Tfr, meglio in azienda o in un fondo pensione?

Bernardo Diaz Mercoledì, 09 Settembre 2015
Il lavoratore ha sei mesi di tempo dalla prima assunzione per decidere dove destinare il trattamento di fine rapporto. In caso di silenzio il datore di lavoro dovrà trasferirlo nel fondo di pensione integrativo oppure nel fondo residuale dell'Inps.
Entro sei mesi dall'assunzione il lavoratore si trova di fronte alla necessità di stabilire cosa fare del suo TFR. Si tratta dunque di un problema che affligge in pratica tutte le persone che per la prima volta trovano un regolare lavoro dipendente, assicurato all'Inps. Entro tale termine il lavoratore ha due opzioni. Può decidere di lasciare il TFR in azienda, oppure di toglierlo dalla disponibilità del datore di lavoro e dirottarlo su un fondo pensione integrativa. In tal caso le somme accantonate nelle gestioni pensionistiche complementari danno un interesse annuo superiore a quello, modesto, che garantisce la gestione diretta del tfr in azienda. Ciò significa, in linea generale, che la somma che potrà essere conseguita alla fine del rapporto potrebbe essere piu' succulenta di quella conseguita se il Tfr restasse in azienda.

Spesso però, il lavoratore fa trascorrere inutilmente il semestre senza esprimere l'opzione. Ebbene in tal caso scatta il meccanismo del silenzio-assenso ed il datore dovrà dirottare il TFR in un fondo pensione integrativo. La destinazione del fondo integrativo dipende dalle dimensioni dell'azienda. In quanto se questa opera in un settore nel quale sono stati stipulati contratti collettivi di lavoro a carattere nazionale il trattamento viene trasferito nel fondo creato nell'ambito di tali contratti. Se il settore di lavoro in cui opera l'azienda non ha contratti collettivi e non è possibile ricorrere a tipologie di attività affini il Tfr viene trasferito all'Inps, che ha costituito appositamente un fondo cosiddetto residuale. Gamsin
Se il lavoratore nel corso del tempo cambia azienda e inizia un nuovo lavoro si ripropongono più o meno le stesse situazioni. L'esito dipende in gran parte dalla scelta iniziale del lavoratore. Se aveva optato di tenerlo in azienda, il nuovo datore di lavoro è autorizzato anch'egli a tenerlo in azienda. Salvo che il lavoratore  cambiando idea oltre che lavoro decida di trasferirlo in un fondo pensione. Se aveva scelto di versare il tfr in un fondo pensione, può mantenere l'iscrizione nel vecchio fondo, oppure, nel caso che ciò non sia possibile, può optare per un nuovo fondo pensionistico inerente al nuovo settore di attività. E la posizione maturata può essere mantenuta nel vecchio fondo, oppure chiesta a rimborso, o infine trasferita nel nuovo fondo.

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