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Delega Riforma Pa, il Cdm non svela la proroga dell'opzione donna
Dopo uno stop di quasi un mese il disegno di legge delega di Riforma della Pubblica Amministrazione torna in campo. Ieri, dopo un lungo restyling, il testo del ddl è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri. Kamsin Com'è noto alcune delle novità originariamente previste sono confluite nei due decreti legge, Riforma della Pa (Dl 90/2014) e Decreto Competitività (Dl 91/2014). Così il testo è passato di nuovo a Palazzo Chigi, da dove ora prenderà la strada delle Camere. Nel segnalarne l'approvazione lo stesso presidente del Consiglio ha sottolineato la «rivoluzione copernicana» attesa soprattutto in materia di rapporto tra cittadino e amministrazione pubblica.
Nel provvedimento è stato inserito un capitolo dedicato proprio all'accelerazione ed alla semplificazione dei servizi per cittadini e imprese con l'intenzione di «ridurre la necessità dell'accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici». In attesa di conoscere il testo ufficiale del provvedimento, attualmente non ancora diffuso dall'esecutivo, è possibile delineare le linee di intervento in pochi punti.
Semplificazione del Rapporto con le Pa - Entro mille giorni l'obiettivo del governo è quello che tutte le informazioni e documenti tra Pa e cittadino siano messe on line oppure recapitate a domicilio. Le amministrazioni dovranno assicurare la trasmissione dei dati in forma telematica. Per imprese e cittadini verrà riaffermato il concetto dello sportello unico, in particolare per le attività produttive e l'edilizia; ma il dialogo con l'amministrazione dovrà svolgersi per via digitale, anche grazie all'uso di software aperti ed all'interoperabilità dei sistemi informativi. In questo modo gli interessati potranno interagire nei procedimenti amministrativi. Novità anche per quanto riguarda la circolazione stradale con l'assorbimento del Pra nella Motorizzazione con significativi risparmi per l'utenza.
Dirigenza Pubblica - L'altro grande tema è quello della dirigenza. Per ogni amministrazione sarà stabilito un numero massimo di dirigenti in rapporto a quello dei dipendenti; verrà inoltre introdotta una distinzione tra le figure con un profilo più manageriale, incaricate di gestire le risorse umane e finanziarie, ed esperti portatori di competenze specifiche. Si procederà all’istituzione di un ruolo unico e all'introduzione di ruoli unificati anche per la dirigenza delle amministrazioni non statali, con possibilità di scambio tra dirigenti appartenenti a ruoli diversi e una omogeneizzazione delle retribuzioni.
Gli incarichi dirigenziali verranno attribuiti tramite procedura con avviso pubblico e verrà fissata anche la loro durata (probabilmente triennale). I dirigenti privi di incarico verranno messi in disponibilità, e successivamente licenziati in mancanza di un nuovo incarico. Per tutti ci sarà un processo di valutazione dei risultati basato su criteri precisi.
Conferenza dei servizi - Il governo punta a ridefinire i casi di convocazione obbligatoria della conferenza di servizi, con riduzione delle relative ipotesi ed una riduzione dei termini di conclusione del procedimento. Nei decreti attuativi il governo si riserva anche di semplificare i lavori della conferenza di servizi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici nell'ottica di una agevolazione delle modalità di svolgimento dei lavori delle Conferenze dei Servizi.
Per quanto riguarda le pensioni il comunicato governativo non ha confermato la presenza delle misure circolate nella bozza dello scorso 14 giugno. Sarà quindi necessario attendere il testo ufficiale del provvedimento per verificarne la loro presenza.
Zedde
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Bonus Irpef, ecco come i datori recuperano il bonus
Sarà piu' facile per i datori di lavoro recuperare, in compensazione, tramite il modello F24, il credito d'imposta del Bonus Irpef erogato ai propri dipendenti. Kamsin La compensazione non sconta i limiti ordinari come quello dell'importo massimo annuale di 700mila euro o quello del divieto di utilizzo in presenza di debiti iscritti a ruolo. Sono queste le precisazioni contenute nella circolare diffusa dall'Agenzia delle Entrate. Il provvedimento chiarisce come recuperare il Bonus Irpef, dopo le modifiche introdotte in sede di conversione in legge del Decreto Irpef.
Nel dettaglio, i datori di lavoro, per poter recuperare il credito erogato ai lavoratori, dovranno utilizzare esclusivamente il modello F24 e potranno utilizzare l'importo corrispondente al credito in compensazione di qualsiasi importo a debito (anche in sezioni diverse dalla sezione dedicata allo Stato, come Inps, Regioni, Imu e altri tributi locali).
L'eventuale credito non utilizzato in compensazione potra' essere utilizzato nei successivi versamenti effettuati tramite modello di pagamento F24. Sono comunque fatti salvi i comportamenti dei sostituti d'imposta che, prima dell'entrata in vigore della legge di conversione, abbiano recuperato il credito erogato ai lavoratori utilizzando il modello di pagamento F24. Inoltre il recupero mediante compensazione in F24 del credito erogato al lavoratore non e' soggetto al limite annuale di 700mila euro. Inoltre, con il documento di prassi di oggi, le Entrate precisano che il recupero non e' soggetto neanche al divieto di compensazione in presenza di debiti iscritti a ruolo, per imposte erariali ed accessori, di ammontare superiore a 1.500 euro.
Il sostituto d'imposta che in un dato mese eroga il credito ad alcuni lavoratori e contestualmente recupera il credito ad altri lavoratori, dovra' utilizzare in compensazione o versare solo l'importo netto risultante dalla differenza. Se l'importo del credito erogato e' superiore a quello recuperato, il sostituto d'imposta puo' utilizzare in compensazione solo l'importo netto risultante dalla differenza. Se, invece, l'importo del credito recuperato ai lavoratori e' superiore a quello erogato, il sostituto d'imposta deve versare la differenza a debito entro gli ordinari termini di versamento delle ritenute d'acconto, utilizzando il codice tributo 1655.
Zedde
Pensioni Quota 96, oggi l'emendamento per salvare 4mila docenti
Oggi sarà presentato l'emendamento al testo del decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione (Dl 90/2014) che dovrebbe consentire a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro l'anno scolastico 2011/2012 il collocamento in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2014. Kamsin Si tratta di una modifica condivisa praticamente da tutte le forze politiche che ha avuto la scorsa settimana il via libera anche dell'esecutivo e quindi, se non ci saranno intoppi o ripensamenti dell'ultimo minuto, la novità dovrebbe diventare legge dello stato prima della pausa ferragostana.
La modifica che, come già anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi ricalca in pieno il disegno di legge Ghizzoni/Marzana, consentirà al personale docente che ha maturato un diritto a pensione entro il 31.8.2012 di accedere alla vecchia disciplina pensionistica, quella vigente prima dell'entrata in vigore del Dl 201/2011.
Interessati sono quindi i lavoratori e le lavoratrici che hanno maturato entro tale data i requisiti per la pensione di anzianità all'epoca vigenti (cioè la quota 96 o 40 anni di contributi) oppure i requisiti per la vecchiaia (cioè 65 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi). L'emendamento, che interviene sull'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del Dl 201/2011, specifica che il beneficio è riconosciuto con decorrenza dal 1° Settembre 2014 all'esito di una procedura di monitoraggio delle domande.
Il mantenimento della previgente disciplina consentirà inoltre ai docenti coinvolti di non incappare nella penalizzazione prevista dell'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011 qualora essi non abbiano perfezionato i 62 anni età alla data della decorrenza della prestazione previdenziale. Resta fermo tuttavia che il calcolo delle anzianità contributive maturate successivamente al 1° gennaio 2012 avverrà mediante il sistema contributivo.
La procedura - Gli interessati dovranno- entro 15 giorni dalla conversione in legge del provvedimento - inoltrare per via telematica apposita istanza volta al conseguimento del beneficio all'Inps; l'istituto provvederà a stilare la graduatoria dei beneficiari mediante un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Un meccanismo, questo, simile alle quello delle quote in cui la priorità in graduatoria si determinerà sulla base della somma dell'età anagrafica e di quella contributiva dell'istante: chi ha un valore piu' elevato dovrebbe pertanto acquisire priorità nella graduatoria. Qualora dal monitoraggio risulti il superamento delle 4 mila domande l’INPS non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento.
Le 4mila posizioni, tuttavia, dovrebbero in teoria essere sufficienti a garantire il beneficio a tutti coloro che avevano manifestato la volontà di lasciare. Infatti questo numero è stato individuato al termine di una ricognizione delle dichiarazioni ai fini del collocamento in quiescenza del personale della scuola che aveva maturato i requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012, attivata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel mese di ottobre 2013.
Resta il dubbio della tempistica: come sarà possibile che l'Inps sia in grado di stilare le graduatorie in tempo utile per rispettare la data del 1° Settembre?
Zedde
Salvini ripropone la castrazione chimica per gli stupratori
Ok commissione a riforma Senato, da lunedi' 'patto' a prova Aula
La riforma del Senato va in Aula Renzi non ho paura del voto
- Roma, 10 lug. - Una giornata straordinaria per il Paese, quella che si e' chiusa oggi con il via libera alla riforma del Senato arrivato dalla Prima Commissione di Palazzo Madama. Matteo Renzi non nasconde la propria soddisfazione e vede disco verde sul prosieguo del cammino delle riforme. Ma quale fronde, ma quale crisi? Sulle cose da fare la maggioranza, e non solo, "e' d'accordo al 98 per cento". Persino i grillini, che Renzi vorrebbe tornare a incontrare la prossima settimana, si sono detti d'accordo con la gran parte delle cose da fare nella lettera inviata al Pd. E' anche per questo che il Presidente del Consiglio dichiara di "sorridere" quando si sente accusare di "progetto autoritario". "Non ho paura del voto" in Aula, ha poi continuato in conferenza stampa a palazzo Chigi: "Stiamo dando un grande segnale di cambiamento, stiamo dicendo che l'Italia puo' cambiare e che alcuni tabu' possono essere vinti da una classe dirigente che ha coraggio". Lo stesso coraggio che serve all'Italia, non per uscire da sola dalla crisi, ma per farsi "locomotore in grado di trascinare fuori L'Europa" dalla palude. Questo nonostante le previsioni, che Renzi dice di "non seguire" perche' portano a nascondere i dati reali: "La disoccupazione? Ci sono 54 mila nuovi posti di lavoro, ma nessuno o quasi lo sa", sottoliena Renzi. Il leitmotiv coraggio contro la paura, Renzi lo utilizza anche quando i giornalisti gli chiedono del taglio ai permessi sindacali: "Figuriamoci", risponde, "se temiamo di dimezzare il monte ore dei permessi. Nessuno, pero', vuole punire i sindacati". E "coraggio" ci vuole anche per affrontare il nodo Alitalia: "L'altrenativa non e' tra x esuberi o y esuberi, ma tra esuberi e chiusura. Non si pio' aver parua di dire le cose come stanno: se le aziende falliscono la gente va a casa. L'alternativa e' tra esuberi e chiusura". Per questo Renzi invita i sindacati alla saggezza: "L'offerta di Ethiad e' molto buona e consentira' alla nostra compagnia di bandiera di avere un grande futuro". C'e' poi quella "rivoluzione copernicana", la "rivoluzione del buonsenso" rappresentata dal combinato disposto di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione e riforme istituzionali: "Si tratta di un'accelerazione dei servizi e di semplificazione per cittadini e imprese - ha spiegato Renzi - al termine dei mille giorni di governo il rapporto con la Pa sara' rovesciato, alla fine di questi percorsi scanditi dai tempi della legge-delega la Pubblica amministrazione mettera' on line tutti i certificati e offrire la possibilita' ai cittadini di scaricarli, e' una rivoluzione copernicana: la Pa va a casa dei cittadini e non piu' il contrario". Silenzio assenso, conferenze dei servizi, dirigenza pubblica, procedura e criteri per l'esercizio della delega sulla semplificazione, riforma dei rapporti di lavoro pubblico sono i punti toccati dal disegno di legge e richiamati dal premier. .