Redazione

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La Commissione bilancio del Senato ferma le modifiche proposte al disegno di legge di conversione del decreto casa.

Dopo alcuni giorni di lavoro è arrivato lo stop della Commissione bilancio del Senato per problemi di copertura al piano casa. In bilico ci sono questioni delicate come l'ampliamento delle agevolazioni fiscali in favore degli inquilini  a basso reddito e l'eliminazione del tetto a 10.000 euro per il bonus mobili.

Tutto torna dunque nelle mani del Governo che dovrà decidere se esistono effettivamente spazi di manovra per accogliere le modifiche eventualmente individuando altre coperture. Il via libera dell'Aula è atteso per martedì prossimo 13 maggio, poi inizierà una vera e propria corsa contro il tempo perché il decreto deve essere approvato anche dalla Camera entro il 27 maggio, pena la sua decadenza.

In attesa delle decisioni del Governo, il relatore al provvedimento in Commissione Lavori Pubblici Stefano Esposito (Pd), ha annunciato che intende comunque provare a recuperare alcune misure (oltre a portare a casa il bonus mobili al momento 'congelato'). "Ho già parlato con il Ministro Lupi, che ha messo la faccia su questo provvedimento, che - riferisce - si è impegnato a parlare con il Ministro dell'Economia. Anche perché - ha aggiunto Esposito  - chiediamo aggiustamenti non nell'ordine delle centinaia, ma delle decine di milioni".  In ogni caso "come relatori, visto che non siamo solo passacarte, proveremo a riformulare alcune proposte".

Imu ridotta per il canone concordato. La Commissione Bilancio ha bloccato l'estensione ai Comuni che hanno subito calamità naturali, la possibilità di riconoscere la cedolare al 10% in caso di contratto di locazione a canone concordato; e la cancellazione delle Imposte di Registro sulla nuova scrittura privata che modifica il contratto di locazione comportante una riduzione del canone.

Sconto Irpef per gli Inquilini a basso reddito. Bocciato anche l'emendamento di Sel che estendeva  lo sconto fiscale maggiorato per gli inquilini (in precedenza previsto solo in caso di affitto di alloggi sociali), anche agli affitti da privati. Lo sconto prevede una detrazione di 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro che sembra quindi destinato a rimanere solo per gli inquilini degli alloggi sociali.

Piu' sicura invece l'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero dopo gli effetti della Sentenza della Corte Costituzionale 50/2014. Gli emendamenti proposti dovrebbero mantenere sino al 2015 le agevolazioni previste dal dlgs 23/2011. 

Salta invece il censimento degli immobili pubblici e l'anagrafe degli assegnatari di alloggi sociali, e viene fermato anche il tentativo di cancellare il conto dei notai dedicato al deposito del prezzo pagato dagli acquirenti di immobili                 (introdotto dall'ultima legge di stabilità). «Il caos sulle coperture – commenta la Federazione italiana agenti immobiliari professionali - evidenzia la totale incapacità di comprendere l'urgenza di misure strutturali contro la crisi del comparto immobiliare».

No agli alloggi sociali per chi occupa abusivamente. Dovrebbe passare invece l'emendamento al decreto casa che vieta gli allacci delle utenze a chi occupa gli alloggi abusivamente. Approvato per questo un emendamento del Pd che obbliga i fornitori a chiedere se i richiedenti hanno diritto all'allaccio prima di garantire i servizi. Inoltre chi occupa gli alloggi viene cancellato per cinque anni dalle liste per l'assegnazione delle case popolari.

Bonus Mobili. Lo stop arriva anche per il bonus mobili. La Commissione ha congelato infatti l'emendamento che svincolava il bonus mobili per acquisti fino a 10.000 euro dall'importo dei lavori di ristrutturazione effettuati.

Prima dell'estate il decreto delegato sulla semplificazione. Bisognerà avere redditi stabili e facilmente identificabili: arriverà a domicilio o sarà consegnato dal datore di lavoro.

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L'Agenzia delle Entrate lavora all'obiettivo di rendere la dichiarazione dei redditi precompilata subito non appena arriverà il via libera del governo che approverà il decreto delega sulla semplificazione fiscale. Proprio il Presidente del Consiglio Renzi chiede con forza la semplificazione del sistema fiscale ed ha annunciato "l'addio dal prossimo anno" al vecchio sistema di dichiarazione dei redditi.

Il 31 maggio sarà dunque l'ultimo appuntamento con i Caf e i commercialisti secondo le intenzioni di Renzi. I 18 milioni di contribuenti risparmieranno dai 30 ai 100 euro l'anno sulla dichiarazione dei redditi e sulla compilazione del 730, il documento nel 2015 arriverà a casa o sarà consegnato sul posto di lavoro.

La precompilazione riguaderà però solo chi possiede redditi stabili e facilmente identificabili: pensionati e lavoratori dipendenti. Questa platea di contribuenti ha un reddito sostanzialmente uguale nel corso degli anni e che l'Agenzia delle Entrate potrà recuperare senza problemi dai cosiddetti sostituti d'imposta.

Il "730" precompilato arriverà anche a chi, oltre al reddito stabile, possiede una casa oppure è costretto a fare la dichiarazione per detrazioni o deduzioni facilmente prevedibili: come ad esempio i bonus pluriennali per il recupero edilizio - il risparmio energetico - mutui - polizze vita - familiari a carico.

La ventata di semplificazioni dovrebbe interessare anche il modello "Unico" anche se probabilmente non si potrà arrivare all'abolizione delle dichiarazioni di professionisti e lavoratori autonomi.

Nel 2008 era forzato il 40,3% dei contratti a tempo parziale, oggi lo è il 61,6%: le aziende preferiscono queste tipologie perché meno onerose. 

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Aumenta il ricorso al part time. Complice la crisi la discontinuità del lavoro ha raggiunto in questo ultimo periodo i livelli piu' elevati da diversi anni a questa parte secondo quanto rilevato dall'Istat. Sono, infatti occupati a orario ridotto, dice l'Istat, 2 milioni 470 mila persone, con  un'impennata dell'83% (+1 milione 121 mila) rispetto al 2008. Sono in gran parte donne (1 milione 729 mila), ma non manca la componente  maschile (742 mila), raddoppiata in 5 anni.

E conseguenza immediata del maggior impatto del part time è anche il calo delle ore lavorate a settimana che sono a 36 contro le 38 del 2008 anche se guardando singolarmente al tempo pieno (40 ore) e a quello parziale (21 ore), l'orario di lavoro settimanale è restato invariato passando dal 2008 al 2013.

Le donne lavorano settimanalmente 7 ore in meno, fermandosi a 32 ore; e al confronto con il 2008 il divario si è ridotto di un'ora (33 donne e 41 uomini). Guardando al numero di occupati per ore settimanali lavorate, colpisce la drastica riduzione di quanti hanno totalizzato oltre le 41 ore: tra il 2008 e il 2013 sono scesi di quasi di un terzo (-29,5%), passando da oltre 5 milioni a poco più di 3 milioni e mezzo. Al contrario nello stesso periodo sono aumentati coloro che lavorano meno di 10 ore settimanali, giunti a circa 627 mila persone (+17,9%).

I contratti a termine scontano comunque il vantaggio di essere meno costosi per le aziende: nel 2013 si contavano oltre 4 milioni di occupati a tempo ridotto (+667 mila dal 2008). L'aumento negli ultimi 5 anni, infatti, è dovuto solo a quanti lavorano a tempo parziale poichè non hanno trovato un lavoro a tempo pieno: l'incidenza del part-time involontario sul totale dei lavoratori a orario ridotto passa, infatti, dal 40,3% del 2008 al 61,6% del 2013.

E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica numero 89 del 16 Aprile il Decreto Interministeriale Economia-Lavoro relativo alle modalità attuative della quinta salvaguardia per 17 mila esodati.

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Il decreto interministeriale indica le modalità attraverso cui i 17mila lavoratori potranno fruire della quinta procedura di salvaguardia (articolo 1, comma 194 e ss della legge 147/2013). I lavoratori potenziali interessati dovranno presentare istanza di accesso all'Inps o alle Direzioni Territoriali del Lavoro entro il 15 Giugno 2014 (60 giorni dalla data di pubblicazione in GU del Dm). Qui il testo ufficiale del decreto.

 

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Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha precisato nel corso del question time di aver firmato il quinto decreto sulla salvaguardia di cui alla legge 147/2013. Il provvedimento è stato inviato al Ministro dell'Economia Saccomanni per acquisirne la controfirma. La pubblicazione del decreto avverrà dunque nelle prossime settimane dopo la registrazione presso la Corte dei Conti.

Si ricorda che il quinto decreto ha per oggetto la tutela di 23mila esodati appartenenti alle seguenti categorie:

a) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attivita', non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

d) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

e) i lavoratori collocati in mobilita' ordinaria alla data del 4 dicembre 2011 e autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione successivamente alla predetta data, che, entro sei mesi dalla fine del periodo di fruizione dell'indennita' di mobilita' di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223, perfezionino, mediante il versamento di contributi volontari, i requisiti vigenti alla data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011;

f) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorche' al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attivita' lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attivita' lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

I soggetti in questione possono accedere al beneficio a condizione che la data di decorrenza del trattamento pensionistico - calcolata secondo le regole previgenti al Dl 201/2011 - si apra entro e non oltre il 6.1.2015.

Per i soggetti interessati dalla quinta salvaguardia il trattamento pensionistico non potrà avere decorrenza anteriore al 1º gennaio 2014.

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