Rimborsi Pensioni, in molti non li hanno ricevuti. Ecco gli esclusi

Davide Grasso Lunedì, 10 Agosto 2015
Con il rateo di Agosto i pensionati coinvolti nel blocco biennale 2012-2013 con trattamenti inferiori a sei volte il minimo inps hanno ricevuto importi di gran lunga inferiori a quanto annunciato dal Governo.
Pensionati delusi dai rimborsi stabiliti dal decreto legge 65/2015 per compensare, in minima parte, gli effetti del blocco biennale dell'indicizzazione delle pensioni stabilito dalla Legge Fornero del 2012. Nel cedolino di Agosto la maggior parte degli assegni interessati dal "bonus Poletti" si sono ritrovati sul conto una cifra ben al di sotto rispetto a quanto sbandierato dal Governo agli inizi di Giugno. I 500 euro indicati dal Ministro dell'Economia Padoan sono stati un miraggio per molti, colpa soprattutto del prelievo fiscale che ha abbassato in media del 20-25% un importo già piuttosto magro. 

I piu' fortunati hanno così ricevuto un netto intorno ai 750 euro ma la maggior parte dei pensionati ha ricevuto una cifra di gran lunga inferiore, in media intorno ai 300-400 euro netti. Nel cedolino bisogna fare attenzione ad individuare l'esatto importo sotto la voce "sentenza Corte Cost. 70/2015" senza lasciarsi sviare dagli eventuali rimborsi provenienti dal 730 che potrebbero gonfiare le cifre restituite ad Agosto. In molti casi l'importo netto non ha neanche sfondato i 200 euro, soprattutto per gli assegni piu' elevati.

Pochi denari se si considera che il danno della Fornero ammonta a diverse migliaia di euro e che gli effetti negativi continueranno ad essere trascinati nell'assegno nonostante il piccolo recupero garantito per il futuro dal decreto. Non a caso in questo periodo associazioni dei consumatori e sindacati sono in fermento per raccogliere adesioni con l'obiettivo di riportare il decreto nuovamente all'esame della Consulta. Un percorso legittimo ma che richiederà comunque diverso tempo.  

A chi spettano. Ricordiamo che i rimborsi spettano in favore dei pensionati con un trattamento superiore a tre volte il minimo, che nel biennio 2012-2013 sono stati esclusi dagli aumenti del caro vita. Gli interessati dalla novità sono pertanto i titolari di un trattamento previdenziale a carico della previdenza pubblica obbligatoria al dicembre 2011 ricompreso tra i 1.405,05 euro lordi al mese e i 2.810,10 euro al mese (cioè tra tre e sei volte il minimo inps). Per chi è andato in pensione nel 2012 le classi di assegno sono ricomprese tra i 1.443 e 2.886 euro lordi al mese (cfr: messaggio inps 4993/2015). Nei loro confronti tuttavia i rimborsi saranno inferiori posto che il blocco ha interessato solo l'anno 2013 e pertanto l'effetto rivalutativo è "ridotto" di un anno. 

A chi non spettano. Esclusi dai rimborsi tutti coloro che avevano nel 2011 o nel 2012 importi inferiori rispettivamente a 1.405 euro e 1.443 euro (cioè al di sotto delle tre volte il minimo). Queste classi di assegno, a differenza di quanto si pensa, non hanno subito alcun danno dalla legge Fornero in quanto sono stati pienamente indicizzati all'inflazione nel biennio 2012-2013. Quindi nessun ristoro viene loro concesso. GamsinNo ai rimborsi anche coloro che nelle date indicate avevano un assegno che splafonava rispettivamente i 2.810 euro (2011) o i 2.886 euro (2012), cioè oltre le sei volte il trattamento minimo inps. Questi assegni, in sostanza, non hanno avuto alcun beneficio dal decreto Poletti.

Fuori dal perimetro di restituzione infine tutti i pensionati che sono usciti dal 1° gennaio 2013 in poi. Costoro infatti non hanno subito il blocco disposto dalla Legge Fornero in quanto il proprio assegno è stato rivalutato a partire dal 1° gennaio 2014 per effetto della legge 147/2013.

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Secondo la Cgil il rimborso medio si è attestato intorno Per ottenere la somma non occorre alcuna richiesta. La restituzione sarà automatica per tutte le pensioni vigenti, anche quelle a favore dei superstiti, mentre in caso di decesso del pensionato (senza superstiti aventi diritto) gli eredi dovranno presentare la domanda. 
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