenti che il governo vuole emanare il giorno stesso dell’entrata in vigore della delega, cancellando per di più i 15 giorni di vacatio legis che di solito passano tra la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e l’entrata in vigore.

I nuovi indennizzi - Per quanto riguarda l'impugnazione del licenziamento economico, secondo i piani del Governo, viene previsto un indennizzo pari a 1,5 mensilità per ogni anno di lavoro del dipendente, con un tetto massimo di 36 mensilità. In caso, invece, di accordo tra le parti l'indennizzo non sarà superiore ad una mensilità per ogni anno di lavoro fino a un massimo di 24 mesi. Le nuove regole si applicheranno, com'è noto, solo ai lavoratori assunti dal prossimo anno. In caso di impugnazione inoltre le nuove regole prevedono tempi certi è più brevi di quelli attuali.

Le altre modifiche - Tra gli altri emendamenti che sono stati formulati dal governo, c'è la specificazione che i controlli a distanza saranno circoscritti ai soli impianti e agli strumenti di lavoro. Un altro emendamento, riformulato dal governo, chiarisce che le collaborazioni coordinate e continuative "sono una forma contrattuale che resterà in vigore fino al suo esaurimento".

Novità anche per la cassa integrazione: l'emendamento riformulato dal governo chiarisce che la norma che vieta la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività aziendale o di un ramo si applica alle sole cessazioni definitive. Pertanto, se è possibile la prosecuzione dell'attività aziendale, l'erogazione non sarà arrestata. 

Zedde

La Minoranza del Partito democratico propoone per i lavoratori autonomi, titolari di posizione Iva e iscritti alla gestione separata Inps, di cancellare l’aumento di contribuzione previdenziale dal vigente 27 al 33%.

Kamsin La minoranza Dem ha presentato ieri otto emendamenti alla manovra "per aiutare il premier a risolvere i drammatici problemi del Paese". E' quanto hanno assicurato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri alla Camera Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Pippo Civati, Margherita Miotto e lo stesso Fassina, primo firmatario delle proposte di modifica. Le firme sono già una trentina e altre, sperano i promotori, arriveranno.

Tra i piu' contestati ci sono due emendamenti sul bonus bebè e sul bonus Irpef. L'idea di Fassina è di utilizzare l'ISEE (Indicatore situazione economica equivalente) per ridefinire l'attribuzione degli 80 euro tenendo conto della "composizione del nucleo famigliare e di eventuali altri redditi. Il limite di 'reddito Isee' viene fissato a 15.000 euro". Si prevede inoltre la "ristrutturazione" del bonus bebè per concentrarlo anch'esso sui nuclei familiari fino a 15.000 euro di “reddito Isee”. Con i criteri proposti dalle minoranze dem le risorse recuperate consentono, ad esempio, di aiutare una famiglia monoreddito con due figli con un imponibile di 39.900 euro; oppure una famiglia con tutti e due i genitori lavoratori con un reddito complessivo di 50.250 euro con tre figli di cui uno da 0 a 3 anni.

Un terzo emendamento prevede che la decontribuzione per i contratti a tempo indeterminato riguardi solo quelli addizionali rispetto a quelli già esistenti: le risorse recuperate finanzierebbero la riforma degli ammortizzatori sociali. Per i lavoratori autonomi, titolari di posizione Iva e iscritti alla gestione separata Inps, viene cancellato l’aumento di contribuzione previdenziale dal vigente 27 al 33%. Le misure per la produttività e il sostegno alle micro e piccole imprese passa attraverso la ristrutturazione dello sgravio Irap. Infine parte dei proventi delle privatizzazioni viene dirottata in un fondo per la sicurezza del territorio e contro il dissesto idrogeologico. Oggi il governo dovrebbe

L’obiettivo dichiarato è cambiare verso alla politica economica del governo, ma l’operazione ha anche uno scopo politico: è la prima mossa dell’ala sinistra del Pd per provare a saldare le varie anime dell’opposizione in un fronte dei «non renziani». D’Attorre parla di «convergenza in chiave positiva, per costruire un’area di sinistra». Civati assicura che «non è un complotto». E Fassina dichiara «guerra alla povertà, alla recessione e alla precarietà, non al governo».

Le proposte di modifica 'per' e non 'contro' hanno puntualizzato Fassina e Cuperlo, che non sono un tentativo di "sabotare" la manovra economica del governo, tanto è vero che si muovono nel perimetro di misure elaborate dal Mef, correggendole in modo che, ad esempio, si possa allargare la platea dei beneficiari del bonus bebè e dei destinatari degli 80 euro. "Questo è il nostro governo - ha detto Gianni Cuperlo, respingendo le illazioni su un'azione di disturbo della minoranza nei riguardi di Renz i- non stiamo all'opposizione. Siamo un pezzo della maggioranza che sta dentro il Pd e cerca di mettere in campo delle proposte che rendano più redistributiva e espansiva la manovra economica, ma rimanendo nel perimetro stabilito dal governo".

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Non è passato l'emendamento a firma del M5S che chiedeva l'innalzamento delle pensioni minime a 600 euro al mese mediante il dimezzamento del bonus sugli 80 euro.

Kamsin Con le prime votazioni al ddl di stabilità che si sono svolte oggi in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati qualche punto fermo, sul nuovo provvedimento, inizia ad intravedersi. Sul piano di assunzioni previste dalla Buona Scuola la Commissione ha allargato le immissioni in ruolo, da attuare entro settembre 2015, anche ai dirigenti scolastici e al personale amministrativo, tecnico e ausiliario: l’emendamento, riformulato, a prima firma dell’onorevole Maria Coscia (Pd), prevede infatti che la stabilizzazione non sia più limitata ai docenti ma anche ai dirigenti. C'è poi la conferma del piano straordinario di assunzioni per la stabilizzazione dei precari che dovrà essere avviato dal prossimo anno.

Domani e dopodomani le votazioni entreranno nel vivo
Domani e dopodomani la Commissione Bilancio proseguirà nella votazione degli emendamenti "segnalati". Tra le proposte che dovrebbero essere accolte dal Governo c'è la revisione del taglio ai Patronati (che dovrebbe essere più contenuto, non più di 150 milioni ma ridotto a soli 40-50 milioni di euro), l'aumento dei fondi per i malati di Sla (si passerebbe da 250 milioni a 400 milioni, 50 in più di quanto stanziato lo scorso anno), la revisione della tassazione dei fondi per la previdenza complementare e quelli per le Casse Professionali. Oggi non è passato, invece, l'emendamento a firma del M5S che chiedeva l'innalzamento delle pensioni minime a 600 euro al mese mediante il dimezzamento del bonus degli 80 euro. L'esito era tuttavia scontato.

Il Governo, inoltre, potrebbe presentare specifici emendamenti per l'inserimento nella bolletta elettrica del canone Rai chiesto dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli; la revisione del regime dei "minimi", con la tassazione flat per le partite Iva ridotta dal 15 al 10 per cento e contestuale innalzamento da 15 mila a 30 mila del reddito entro il quale sarebbe consentito ottenere la facilitazione.

Local Tax - Altre modifiche, invece, saranno rimandate al passaggio in Senato della manovra di bilancio. A cominciare da quella che forse è la norma più attesa, l'accorpamento della Tasi e dell'Imu nella cd. Local tax. Il disegno della nuova tassazione sugli immobili è ormai abbastanza definito anche se si lavora alle ultime limature: l'aliquota base sulle prime case sarà del 2,5 per mille con un tetto al 5 per mille e una detrazione fissa di 100 euro. Per le seconde case, invece, il prelievo andrà dall'8,5 per mille fino ad un massimo del 12 per mille.

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La Riforma Fornero del 2011 è tra le peggiori che siano state mai concepite. Se il Governo non modificherà la legge gli iscritti Cisl sono liberi di andare a votare come meglio credono.

Kamsin "L'ipotesi del referendum contro la legge Fornero sulle pensioni scuote pesantemente il governo perche' non c'e' bisogno di fare una consultazione popolare per modificare la legge". Lo ha detto a Treviso Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, parlando dell'iniziativa della Lega Nord. La riforma Fornero, ha spiegato, "e' una fra le peggiori che siano state concepite", eppure, ha osservato Furlan, "e' oggi ritenuta dal governo meno importante di altre urgenze come la riforma elettorale".

Qualora il Governo non modificasse la legge e, quindi, si procedesse col voto, "ogni cittadino e ogni iscritto alla Cisl e' libero di andare a votare come meglio crede", ha aggiunto Furlan. "Qualsiasi italiano credo abbia sperato che Renzi cambiasse le cose. In parte alcune azioni sono state fatte, in parte si stanno iniziando ad avere alcuni spiragli di luce. In parte, pero', sono da fare - e' stata la conclusione di Furlan - e Renzi deve sbrigarsi a farle. 

Intanto da oggi sono iniziati i primi voti in Commissione Bilancio a Montecitorio sulla legge di stabilità. Si è partiti con gli emendamenti sulla “buona scuola” e con la conferma del piano straordinario di assunzioni per la stabilizzazione dei precari, a cui si è aggiunto un programma di formazione esteso anche ai dirigenti scolastici. Allo stesso tempo si lavora a modificare al ribasso il prelievo sui fondi pensione, portandolo dall’attuale 20% indicato nel ddl al 15 o al 17%. Nel menù anche la riduzione del prelievo sulle Casse privatizzate, l’ampliamento della platea al bonus bebè e il dimezzamento del taglio da 150 milioni ai patronati. Tra domani e dopomani saranno posti in votazione anche gli altri emendamenti in materia previdenziale presentati dalle forze politiche

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Ci sara' soltanto un indennizzo economico per i lavoratori licenziati ingiustamente per motivi economici. E' quanto prevede l'emendamento del governo al jobs act che esclude "per i licenziamenti economici la possibilita' della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianita' di servizio". Kamsin L'emendamento al comma 7 del ddl delega sul lavoro, quello che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, prevede infatti "il reintegro per specifici casi di licenziamento disciplinare ingiustificato".

L'emendamento esclude "per i licenziamenti economici la possibilita' della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianita' di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato".

L'elencazione delle fattispecie, frutto dell'accordo raggiunto con la minoranza Dem, sarà prevista all'interno di un decreto delegato che il Governo si è impegnato ad approvare entro il 1° Gennaio 2015 una volta convertito in legge il ddl delega.

La modifica sembra trovare d'accordo anche Ncd: "Siamo vicinissimi ad un accordo con il Pd sul lavoro" ha detto Angelino Alfano ai microfoni di Agora', su RaiTre. Il leader Ncd ha spiegato di aver sentito telefonicamente nella notte "il senatore Maurizio Sacconi e credo che ci siamo". Le parole di Angelino Alfano e Maurizio Sacconi sembrano quindi stemperare le tensioni. Sul Jobs act, ha invece detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, "la determinazione del governo e del presidente del Consiglio ad andare avanti e' assolutamente ferrea". 

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