Saranno esenti dall'imposta sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. I sindaci potranno innalzare l'aliquota base dello 0,8 per mille destinando però l'extra gettito al finanziamento delle riduzioni e detrazioni.
E' ormai chiaro. La Tasi avrà le stesse regole di calcolo previste per l'Imu ma non mutuerà le stesse detrazioni. Con la conseguenza che per i contribuenti il conto sarà piu' salato. E non di poco. L'unica speranza è che i sindaci introducano, a livello locale, detrazioni o riduzioni specifiche sulla base dell'extragettito recuperato grazie al Decreto Salva Roma. E' quanto è stato previsto nel cd. Decreto Salva Roma, provvedimento che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e che sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Aliquote piu' alte dello 0,8 - Molti sono i paralleli con l'Imu, la vecchia tassa abolita parzialmente dal governo Letta nel 2013. I comuni avranno infatti flessibilità nella determinazione dell'aliquota con la possibilità di innalzare le aliquote della Tasi di un ulteriore 0,8 per mille. L'extra gettito tuttavia dovrà essere utilizzato esclusivamente per introdurre detrazioni o altre misure "tali da generare effetti sul carico d'imposta equivalenti a quelli determinatisi con riferimento all'Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili".
I sindaci dovranno pertanto decidere se portare il prelievo sulla prima casa dal 2,5 al 3,3 per mille e sulla seconda casa portando le aliquote dal 10,6 all'11,4 per mille. Il gettito aggiuntivo
Immobili della Chiesa - Con il decreto salva Roma il governo ha inoltre esentato dal pagamento della Tasi, così come accadeva per l'imu, gli immobili della Chiesa. E' quanto prevede la "clausola di salvaguardia" secondo la quale vengono esclusi dal pagamento della tassa sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. L'esenzione riguarda in particolare gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato Lateranense.