In attesa dell'atteso piano contro la povertà già più volte annunciato per giugno dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (che per il momento ha bocciato il reddito minimo nella versione M5S), restano ancora al palo le due misure specificamente concepite finora per supportare i nuclei familiari alle prese con gli effetti dei lunghi anni della crisi economica. Kamsin Stiamo parlando del bonus per le famiglie numerose, inserito nell'ultima Legge di stabilità. Sono passati, infatti, oltre tre mesi dall'approvazione del provvedimento (la legge 190 del 24 dicembre 2014), ma del decreto necessario un Dpcm per sbloccare la norma, attesa dal 1° gennaio, e renderla finalmente operativa non c'è traccia.
A confermarlo è lo scambio "epistolare" avvenuto nei giorni scorsi all'interno della commissione Affari sociali della Camera, dove i deputati Mario Sberna e Roberto Capelli, ambedue esponenti del gruppo Per l'ItaliaCd, hanno chiesto al dicastero del Lavoro delucidazioni su questa misura, peraltro minimale: si tratta lo ricordiamo di uno stanziamento di appena 45 milioni di euro, da destinare a buoni per l'acquisto di beni e servizi, in favore dei nuclei con almeno 4 figli minori. Un bonus vincolato per di più al reddito: per beneficiarne, quello ai fini Isee (l'Indicatore della situazione economica equivalente) non deve superare 8.500 euro annui.
Sberna e Capelli sottolineano il ritardo, che sta «eludendo le attese» proprio delle famiglie «maggiormente bisognose di aiuti in tempi brevi». La risposta dell'ufficio legislativo del ministero di via Veneto assicura che, «in raccordo con l'Inps», si sta cercando di «garantire, nel più breve tempo possibile, il sostegno economico».
Il problema par di capire sta nel riferimento al reddito Isee, indicatore a sua volta riformato dal 1° gennaio scorso, con annessi ritardi paralleli collegati all'adozione del nuovo strumento. Gli uffici spiegano difatti che «è necessario acquisire dall'Inps un numero congruo di dichiarazioni ai fini Isee per poter simulare gli effetti connessi alla misura e, conseguentemente, l'importo del beneficio».
Al palo anche l'altra misura, il bonus bebe'. Per incentivare la natalità e dare un sostegno economico alle famiglie, la Legge di Stabilità 2015 ha introdotto per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017, un assegno mensile pari a 80 euro o 160 euro mensili secondo i limiti diretto familiare certificati dal modello ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente).
L’assegno, che non concorre alla formazione del reddito complessivo, quindi esente ai fini Irpef, è corrisposto fino al compimento del terzo anno di età ovvero del terzo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione, per i figli di cittadini italiani o di uno stato membro dell’Unione Europea o di cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo residenti in Italia.
Il decreto è stato firmato dal Cdm lo scorso 10 febbraio ma ancora oggi il provvedimento non è arrivato in Gazzetta e, pertanto, la misura non è operativa.
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Zedde