Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

L'assegno al nucleo Familiare

Venerdì, 15 Agosto 2014
L’assegno ha la funzione di integrare la retribuzione dei lavoratori che si trovano in determinate situazioni familiari e di reddito.

Dopo il balletto delle date e degli adempimenti di Maggio si avvicina la data imperativa dell’invio delle delibere Tasi da parte dei Comuni. Kamsin L’Istituto di Finanza Locale (Ifel) dell’Anci, in una nota del 23 Luglio scorso, ha precisato che le delibere Tasi vanno inviate al Ministero dell’Economia entro il prossimo 10 Settembre ai fini della pubblicazione sul sito del Mef entro il 18 Settembre anche se il termine per l’approvazione dei bilanci di previsione sulle entrate locali è stato spostato dal 31 Luglio al 30 Settembre. 

La nota Ifel precisa che il comma 688 della legge di Stabilità 2014 che ha rinviato la data al 10 Settembre, è da considerarsi  una norma  “speciale” e che “lo spostamento del termine in questione determinerebbe motivi di incertezza" sul pagamento dell’acconto fissato al 16 ottobre per i cittadini dei comuni che non hanno deliberato in materia entro lo scorso 23 Maggio”.

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Il Progetto Trasparenza sulla condizione pensionistica, la cd. "busta arancione" potrebbe essere giunto ai nastri di partenza. Il Progetto, com'è noto, intende fornire un documento sui contributi versati e la stima della pensione futura. Kamsin Secondo fonti vicine al Dicastero di Via Veneto, l'Inps avrebbe in programma l'invio, già nel corso del 2014 in via sperimentale ad alcune categorie di lavoratori dipendenti, il documento contenente le informazioni sulla posizione previdenziale: contributi versati, tempi previsti per la decorrenza dell’assegno pensionistico, stima dell’importo pensionistico, mediante il calcolo on line.

L'Inps ha già inviato i codici per avere una visione dei contributi versati ed una stima della pensione ad un campione di lavoratori vicini alla pensione, ma come pensabile, la gran parte di essi non conosce quale potrà essere il futuro trattamento pensionistico. Si ricorda che la riforma Fornero ha adottato per tutti i lavoratori il criterio contributivo (calcolo della pensione sui reali versamenti effettuati per i periodi successivi al 31 Dicembre 2011) che opererà pro-quota con il precedente criterio retributivo (calcolo della pensione sulla media delle ultime retribuzioni).

Il documento contenuto nella Busta arancione comporterà  una maggiore consapevolezza della propria posizione e permetterà di stimare se il proprio tenore di vita al momento del pensionamento potrà avere dei cambiamenti.  

Questa analisi dovrebbe dare un impulso allo sviluppo della previdenza complementare, che potrà colmare il gap  delle minori disponibilità create dalla futura pensione. Da tener conto che l’ incidenza della pensione integrativa avrà un peso  se attuata con un certo anticipo sulla data di fine lavoro e con il versamento di determinati importi – se possibile !!- che possano bilanciare le minori rendite attuali.

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''Anziche' pretendere inutilmente di accelerare la discussione sull'abolizione dell'articolo 18 inserendola gia' nel prossimo Sblocca-Italia, (richiesta giustamente respinta dal vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini), Alfano farebbe bene a chiarire nel primo Consiglio dei ministri utile che fine ha fatto ''Quota 96'' degli insegnanti''.Kamsin  E' quanto dichiara in una nota Cesare Damiano, Pd, presidente della Commissione Lavoro della Camera. ''Invece di spiegarci che rendere liberi i licenziamenti favorisce l'occupazione, cosa del tutto indimostrata e fantasiosa, l'NCD potrebbe piu' concretamente sostenere che mandare in pensione 4 mila insegnanti, rimasti intrappolati dalla 'riforma' Fornero, potrebbe favorire l'assunzione di altrettanti giovani docenti gia' nell'autunno. Il Governo - rimarca Damiano - sblocchi 'Quota 96'': sarebbe un piccolo contributo per alleviare la disoccupazione giovanile''

"Ci sono quattromila persone che vorrebbero andare in pensione, che ne hanno legittima aspettativa, non direi un diritto, ma il problema non sono quei quattromila, che un lavoro ce l'hanno, bensì i milioni di persone che non ce l'hanno". Così ieri il Primo Ministro, intervenendo alla trasmissione "Millennium" su Rai3 ha affrontato la questione delle pensioni dei Quota 96 del 2012.

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Complice il peggioramento dei conti pubblici su cui pesa l'allontanarsi della ripresa economica i tecnici al ministero dell'economia potrebbero riaprire il dossier pensioni per recuperare alcune risorse nel frattempo disperse. Kamsin Il capitolo vale infatti 236 miliardi di euro nel bilancio dello Stato e non è da escludersi che il commissario Cottarelli possa nuovamente aprirlo. Con grande prudenza, il ministero del Tesoro si sta muovendo per cercare di capire in quale direzione agire e l'area individuata è quella delle pensioni più alte. Soprattutto per finanziare i vari correttivi per risolvere diversi nodi ancora aperti, come i quota 96 della scuola, lo stop alle penalizzazioni ed una maggiore gradualità in uscita. L'occhio è puntato in particolare sui trattamenti frutto del calcolo retributivo.

Ebbene l'ipotesi di riforma che circola in Via XX Settembre, riportata da alcuni quotidiani nazionali tra cui "Il Mattino", è applicare un contributo di solidarietà solo sulla parte dell'assegno previdenziale maturato con il sistema retributivo. La materia è scivolosa e fonti vicine al dossier raccontano che l'attenzione si è concentrata su una opzione che riguarda le pensioni che superano i 62 mila euro. In quell'area ci sono 186 mila persone (pari all'1,1% di tutti i pensionati) il cui costo è di 15 miliardi: il 5,5% del totale. L'ipotesi è applicare 4 aliquote (8, 21, 28 e 37%) sulla parte di pensione maturata con il retributivo. Una scelta questa che potrebbe portare risparmi previdenziali pari a circa 800 milioni. Una versione applicata ad una platea più estesa è stata invece tentata prendendo in esame i pensionati sopra i 35 mila euro.

Una soglia scelta non a caso in quanto si tratta di persone a riposo (600 mila individui) che stanno già pagando il blocco delle indicizzazioni all'inflazione previsto fino al 2016. In questo caso i risparmi di spesa, secondo una stima prudenziale, salgono fino a 2 miliardi di euro. Tuttavia, precisa chi sta seguendo la vicenda, questa pista è stata messa da parte. Sull'intero dossier, comunque, pesano un paio di incognite. In primo luogo perchè i dati Inps, in particolare per quanto riguarda i dipendenti pubblici, rendono difficile la ricostruzione della carriera previdenziale di centinaia di migliaia di italiani. E in secondo luogo perchè un provvedimento che taglia una pensione già maturata in forza di regole successive, espone il fianco alla censura della Corte Costituzionale.

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