Redazione

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L'Inps resta con i conti in rosso

Mercoledì, 15 Gennaio 2014
Il 2013 sarà un altro anno con il segno rosso per l'Inps. Dopo le perdite nella gestione finanziaria per 9,7 miliardi del 2012 anche il 2013 non si preannuncia di colore diverso.

Secondo l'ultimo progetto di assestamento del bilancio disposto nei giorni scorsi dal Comitato di indirizzo e di vigilanza dell'Inps, l'Istituto chiuderà il 2013 in profondo rosso con un passivo di oltre 11 miliardi (in rosso anche il conto economico per la cifra eccezionale di 14 miliardi). Si tratta di una previsione ancora peggiore di piu' di 2 miliardi di euro rispetto a quanto era stato contabilizzato l'anno scorso. 

A pesare in particolare resta sempre il bilancio dell'INPDAP, l'ente dissestato che gestisce le pensioni pubbliche, incorporato nell'INPS nel 2012 a seguito della manovra "Salva-Italia". Le cifre in questione rischiavano di far saltare i conti dell'Inps e per questo il governo è stato costretto a disporre con la legge di stabilità 2014 un "trasferimento" pari a 25 miliardi di euro per colmare l'impatto del deficit dell'Inpdap. Per cui in pratica sarà lo Stato, cioè i contribuenti, a colmare il disavanzo dell'Inps e il disastro delle pensioni pubbliche (l'Inpdap da sola porta all'Inps una perdita di 8 miliardi di euro con un deficit patrimoniale che supera i 26 miliardi di euro).

Ma a parte l'Inpdap sono tutte le gestioni previdenziali ed essere in crisi con l'unica eccezione dei lavoratori parasubordinati, professionisti, partite Iva e co.co.co. Ad esempio nel bilancio Inps 2013 pesa la gestione degli agricoltori che accumula una perdita di oltre 5 miliardi di euro, quella degli artigiani con una perdita di quasi 6 miliardi, quella che paga le pensioni ai dirigenti d'azienda (in rosso per quasi 4 miliardi di euro) e poi ancora i telefonici, il fondo trasporti, il fondo elettrici.

E a ben vedere si tratta di una perdita sistematica, non certo episodica, dovuta in gran parte al rallentamento del versamento di contributi di quelle categorie di lavoratori che attraversano la crisi, un aumento dell'evasione contributiva (sempre dovuta a fattori economici) e alla modalità di calcolo della pensione. Ancora oggi infatti gran parte degli assegni pensionistici risultano erogati sulla base di un sistema di calcolo retributivo (con pensioni il cui importo è equivalente al 70-80 per cento dell'ultimo stipendio percepito dal lavoratore). Gli effetti calmieranti del Dl 201/2011 ancora non si vedono.

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L'Inps precisa che i 6.500 lavoratori salvaguardati ai sensi del Dl 102/2013 avranno la liquidazione della pensione dal 1° Settembre 2013 .

L'Inps, con il messaggio n. 522/2014, ha fornito precisazioni sugli esodati di cui al D.L. n.102/2013. Il Dl 102/2013, lo si ricorda, ha esteso la possibilità di mantenere le vecchie regole pensionistiche, tra l'altro, ad ulteriori 6.500 soggetti il cui rapporto di lavoro è cessato per effetto di licenziamento tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011, pur se hanno svolto un'attività lavorativa non a tempo indeterminato, con un reddito annuo lordo non superiore a 7.500 euro e con decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 gennaio 2015.

Ora nel messaggio 522 l'ente previdenziale afferma che, su parere conforme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (nota prot. n. 29/0004827/P del 15.11.2013) per i lavoratori licenziati la data di decorrenza dei trattamenti pensionistici, liquidati in applicazione delle disposizioni della quarta salvaguardia, non può essere antecedente alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 102 del 2013 (31 agosto 2013). In pratica dunque i soggetti in questione avranno in pagamento il primo assegno dal 1° Settembre 2013.

Aggiornato il software di Pensionioggi.it per controllare in anteprima se si rispettano i requisiti previdenziali per partecipare alla sesta salvaguardia di cui alla legge 147/2014.

Kamsin Con la pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale numero 246 lo scorso 22 Ottobre della legge 147/2014 del 10 Ottobre 2014; della Circolare del Ministero del Lavoro numero 27 del 7 Novembre 2014 e del messaggio inps 8881/2014 si è ormai completato il quadro relativo alla cd. sesta salvaguardia, provvedimento che consentirà ad ulteriori 32.100 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro entro la fine del 2011 di mantenere, in via eccezionale, le regole di pensionamento all'epoca vigenti.

L'intervento, come già anticipato da pensionioggi.it nei giorni scorsi, allunga di un anno i vari profili di tutela aperti spostando il paletto della decorrenza, dal 6 gennaio 2015 al 6 gennaio 2016.

Per aiutare i lettori a districarsi in questo continuo divenire di norme, pensionioggi.it ha aggiornato il nuovo programma per verificare la possibilità di entrare nella sesta salvaguardia con l'individuazione della corretta data di decorrenza della rendita previdenziale e dei vari paletti imposti dalla nuova normativa.

Gli interessati avranno tempo sino al 5 gennaio 2015 per presentare le istanze di accesso ai benefici (all'Inps o alla Direzione Territoriale del Lavoro a seconda del proprio profilo di tutela). Vai al programma: Controlla se sei salvaguardato

Zedde

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