Patent Box, pronto il decreto per la tassazione agevolata di brevetti e marchi

Bruno Franzoni Domenica, 30 Agosto 2015
La norma, introdotta nella legge di stabilità 2015, riguarda i redditi derivanti da opere di ingegno. E' già in vigore il credito d’'imposta sulle spese in ricerca e sviluppo.
Patent Box alle battute finali. Dopo la pubblicazione lo scorso 31 luglio in Gazzetta Ufficiale del decreto sulle agevolazioni fiscali in materia di ricerca e sviluppo il Ministero dell'Economia ha annunciato che anche il secondo decreto, quello sui redditi derivanti da opere dell'ingegno (il cd. Patent Box), è stato firmato dai ministri competenti ed è in procinto di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il patent box, nelle intenzioni del governo, dovrebbe frenare la localizzazione da parte di aziende italiane della proprietà intellettuale in giurisdizioni estere più favorevoli e nel contempo attrarre potenziali investitori stranieri.

Con la firma del provvedimento arrivano così al traguardo le due misure contenute nella legge di stabilità 2015 per agevolare le imprese. 

Patent Box. Per quanto riguarda il patent box lo sgravio fiscale riguarda i brevetti, marchi, software protetto da copyright, disegni e modelli giuridicamente tutelati.  Si tratta di un regime fiscale opzionale che prevede l’esenzione parziale ai fini Ires e Irap (pari al 30% nel 2015, al 40% nel 2016, al 50% dal 2017) sui redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti, marchi commerciali, opere dell’ingegno e altri beni immateriali dalla formazione del reddito complessivo.

I redditi agevolati possono derivare da un utilizzo del bene immateriale diretto alla produzione e/o vendita di beni o servizi, oppure possono essere quelli connessi al corrispettivo per licenze o concessioni. Nel caso di utilizzo diretto, è necessaria una procedura di ruling internazionale per determinare i componenti positivi di reddito impliciti (royalties) e i costi riferibili ai componenti. GamsinBonus sulla Ricerca.  Il credito d'imposta in attività di ricerca e sviluppo riguarda invece gli investimenti effettuati a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019.  Il credito d’imposta spetta nella misura del 25% fatte salve alcune tipologie di spesa per le quali si arriva al 50%: costi per il personale altamente qualificato e per contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca o altre imprese comprese le startup innovative. Il credito d’imposta è riconosciuto, fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni per ciascun beneficiario, a condizione che siano sostenute spese per attività di R&S per almeno 30mila euro.  L’agevolazione è fruibile da tutte le imprese senza limiti di fatturato, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

La caratteristica principale di questo «bonus» riguarda il meccanismo incrementale di calcolo: secondo il decreto non sono infatti agevolabili tutte le spese per R&S ma solo quelle sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015.

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Documenti: il Decreto attuativo del ‘Patent Box’Il Dm 27 Maggio 2015 attuazione del credito d'imposta per attivita' di ricerca e sviluppo.

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