Il provvedimento, che era stato approvato il 9 settembre dall'Aula della Camera in prima lettura, sblocca le somme destinate ai partiti politici previste dal decreto Letta (Dl 149/2013) che avrebbero dovuto ricevere il preventivo via libera della Commissione di garanzia degli statuti per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici, composta da 5 membri designati dai vertici delle tre massime magistrature. Via libera che non è mai avvenuto per la carenza di organico e di competenze tecniche della stessa Commissione che, in sostanza, si arresa al compito affidatogli dal Parlamento.
Il ddl appena approvato introduce una disciplina specifica per gli anni 2013 e 2014 sulle modalità di controllo dei bilanci dei partiti, in virtù della quale non si applica, per quegli anni, la verifica della conformità delle spese effettivamente sostenute e delle entrate percepite alla documentazione prodotta a prova delle stesse, considerato che da parte della Commissione di garanzia non è stato possibile effettuare tale verifica in quell'arco temporale.
In sostanza per questi due anni i rimborsi elettorali saranno erogati senza un preciso controllo su quanto speso dai partiti. Una sorta di tana libera tutti. La verifica si applicherà solo con riferimento ai rendiconti dei partiti politici relativi agli esercizi successivi al 2014. A tal fine l'organico della Commissione di Garanzia viene potenziato con l'innesto di cinque unità, dipendenti della Corte dei conti, addette alle attività di revisione e con due unità, dipendenti da altre amministrazioni pubbliche, esperte nell'attività di controllo contabile.
Contro questo provvedimento si è scagliato il Movimento 5 Stelle, che ha cercato di bloccare in extremis il provvedimento con una serie di emendamenti in aula. I pentastellati hanno esposto una sorta di mastercard formato gigante a colori con su Scritto "boccadutricard" in riferimento al ddl che sblocca il finanziamento dei partiti per il 2013-2014. Lo stesso Grillo ha parlato di una "bella sanatoria sui rendiconti dei partiti, con fondi assegnati ugualmente, pur in assenza di controlli, i quali vengono rinviati al prossimo anno"