Fisco

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L’ipotesi avanzata da Renzi è di riunificare Imu, Tasi, Tosap (occupazione di suolo pubblico) e forse la Tari (rifiuti). Unificando le varie tasse sulla casa in una «local tax» con un unico pagamento per i contribuenti

Kamsin Il governo procede per la “riunificazione” dell'imposizione fiscale sugli immobili. Presto, assicurano fonti vicine a Palazzo Chigi, il progetto sarà messo nero su bianco con un emendamento dello stesso esecutivo alla legge di Stabilità. Il piano, prevede l’attribuzione ai Comuni del gettito Imu dei capannoni industriali che oggi va allo Stato, ed una contestuale statalizzazione del gettito dell'addizionale Irpef. Il progetto è stato nuovamente discusso ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il suo staff economico, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan in un incontro per fare il punto sul cammino della Legge di bilancio, appena avviato alla Camera.

La nuova imposta sugli immobili non è ancora stata definita, anche se ha già un nome, “local tax”, e dovrebbe servire quanto meno a semplificare gli adempimenti per i contribuenti. L’ipotesi più semplice è quella di riunificare Imu e Tasi, stabilendo nuove aliquote minime e massime per le varie tipologie di immobili. Il governo dovrebbe fare mettere mano alle detrazioni, che oggi sono affidate alla quasi totale discrezionalità dei sindaci, reintroducendo lo sconto “fisso” per i figli a carico. Si punta ad una detrazione standard "fissa" per tutti gli immobili e ad una maggiorazione della detrazione in presenza di figli fino a 26 anni.

Con l’occasione della nuova riforma verrebbe attribuito ai Comuni tutto il gettito dell’Imu, anche quello degli immobili di categoria D, quelli industriali, che in cambio rinuncerebbero alla compartecipazione all’Irpef statale.

Zedde

La tassa locale passa il primo esame tra Governo ed Enti Locali. Ritmi serrati per la sua introduzione dal prossimo anno. Previsto il ritorno ad aliquote standard e detrazioni fisse sull'abitazione principale.

Il clima è positivo - ha spiegato all'uscita il presidente dell'Anci Piero Fassino - e ora si tratta di approfondire i dettagli tecnici, ma l'obiettivo comune è di arrivare ad una local tax condivisa da applicare dal 2015". Continua dunque a ritmi serrati in confronto tra Governo ed enti locali per la nuova local tax, l'imposta che vedrà la luce l'anno prossimo dalla riunione di Imu, Tasi ed altre imposte minori.

Kamsin Il progetto illustrato ai sindaci dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio e dal Sottosegretario all'Economia Baretta, poggia su tre pilastri fondamentali. Da un lato il trasferimento ai Comuni anche il gettito dell’Imu sui capannoni, alberghi e centri commerciali eliminando la loro compartecipazione all’Irpef che sarà statalizzata.

In secondo luogo la nuova imposta avrà aliquote piu' elevate della Tasi. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale il nuovo prelievo risulterebbe dalla somma delle attuali aliquote Imu e Tasi (il cui tetto complessivo è al 10,6 per mille ma incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille). Per le prime case invece l’ipotesi più probabile è il ripristino della detrazione standard già prevista per l’Imu (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni) che però potrebbe essere accompagnata da altre forme di sgravio affidate ai Comuni e basate comunque sull’indicatore Isee. La conseguente riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale (fino all’azzeramento) sarà compensata da un innalzamento dell’aliquota standard, che arriverebbe ad un valore intermedio tra il 3,3 per mille (massimo) applicato quest’anno e il 4 per mille dell’Imu 2012.

Il terzo fattore è dato dall'assorbimento dei tributi minori, come la tassa di occupazione del suolo pubblico, l'imposta sulle affissioni, quella sui passi carrabili. Resterà fuori, almeno per ora, la Tari, la tassa sui rifiuti, dato che le modalità di calcolo sono diverse (per questa imposta non si prende, infatti, in considerazione la rendita catastale dell'immobile), e il Governo ha intenzione di agganciare l'imposta alla quantità di rifiuti prodotti con tempi più lunghi di studio.

Zedde

Quattromila emendamenti,
e siamo solo all’inizio.
Matteo Renzi ha voluto una legge
di Stabilità espansiva, che
per la prima volta dopo anni dà
alle famiglie e alle imprese più
di quello che toglie, e i deputati,
i partiti, alla vista di qualche
risorsa da spendere, si sono
scatenati.
Le 4 mila richieste di modifica
presentate in Commissione
Bilancio alla Camera saranno
scremate a 500, ma poi la valanga
di emendamenti si riabbatterà
sull’Aula di Montecitorio,
poi di nuovo in Commissione
ed in Aula al Senato. Per
la legge di bilancio sarà un mese
e mezzo di cammino parlamentare
arduo, con imboscate
possibili ovunque, e tanti temi
spinosi da sciogliere, come le
tasse sulla casa, sul Tfr e sui
fondi pensione, e le risorse per
gli ammortizzatori sociali, con
la discussione della Legge di
Bilancio che incrocia, pericolosamente,
la delega sul Jobs Act.
Il governo si è già detto disponibile
a ragionare sull’aumento
delle imposte sui fondi
pensione e la rivalutazione del
Tfr, sull’articolazione del bonus
bebè, sul regime dei minimi
per le partite Iva e anche sugli
sgravi Irap per i nuovi assunti.
Ma sempre e solo a patto
che i saldi della manovra, cioè i
grandi numeri, vengano salvaguardati.
Il che restringe parecchio
i margini per una riduzione
delle imposte su fondi pensione
e Tfr, che valgono 400
milioni l’anno, e che i deputati
di quasi tutti i gruppi hanno
chiesto di eliminare.
Oggetto di moltissime proposte
di modifica è la nuova local
tax, che dovrebbe di nuovo
superare Imu e Tasi. Il governo
vorrebbe far scattare il nuovo
regime già dal 2015, ma il semplice
accorpamento delle due
imposte farebbe solo resuscitare
la vecchia Imu. Si vorrebbero
ripristinare anche gli sgravi per
i figli, e cogliere l’occasione per
trasferire ai Comuni anche il
gettito dell’Imu sui capannoni,
eliminando la loro compartecipazione
all’Irpef. Ma è un’operazione
molto complessa, difficile
da fare in poche settimane.
Non si esclude un rafforzamento
delle norme sulle partecipate
degli enti locali, per «forzarli
» a fare altri risparmi.
Sugli sgravi Irap per le assunzioni
a tempo indeterminato
molte proposte puntano allo
stesso obiettivo, vincolare in
qualche modo il comportamento
delle imprese. Escludendo
dal bonus chi ha licenziato,
come ha chiesto la Commissione
Finanze, o chi delocalizza
la produzione, come
chiede Sel, o condizionando le
agevolazioni alle sole assunzioni
aggiuntive. Qualche modifica
condivisa potrebbe emergere
anche sul nuovo trattamento
dei minimi per le partite Iva.
Molti, tra Ncd, Pd e Fi, si sono
schierati contro i tagli ai patronati
e contro la tassazione ad
aliquota marginale Irpef del Tfr
maturando in busta paga, ma
anche questa operazione sarà
difficilmente «compensabile»,
visto che genera un gettito annuo
di oltre due miliardi di euro.
La minoranza del Pd è particolarmente
bellicosa, ed ha
avanzato una buona parte dei
quasi mille emendamenti del
partito del premier, con i quali,
in pratica, riscrive quasi da capo
la manovra. C’è anche la
proposta di un forte aumento
delle imposte di successione
per finanziare il reddito di cittadinanza.
E si chiedono risorse
aggiuntive per gli ammortizzatori
sociali, proprio mentre è
in corso un braccio di ferro tutto
dentro al Pd sulla calendarizzazione
del Jobs Act alla Camera,
che rischia di sovrapporsi.
Tra gli emendamenti presentati
molti riguardano la famiglia,
con un proliferare di
«bonus». Accanto a quello destinato
alle mamme per i bebè,
che Sc e Ncd puntano a modificare
per favorire le famiglie con
i redditi più bassi, sono spuntati
fuori anche il bonus pannolino,
altri aiuti per tre anni
alle neomamme, ed il bonus
per i libri del liceo. Sc vuole più
soldi per gli asili nido (togliendo
100 milioni all’Agenzia delle
Entrate). E non manca il taglio
della spesa per gli aerei militari
F-35, o delle missioni di pace,
proposti da Sel, per rifinanziare
la scuola.
E' stato avviato il confronto politico tra Governo ed amministrazioni locali per la definizione della nuova imposta comunale unica sugli immobili.

Kamsin È partito il confronto per definire i parametri della nuova imposta comunale sugli immobili. E' quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi che confermano le intenzioni dell'esecutivo di introdurre la nuova tassa locale che, dal prossimo anno, dovrà riunire Imu e Tasi. Vita piu' facile, dunque, per i contribuenti dopo il pasticcio creato da Monti e poi da Letta con l'obiettivo dichiarato di rendere piu' semplice il quadro delle imposte locali. All'interno della nuova imposta ci dovrebbero essere anche i tributi minori com le imposte sulla pubblicità e la tassa per l'occupazione del suolo pubblico.

I tempi sono serrati. Oggi è iniziato il confronto tecnico fra il governo ed amministratori locali, un incontro che dovrebbe sfociare in una prima bozza della nuova imposta entro la fine di questa settimana.

I Pilastri della nuova Imposta Comunale unica sono, comunque, chiari. L'idea è introdurre un prelievo di base più alto sulle abitazioni principali accompagnato, però, da una detrazione standard uguale per tutti. Ciò dovrebbe comportare che le case di maggior pregio pagheranno un'imposta più alta rispetto alla Tasi mentre la detrazione standard dovrebbe avvantaggiare le abitazioni con valori castali meno elevati. Un pò come accadeva con la vecchia Imu. I primi cittadini, poi, potrebbero aumentare la detrazione se avranno i conti in regola. Il conto complessivo tuttavia non è destinato a mutare significativamente.

Tra i punti sul piano sul tavolo del governo c'è la possibilità di agevolare ulteriormente il pagamento delle imposte per le famiglie numerose ancorando fissando una maggiorazione della detrazione in presenza di figli sino a 26 anni. Con la nuova imposta verrà meno anche la quota che l'inquilino deve corrispondere, come, invece, prevede attualmente la Tasi.

La riforma dell'imposizione fiscale immobiliare sarà accompagnata da quella del Catasto, altro punto all'ordine del giorno dell'esecutivo. Ieri, infatti, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo sulle commissioni censuarie. La nascita delle commissioni, prevista entro tre o quattro mesi, consentirà di mettere mano ai valori catastali, parametri che ormai non rappresentano piu' il reale valore di mercato degli immobili. 

I nuovi parametri prevedono che, il valore medio degli immobili dovrà essere infatti stabilito sulla base del valore di mercato, indicato in metri quadrati e determinato con funzioni statistiche espressi con un algoritmo frutto di metodologie scientifiche nazionali. La rendita catastale sarà invece determinata con metodologia analoghe a quelle usate per il valore ma basata sul valore locativo.

Zedde

Il provvedimento prevede il superamento dell’accisa minima, bocciata dall’Ue, l’introduzione dell’onere fiscale minimo e l’aumento della tassazione dal 7 al 10%.

Accisa ridotta al 50 per cento per E-CiG e bruciatori. L'accisa sulla sigaretta elettronica sarà determinata sulla tassazione che pesa sul quantitativo equivalente di sigarette tradizionali, con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo di sigarette e all'equivalenza di consumo determinata sulla base di procedure da definire con un decreto dei Monopoli. È quanto prevede il decreto legislativo, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, sulle accise.

Kamsin Il governo ha dunque  accolto le condizioni poste dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, acconsentendo a portare dal 60% al 50% il livello di tassazione delle sigarette elettroniche e sui nuovi prodotti da inalazione senza combustione rispetto a quello delle sigarette comuni. I dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, sono esclusi dalla tassazione.

Il provvedimento prevede, inoltre, il superamento dell’accisa minima, bocciata dall’Ue, l’introduzione dell’onere fiscale minimo (comprensivo cioè anche dell’Iva) e l’aumento della tassazione dal 7 al 10%, che corrisponde a una variazione del prezzo a pacchetto tra i 10 e i 20 centesimi.

Le maggiori entrate, che vengono quantificate in circa 200 milioni, dovrebbero confluire in un apposito fondo per la riduzione della pressione fiscale. Le nuove norme dovrebbero trovare applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2015.

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Le nuove commissioni censuarie e le accise sui tabacchi arrivano al varo finale in Consiglio dei ministri. Ieri i due decreti legislativi hanno ottenuto il via libera definitivo del governo.

Kamsin La riforma del catasto muove i primi passi con l'approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, delle nuove commissioni censuarie. Su proposta del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il consiglio dei ministri ha dato il suo via libera definitivo al decreto legislativo che rivede le commissioni censuarie locali che diventano 106. Accanto al decreto sulle Commissioni Censuarie il Governo ha anche approvato il Decreto sulle accise e sui tabacchi.

Con il secondo decreto attuativo della Delega Fiscale viene, quindi, posata la prima pietra della riforma del catasto che riguarda gli oltre 62 milioni di immobili presenti in Italia. Le Commissioni censuarie dovranno stimare le nuove rendite catastali e i nuovi valori mobiliari, avvicinandoli a quelli di mercato, lasciando invariata la pressione fiscale sui proprietari, impegno quest’ultimo assunto nella delega. Il prossimo decreto, su cui il governo sta già lavorando, metterà a punto l’algoritmo che sarà alla base del calcolo dei nuovi valori e delle future rendite. Tale coefficiente, che potrebbe essere pronto entro dicembre, dovrà essere determinato su qualità, localizzazione, anno di costruzione, stato conservativo degli immobili, e dovrà prendere in considerazione i metri quadri dell'immobile e non più il numero dei vani.

Partendo dai valori di mercato rilevati dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e tenendo conto di posizione e caratteristiche degli immobili, sarà elaborato un algoritmo per calcolare la rendita, partendo questa volta dai redditi di locazione medi e attraverso una formula matematica che intreccerà tutti i dati. Fino ad oggi, infatti, con il sistema di calcolo dei vani poteva succedere che un’abitazione, magari di 2-300 metri quadrati, venisse classificata in categorie con rendite molto inferiori. Una volta sviluppato il nuovo algoritmo, si passerà al censimento degli immobili.

Intanto, dal Cdm di ieri, è già emerso che le categorie catastali che oggi sono 45 diventeranno tre per il residenziale (fabbricati con più unità, unifamiliari e abitazioni tipiche dei luoghi), otto o nove per le categorie ordinarie e 17 o 18 per quelle speciali. Le attuali classi, molto diverse nei vari Comuni, sono destinate a scomparire completamente. 

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Entro la fine della settimana il Governo indicherà il progetto per accorpare Imu, Tasi ed imposte sul suolo pubblico. I sindaci saranno liberi di aumentare o tagliare a proprio piacere i tributi locali.

Kamsin "Se local tax deve essere che lo sia fino in fondo" ha detto a chiare lettere il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. Dalla metà del prossimo anno partirà una delle misure piu' volte annunciate da Renzi, il nuovo tributo unico comunale, destinato a radunare sotto la stessa sigla Tasi, Imu, Tosap (l’imposta sull’occupazione del suolo pubblico) e, forse ma non subito, la Tari sui rifiuti.

La local tax cancellerebbe con un colpo di spugno anche la Tasi a carico degli affittuari, che in questi mesi si è rilevata una seccatura, più per calcolarla che per gli importi in larga misura modesti. Della tassa unica il governo ne ha già cominciato a discutere con l’Anci, l'obiettivo è arrivare entro la fine della settimana ad un testo definitivo e metterlo con un emendamento nella legge di stabilità.

Anche se le difficoltà legate ai meccanismi di calcolo del gettito potrebbero alla fine consigliare un «emendamento annuncio», con data di avvio e contorni della riforma, rimandando i dettagli della stessa a qualche altro provvedimento applicativo.

Ad ogni modo emergono i primi punti fermi della nuova imposta comunale sugli immobili. Con la local tax le addizionali Irpef dovrebbero essere "statalizzate". Il gettito rimarrebbe invariato ma ad incassare sarebbe, quindi, l’amministrazione centrale. Come contropartita del mancato gettito dell’Imu su capannoni, alberghi e centri commerciali, circa 4 miliardi e mezzo che oggi vanno allo Stato e che domani sarebbero incassati dai Comuni.

Il nuovo calcolo dell'Imu dal 2015 - Nelle bozze dell'esecutivo c'è l’ipotesi di riprodurre il modello Imu, con una detrazione fissa di 200 euro e una di 50 per ciascun figlio con meno di 26 anni che risiede nell'immobile adibito ad abitazione principale del nucleo familiare. L'ipotesi detrazioni fisse piace a Renzi soprattutto perchè evita di lasciare mano libera ai comuni, che sulla Tasi sono riusciti a produrre la bellezza di 100mila combinazioni diverse di pagamento. Ai comuni sarebbe lasciata, comunque, la massima autonomia impositiva pur con l'individuazione di una forchetta entro la quale i Comuni potranno scegliere liberamente l'aliquota da applicare suddivisa tra abitazioni principali ed altri immobili. 

A ben vedere, quindi, il passaggio di consegne tra il binomio Imu-Tasi e la nuova imposta comunale rischia di non tradursi in alcun vantaggio per il portafoglio dei contribuenti. Ma il premier è oramai deciso a togliere alibi ai Comuni lasciando loro massima autonomia, sapendo che saranno poi i cittadini elettori a non fare sconti.

Zedde

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