Fisco
Tasi 2014, l'acconto di giugno a rischio caos
Niente da fare per l'invio del bollettino precompilato a casa dei contribuenti per il pagamento della Tasi. Mancano i tempi tecnici per l'invio del documento per giugno. I contribuenti di fronte al rebus della Tasi.
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Ormai è chiaro che, per il pagamento della Tasi non ci sarà l'invio dei bollettini precompilati con gli importi da pagare per evitare ai contribuenti di fare errori e recarsi nei Caf o dai Commercialisti per l'appuntamento del 16 Giugno. L'acconto insomma sarà «fai da te» e, molti elementi lasciano prevedere che lo stesso accadrà al saldo di dicembre.
Infatti le regole per il pagamento dell'acconto saranno lineari solo nei Comuni che approveranno le delibere entro il 23 maggio e le pubblicheranno sul sito del MEF entro il 31 maggio. Per i Comuni ritardatari, i proprietari di sola abitazione principale saranno esentati dalla prima rata e pagheranno tutto a dicembre; chi possiede altri immobili invece, dovrà pagare l'Imu in base alle aliquote 2013 e la Tasi allo 0,5 per mille - cioè la metà del parametro standard dell'1 per mille - perchè dovranno parametrarla su un possesso di sei mesi.
Il rischio è di generare un meccanismo di rimborsi e restituzioni. Infatti nei Comuni che nel 2013 hanno stabilito un'aliquota Imu del 10,6 per mille e non pubblicheranno le aliquote 2014 entro il 31 maggio, i proprietari dovranno pagare un acconto Imu del 5,4 per mille (la metà del 10,6) e un acconto Tasi dello 0,5 per mille. L'acconto quindi sarebbe misurato su un'aliquota teorica (fuori limite), dell'11,6 per mille. Se poi il Comune deciderà di non applicare la Tasi su questi Immobili si dovrà procedere al rimborso.
Ma i problemi ci saranno anche nei Comuni che hanno già deliberato e pubblicato le aliquote. Per le abitazioni principali infatti, i Comuni possono aver stabilito particolari detrazioni legate al valore catastale, al numero dei figli o al reddito del nucleo familiare. I contribuenti dovranno quindi analizzare i meccanismi di funzionamento delle detrazioni per evitare di fare errori.
Dubbi anche su come devono comportarsi i proprietari delle abitazioni date in affitto. La regola dell'acconto Tasi con aliquota standard nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, riguarda infatti anche le abitazioni con inquilini che devono pagare una quota che oscilla dal 10 al 30% della Tasi, e che deve essere scelta dal Comune. Non essendoci un parametro standard non si comprende quindi che cosa paghino gli inquilini in acconto.
L'acconto Imu, applicato con le aliquote 2013 nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, comporta anche problemi per le abitazioni di residenti all'estero e anziani lungodegenti, che potrebbero essere successivamente assimilate all'abitazione principale. Anche in questo caso, in acconto si pagherebbe un'Imposta poi non dovuta in base alle regole definitive; problemi che sussistono anche per gli Immobili in comproprietà utilizzati come abitazione principale solo da alcuni proprietari. In questo caso, il problema riguarda anche l'acconto nei Comuni che non pubblicano le aliquote entro il 31 maggio, dal momento che le abitazioni principali non pagano, mentre le altre sì.
Decreto casa, congelate le detrazioni e il bonus mobili
La Commissione bilancio del Senato ferma le modifiche proposte al disegno di legge di conversione del decreto casa.
Dopo alcuni giorni di lavoro è arrivato lo stop della Commissione bilancio del Senato per problemi di copertura al piano casa. In bilico ci sono questioni delicate come l'ampliamento delle agevolazioni fiscali in favore degli inquilini a basso reddito e l'eliminazione del tetto a 10.000 euro per il bonus mobili.
Tutto torna dunque nelle mani del Governo che dovrà decidere se esistono effettivamente spazi di manovra per accogliere le modifiche eventualmente individuando altre coperture. Il via libera dell'Aula è atteso per martedì prossimo 13 maggio, poi inizierà una vera e propria corsa contro il tempo perché il decreto deve essere approvato anche dalla Camera entro il 27 maggio, pena la sua decadenza.
In attesa delle decisioni del Governo, il relatore al provvedimento in Commissione Lavori Pubblici Stefano Esposito (Pd), ha annunciato che intende comunque provare a recuperare alcune misure (oltre a portare a casa il bonus mobili al momento 'congelato'). "Ho già parlato con il Ministro Lupi, che ha messo la faccia su questo provvedimento, che - riferisce - si è impegnato a parlare con il Ministro dell'Economia. Anche perché - ha aggiunto Esposito - chiediamo aggiustamenti non nell'ordine delle centinaia, ma delle decine di milioni". In ogni caso "come relatori, visto che non siamo solo passacarte, proveremo a riformulare alcune proposte".
Imu ridotta per il canone concordato. La Commissione Bilancio ha bloccato l'estensione ai Comuni che hanno subito calamità naturali, la possibilità di riconoscere la cedolare al 10% in caso di contratto di locazione a canone concordato; e la cancellazione delle Imposte di Registro sulla nuova scrittura privata che modifica il contratto di locazione comportante una riduzione del canone.
Sconto Irpef per gli Inquilini a basso reddito. Bocciato anche l'emendamento di Sel che estendeva lo sconto fiscale maggiorato per gli inquilini (in precedenza previsto solo in caso di affitto di alloggi sociali), anche agli affitti da privati. Lo sconto prevede una detrazione di 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro che sembra quindi destinato a rimanere solo per gli inquilini degli alloggi sociali.
Piu' sicura invece l'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero dopo gli effetti della Sentenza della Corte Costituzionale 50/2014. Gli emendamenti proposti dovrebbero mantenere sino al 2015 le agevolazioni previste dal dlgs 23/2011.
Salta invece il censimento degli immobili pubblici e l'anagrafe degli assegnatari di alloggi sociali, e viene fermato anche il tentativo di cancellare il conto dei notai dedicato al deposito del prezzo pagato dagli acquirenti di immobili (introdotto dall'ultima legge di stabilità). «Il caos sulle coperture – commenta la Federazione italiana agenti immobiliari professionali - evidenzia la totale incapacità di comprendere l'urgenza di misure strutturali contro la crisi del comparto immobiliare».
No agli alloggi sociali per chi occupa abusivamente. Dovrebbe passare invece l'emendamento al decreto casa che vieta gli allacci delle utenze a chi occupa gli alloggi abusivamente. Approvato per questo un emendamento del Pd che obbliga i fornitori a chiedere se i richiedenti hanno diritto all'allaccio prima di garantire i servizi. Inoltre chi occupa gli alloggi viene cancellato per cinque anni dalle liste per l'assegnazione delle case popolari.
Bonus Mobili. Lo stop arriva anche per il bonus mobili. La Commissione ha congelato infatti l'emendamento che svincolava il bonus mobili per acquisti fino a 10.000 euro dall'importo dei lavori di ristrutturazione effettuati.
Fisco, dal prossimo anno il 730 sarà precompilato
Prima dell'estate il decreto delegato sulla semplificazione. Bisognerà avere redditi stabili e facilmente identificabili: arriverà a domicilio o sarà consegnato dal datore di lavoro.
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L'Agenzia delle Entrate lavora all'obiettivo di rendere la dichiarazione dei redditi precompilata subito non appena arriverà il via libera del governo che approverà il decreto delega sulla semplificazione fiscale. Proprio il Presidente del Consiglio Renzi chiede con forza la semplificazione del sistema fiscale ed ha annunciato "l'addio dal prossimo anno" al vecchio sistema di dichiarazione dei redditi.
Il 31 maggio sarà dunque l'ultimo appuntamento con i Caf e i commercialisti secondo le intenzioni di Renzi. I 18 milioni di contribuenti risparmieranno dai 30 ai 100 euro l'anno sulla dichiarazione dei redditi e sulla compilazione del 730, il documento nel 2015 arriverà a casa o sarà consegnato sul posto di lavoro.
La precompilazione riguaderà però solo chi possiede redditi stabili e facilmente identificabili: pensionati e lavoratori dipendenti. Questa platea di contribuenti ha un reddito sostanzialmente uguale nel corso degli anni e che l'Agenzia delle Entrate potrà recuperare senza problemi dai cosiddetti sostituti d'imposta.
Il "730" precompilato arriverà anche a chi, oltre al reddito stabile, possiede una casa oppure è costretto a fare la dichiarazione per detrazioni o deduzioni facilmente prevedibili: come ad esempio i bonus pluriennali per il recupero edilizio - il risparmio energetico - mutui - polizze vita - familiari a carico.
La ventata di semplificazioni dovrebbe interessare anche il modello "Unico" anche se probabilmente non si potrà arrivare all'abolizione delle dichiarazioni di professionisti e lavoratori autonomi.
Decreto casa, sì all'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero
Saltano per il momento gli sconti Irpef per gli inquilini a basso reddito che spendono per l'affitto 14 per cento dei propri redditi. Ma ci sarà una sanatoria per gli affitti in nero.
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Nell'esame degli emendamenti al decreto Casa 2014 si è stabilito l'allungamento fino al 31 dicembre 2015 della sanatoria sui mini canoni degli inquilini che hanno denunciato gli affitti in nero e hanno tenuto il pagamento di un canone ridotto del 80 per cento grazie alla norma abrogata la Consulta con la sentenza 50/2014.
Il decreto è arrivato all'aula di Palazzo Madama dove il voto è in programma martedì prossimo. Alcune novità arrivano sul fronte Imu dove viene prevista un'estensione dei benefici per gli anziani lungodegenti. Per tali soggetti scatterà in automatico l'assimilazione all'abitazione principale che prima invece era lasciata alla discrezionalità del Comune, con la conseguenza quindi che, le abitazioni principali degli anziani ricoverati in strutture per la lungodegenza saranno esenti dall'Imu indipendentemente dalle decisioni dei Comuni.
Viene confermata poi l'Imu al 4 per mille per gli immobili concessi in affitto a canone concordato con un agevolazione che al momento si ferma al 2014 che resta soggetta alle decisioni dei Comuni i quali possono alzare o ridurre del 3 per mille l'aliquota di base.
Decreto casa, benzina più cara per finanziare gli Iacp
Dall'anno prossimo scatta un nuovo aumento (5 milioni nel 2015 e 2016, 15 milioni dal 2017) delle accise su benzina e riscaldamento per finanziare gli eco-bonus nelle ristrutturazioni degli alloggi degli Iacp.
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Nella legge di conversione del decreto 66/2014, il cd. decreto casa, è confermata la sanatoria sui mini-canoni degli inquilini che hanno denunciato gli affitti in nero e hanno ottenuto il taglio grazie alla norma cancellata dalla Consulta con la sentenza 50/2014.
Arriveranno poi nuove regole per rilanciare i canoni concordati con l'Imu al 4 per mille, per il solo 2014 e comunque innalzabile fino al 7 per mille dai Comuni, e la possibilità, entro un mese dalla conversione definitiva, di un nuovo elenco Cipe dei Comuni «ad alta tensione abitativa» dove si possono stipulare questi contratti, accompagnati dalla cedolare al 10% grazie alla versione originaria del decreto.
Si specifica poi che la cedolare al 10% si potrà applicare anche ai Comuni interessati da calamità negli ultimi cinque anni; e sempre sul versante abitativo viene introdotta l'assimilazione automatica all'abitazione principale per le case di proprietà di residenti all'estero, a patto che non siano locate o concesse in comodato: su questi immobili, inoltre, Tari e Tasi saranno abbattute di due terzi.
A far discutere è però l'emendamento, il cui primo firmatario è Massimo Caleo (Pd) che riguarda gli interventi di recupero e messa a norma dell'edilizia popolare, che vengono autorizzati a beneficiare di alcune detrazioni: per finanziare questo intervento si prevede, tra l'altro, l'aumento delle accise a partire dal 2015. "Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro il 31 dicembre 2014 - recita il testo dell'emendamento approvato - le aliquote di accisa sui prodotti energetici usati come carburanti ovvero come combustibili per riscaldamento per usi civili", sono "incrementate al fine di assicurare maggiori entrate per un ammontare non inferiore a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e a 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2017".
L'Unione petrolifera, che da tempo mette in evidenza come il continuo ricorso all'aumento delle accise (in alcuni casi utilizzato come clausola di salvaguardia in caso di mancati introiti, altre volte per finanziare specifiche voci di bilancio) contribuisca fortemente al calo dei consumi, sottolinea tra l'altro che in questo modo si agisce "senza tener conto degli effetti che una simile politica ha sul potere di spesa delle famiglie, su un settore già profondamente in crisi e con indubbi effetti recessivi".
Delega fiscale, verso un aumento delle accise sulle sigarette
I tecnici del Ministero dell'Economia lavorano ad un primo decreto delegato che riscrive le accise sulle sigarette per riequilibrare il mercato e i punti di maggiore criticità.
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Con la delega fiscale potrebbe arrivare anche una rivisitazione della normativa fiscale sui tabacchi e prodotti derivati. I tecnici del Ministero dell'Economia stanno infatti lavorando ad un primo decreto delegato che riscrive le accise sulle sigarette per riequilibrare il mercato e i punti di maggiore criticità. A causa della crisi dei consumi e del calo del consumo di tabacco tra le nuove generazioni il settore ha fatto registrare 600 milioni in meno di entrate per la Casse dello stato rispetto al 2012.
Il Governo è intenzionato ad introdurre il cd. onere fiscale minimo, un prelievo che sarà chiamato a sostituire l'accisa minima con una percentuale (tra il 90 e il 100%) dell'imposta che colpisce il prezzo medio ponderato delle sigarette. L' onere fiscale minimo sarà determinato non più sul prezzo del prodotto più venduto sul mercato ma in percentuale sul prezzo medio ponderato determinato sulla base delle analisi dell'andamento del mercato dell'anno precedente. La misura allo studio del Governo dovrebbe, dunque, innescare un aumento dei prezzi delle sigarette del segmento più basso, che oggi si attesta tra 3,8 e 4 euro.
Per quanto riguarda la cd. "specifica", peraltro già aumentata da marzo 2014 dal 6% al 7,5% in base alle normative Ue, il governo potrebbe lasciarla al livello attualmente in vigore dal marzo scorso, anche se la media Ue sulla "specifica" è del 42 per cento. Novità potrebbero arrivare anche sulla tassazione delle sigarette elettroniche e l'esclusione degli apparati elettronici (cavi usb, batterie).