Sergey

Sergey

Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Saranno fatti salvi fino al 31 dicembre 2015 i trattenimenti in servizio per i magistrati e saranno ricompresi anche quelli non ancora concessi alla data di entrata in vigore del Dl 90/2014. Kamsin Per gli altri dipendenti pubblici la dead-line resta ottobre 2014. Mentre per la scuola si anticipa al 31 agosto per consentire, già da settembre, l'immissione in servizio del nuovo personale. Sono queste alcune delle novità che sono state approvate dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in sede Referente Venerdì scorso e che saranno da questa settimana in Aula per la discussione finale.

Dunque il provvedimento, sul fronte dei trattenimenti in servizio, ha sostanzialmente retto l'esame parlamentare. Da un lato viene confermata la stretta sui trattenimenti in servizio contenuta nell'articolo 1 del Dl 90/2014 che vede il loro termine al 31 Ottobre 2014; dall'altro c'è una piccola apertura in favore dei magistrati il cui termine, pur restando fissato al 31 Dicembre 2015, ricomprenderà non solo i trattenimenti già concessi ma anche quelli non ancora in essere alla data di entrata in vigore del Decreto legge 90/2014. L'abbassamento dell'età dovrebbe invece scattare subito per i militari e per gli Avvocati dello Stato dato che gli emendamenti vanno ad abrogare il comma 3 dell'articolo 1 che, per i militari, estendeva sino al 2015 l'operatività dei richiami in servizio.

Al fine di salvaguardare la continuità didattica e di garantire l'immissione in servizio fin dal primo di settembre, il provvedimento precisa inoltre che i trattenimenti in servizio del personale della scuola verranno invece fatti salvi fino al 31 agosto 2014 o fino alla loro scadenza se prevista in data anteriore.

Zedde

I lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata entro il 31.12.2017 potranno andare in pensione senza penalizzazione anche se hanno contributi figurativi alle spalle. Kamsin E' quanto prevede un emendamento passato venerdì in Commissione Affari Costituzionali alla Camera e che da Lunedì sarà in Aula per la discussione generale. L'emendamento prevede che "le disposizioni di cui all'articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovano applicazioni, limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017".

Attualmente, com'è noto, è previsto un complesso meccanismo (regolato dall'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011) che sterilizza la penalizzazione (un taglio dell'1-2% sulla quota retributiva dell'assegno per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni) solo qualora l'anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (compresi alcuni periodi di contribuzione figurativa che constringono i pensionandi ad una estenuante indagine sulla propria carriera contributiva).

Ora si prova a rendere piu' lineare questo beneficio introdotto con il milleproroghe del 2012. Si precisa quindi che tutti coloro che raggiungono un diritto a pensione con l'anticipata entro il 31.12.2017 - cioè 42 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi dal 2016) per gli uomini e 41 anni e 6 mesi (41 anni e 10 mesi dal 2016) per le donne -  potranno accedere alla pensione senza penalità indipendentemente dalla tipologia di contributi che sono stati accreditati sul proprio conto assicurativo. Tradotto significa che anche chi ha - ad esempio - le maggiorazioni contributive da amianto, da disoccupazione, da mobilità, da disabilità ecc.. e raggiunge i requisiti contributivi per la pensione anticipata entro il 2017 potra' andare in pensione senza la penalizzazione.

Quanto alle coperture il testo dell'emendamento valuta gli oneri in 1 milione di euro per l'anno 2014, in 3 milioni di euro per l'anno 2015, in 7 milioni di euro per l'anno 2016, in 14 milioni di euro per l'anno 2017 e in 16 milioni di euro annui a decorrere dal 2018. La parola finale sulla misura spetterà alla Camera questa settimana.

Zedde

La mobilità per i dipendenti pubblici sarà attenuata, in particolare per i dipendenti pubblici che hanno figli minori di 3 anni o afflitti da disabilità. Mentre per gli altri dipendenti pubblici servirà un accordo con i sindacati. Kamsin Sono le novità approvate ieri dalla Commissione Affari costituzionali della Camera che hanno riscritto l'articolo 4 del Dl 90/2014 nella versione attualmente vigente.

Com'è noto, l'articolo 4 ha precisato che le sedi delle pubbliche amministrazione ubicate nel territorio dello stesso comune o a una distanza inferiore a 50 chilometri dalla sede di prima assegnazione costituiscono medesima unità produttiva (ai sensi dell’articolo 2103), all’interno della quale i dipendenti sono tenuti a prestare la loro attività lavorativa, previo accordo tra le amministrazioni interessate o anche in assenza di accordo, quando sia necessario sopperire a carenze di organico. Con la modifica approvata ieri si interviene dunque, da un lato, sui criteri per attivarla che andranno fissati con un decreto ministeriale da emanare previa «consultazione con le confederazioni rappresentative»; dall'altro, arrivano le deroghe già annunciate dal ministro della Pa, Maria Anna Madia, per i genitori con bambini di età inferiore ai 3 anni oppure colpiti da disabilità ai sensi della legge 104/92 e formalizzati in una proposta di modifica a firma Irene Tinagli (Sc). In entrambi i casi potranno essere spostati solo con il loro consenso.

Le amministrazioni che intendano procedere attivare la procedura di mobilità dovranno provvedere alla pubblicazione sul proprio sito istituzionale, per un periodo minimo di 30 giorni, del bando che indica i posti che le amministrazioni intendono coprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni. Dovrebbe poi essere confermata la possibilità, in via sperimentale (fino all’introduzione di nuove procedure per la definizione dei fabbisogni standard), di operare trasferimenti tra sedi centrali di differenti Ministeri, Agenzie ed Enti pubblici non economici nazionali, anche in mancanza dell’assenso dell’amministrazione di appartenenza, a condizione che l’amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore a quella dell’amministrazione di provenienza.

Zedde

Quando è possibile andare in pensione con la nuova Riforma Fornero? A quanto ammonta la penalizzazione? Con la Riforma Fornero del 2011 è cambiata la previdenza per milioni di lavoratori italiani che oggi si trovano alle prese con l'allungamento dell'età pensionabile ed assegni mediamente piu' leggeri rispetto al passato. Kamsin E l'incognita speranza di vita che comporterà un ulteriore dilatazione nell'accesso alla pensione.

Da quest'anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com'è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego. I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.

Per tenere sotto controllo tutte queste novità Pensioni Oggi ha realizzato un programma apposito "Calcola quando si va in pensione" per aiutare gratuitamente i lettori a comprendere quando potranno effettivamente andare in pensione: il programma, disponibile a questo indirizzo, consente di verificare rapidamente la piu' vicina data di pensionamento (vecchiaia o anticipata) tenendo conto dell'applicazione della stima di vita.

Zedde

In attesa dell’ entrata in vigore dell’ aggiornamento dei nuovi criteri da applicare per gli ammortizzatori sociali in deroga per l’ anno 2014, l’Inps con messaggio n. 5787/2014 riprende un comunicato del Ministero del lavoro che ha invitato Regioni e Province autonome a concedere per l’ anno 2014 GIG in deroga per periodi non superiori ad otto mesi. Kamsin Com'è noto la CIG in deroga è un ammortizzatore sociale destinato a lavoratori ed imprese esclusi dalla tutela delle norme anticrisi. E’ un intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese o lavoratori non destinatari della Cassa Integrazione guadagni (Circolare Inps 75/2009).

Il Ministero del lavoro aveva già preso in considerazione l’ argomento in una nota dello scorso dicembre con cui si invitavano Regioni e Province autonome a non concedere CIG in deroga per oltre 6 mesi. Ora il ministero è tuttavia tornato sulla vicenda indicando che gli enti territoriali non dovranno concedere la cig in deroga oltre 8 mesi e l'indennità di mobilità non dovrà superare complessivamente i 41 mesi (44 nel Mezzogiorno).

Per la mobilità i limiti riguardano i lavoratori che alla data del trattamento hanno beneficiato della mobilità per più o meno di 3 anni e sono i seguenti: a) lavoratori che hanno beneficiato di mobilità in deroga per almeno tre anni, anche non continuativi: cinque mesi non prorogabili estensibili ad otto mesi per i lavoratori residenti nell’ area del Mezzogiorno ( Dpr. N. 218/78); b) lavoratori che hanno beneficiato di mobilità in deroga per meno di tre anni: il trattamento concesso per l’ anno 2014 è per un massimo di sette mesi (non prorogabili) più ulteriori tre mesi per i lavoratori del Mezzogiorno. Per tali lavoratori il limite complessivo non può comunque superare il limite massimo di tre anni e cinque mesi (piu' gli ulteriori 3 mesi per i lavoratori nel Mezzogiorno).

Damiano: all'appello manca un miliardo di euro - "È preoccupante la situazione della cassa integrazione in deroga: manca all’appello, secondo il ministro Poletti, un miliardo di euro per il 2014 e c’è un contenzioso aperto con le Regioni sulla durata dell’ammortizzatore che il Governo vorrebbe limitare ad un massimo di otto mesi" ha annunciato l'Ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. "Questo significherebbe che da settembre decine di migliaia di lavoratori non avrebbero più alcuna protezione e si aggiungerebbero alla già folta schiera dei disoccupati. Riformare la cassa integrazione in deroga è giusto, ma va fatto con la gradualità che ci suggerisce il buon senso".

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati