Eleonora Accorsi

Eleonora Accorsi

Sono una giornalista freelance. Collaboro con diverse testate e blog nella redazione di notizie ed approfondimenti su materie fiscali e di diritto del lavoro. Dal 2014 collaboro con la redazione di PensioniOggi.it

Una nota dell'Ufficio Stampa dell'Inps, pervenuta alla Redazione, ha precisato oggi che le procedure per la "quarta salvaguardia" prevista dall'art. 11-bis del decreto legge 102/2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 124/2013, sono ancora in corso. Kamsin L'Istituto di previdenza comunica che "sono in corso di definizione le operazioni di verifica e monitoraggio delle numerose istanze presentate dai soggetti interessati".

A questo riguardo l'Inps ha fatto notare che il criterio ordinatorio è rappresentato dalla prossimità al raggiungimento dei requisiti per il perfezionamento del diritto al primo trattamento pensionistico utile (come precisato dal messaggio inps 522/2014, punto 1.2.2). All'esito delle operazioni i beneficiari della "salvaguardia" in argomento riceveranno apposita comunicazione da parte dell'Istituto.

L'Inps sta procedendo alla verifica delle posizioni individuali di coloro che hanno presentato domanda di ammissione al beneficio della salvaguardia con specifico riguardo al rispetto del vincolo della decorrenza della prestazione pensionistica che, com'è noto, deve avvenire entro e non oltre il 6.1.2015. La precisazione comporta che gli interessati devono aver maturato un diritto a pensione, con le vecchie regole pensionistiche, almeno con 12 mesi di anticipo (14 per coloro che accedono alla pensione con i 40 anni di contributi). Al fine della verifica della propria posizione assicurativa molti degli interessati alla quarta salvaguardia si sono visti peraltro richiedere dall'istituto, nelle ultime settimane, di fornire una documentazione integrativa.

Zedde

I dipendenti pubblici che hanno raggiunto la massima anzianità contributiva potranno essere collocati in pensione d'ufficio dalle Pa al raggiungimento dei 62 anni. Kamsin La Ministra Marianna Madia difende la misura che è stata introdotta in Commissione Affari Costituzionali con un emendamento al Dl 90/2014 (su Pensioni Oggi i dettagli della norma) nel corso dell'intervista rilascia a Roberto Giovanni del Quotidiano "La Stampa". La norma si appresta ad essere votata in queste ore alla Camera.

 "Il mio bilancio è molto positivo. Temevo che in Parlamento si potessero manifestare forze che si facevano portatrici delle tante resistenze e dei tanti interessi particolari che sono stati toccati. Invece in Commissione c`è stato un dibattito molto onesto, che ci ha permesso di migliorare il testo anche in punti in cui oggettivamente era poco equilibrato. Abbiamo mantenuto l`impianto, senza snaturarlo, e migliorandolo. Su nodi spinosi - segretari comunali, avvocati dello Stato e pubblici, Camere di Commercio, incentivi per i dirigenti - abbiamo trovato soluzioni eque. È importante che si sia potuto discutere in modo concreto e non paralizzante" ha detto il Ministro.

Sì, ma adesso in Aula a Montecitorio si annunciano mille emendamenti...
«Appunto, abbiamo discusso per una settimana, giorno e notte, in Commissione; mille emendamenti sono un`esagerazione. Valuteremo se mettere la fiducia».

Poi ci sarà l`esame della legge delega. Non teme imboscate parlamentari?
«Il ddl delega è calendarizzato in Senato, spero in una approvazione entro la fine dell`anno per varare dall`inizio del 2015 i decreti delegati. L`esito del confronto sul decreto mi rende più ottimista.
È stata davvero una bella discussione, anche considerando le resistenze molto forti di interessi particolari, che hanno premuto sia sul governo che su singoli parlamentari. I rappresentanti di questi interessi ce li siamo a volte ritrovati proprio davanti la porta della Commissione...».

Lobbisti? Di chi?
«Tantissimi, non posso citarli tutti».

Davvero non avete «mollato» su nulla?
«Macché. Sui distacchi sindacali dimezzamento era, e dimezzamento è rimasto. Sulla mobilità obbligatoria nel pubblico impiego, resta la regola che non saranno i sindacati a gestirla. Abbiamo solo inserito una deroga per le madri con figli che hanno meno di tre anni e per chi usufruisce della legge 104 e ha un disabile a carico».

Tuttavia la riforma non genera risparmi di spesa, e la cosa non è piaciuta a Renzi...
«I capisaldi della riforma erano l`equità e il cambiamento della pubblica amministrazione. Non volevamo fare cassa. Ma ci sono norme che producono risparmi significativi».

E sull`età di pensionamento dei «pubblici»? State sfasciando la riforma Fornero?
«Nessuna deroga, nessun pensionamento generalizzato a 62 anni. Abbiamo solo applicato una misura che già esiste nel privato. Quando il dipendente pubblico raggiunge il massimo dell`anzianità contributiva possibile, cioè i 42 anni e sei mesi prescritti dalla legge Fornero, l`amministrazione può unilateralmente dire al lavoratore di andare in pensione d`ufficio».

Uno degli obiettivi della riforma era liberare posti per i giovani. Par di capire che non ci sia da aspettarsi granché.
«C`è comunque una forte inversione di tendenza. Abbiamo varato norme giuste, che hanno generato grandi proteste. Pensiamo ai professori, oppure ai magistrati, con l`abolizione dell`istituto del trattenimento in servizio per tutti. Prima l`amministrazione concedeva a tutti il "trattenimento in servizio", che in teoria era discrezionale . E se si considera che i trattenimenti erano già compresi nei limiti assunzionali, quella persona che rimaneva in servizio rubava un posto a un giovane».

E poi gliene rubava un altro da pensionato, in qualità di consulente.
«Infatti. Per questo ora c`è il divieto assoluto di continuare per i pensionati ad avere lavori nella pubblica amministrazione. Al massimo si può restare un anno, e a titolo gratuito».

Sicura che non riusciranno a trovare una scappatoia?
«Violerebbero la legge. Sfido le amministrazioni a farlo».

Zedde

Il Consiglio regionale lombardo ha approvato oggi un emendamento all'assestamento di bilancio per autorizzare la concessione di un finanziamento di 500 mila euro a favore dei lavoratori esodati, in attesa di raggiungere l'età del pensionamento e in situazioni di difficoltà finanziaria. Kamsin Nel merito è  intervenuto il consigliere regionale Antonio Saggese, firmatario del provvedimento: "Tramite la concessione di un finanziamento di 500 mila euro - ha detto Saggese - Regione Lombardia intende offrire un sostegno economico per cercare di coprire il periodo che manca alla pensione a quei lavoratori che si trovano nella drammatica situazione di essere senza stipendio e di non poter vantare nell’immediato il diritto alla previdenza. Per coloro che si trovano in questa situazione diventa quindi impossibile sostenere ogni tipo di spesa. 

Attraverso questo provvedimento, le cui modalità attuative saranno stabilite dalla Giunta, Regione Lombardia si pone come obiettivo quello di dare una risposta molto concreta alle famiglie di  lavoratori beffati dalla riforma Fornero. Come abbia potuto il Governo precedente creare queste difficoltà  e come può il governo attuale non trovare delle soluzioni mi risulta inspiegabile”. 

 “E' assurdo – ha proseguito Saggese - che sia la Regione Lombardia a dover trovare una soluzione a un problema che non è stato originato da noi ma dal Governo, che ha anche approvato un decreto che porta in dote un ulteriore penalizzazione per gli esodati ancora in attesa della pensione. Se tramite i decreti precedenti, infatti,  il sostegno al reddito disposto per legge copriva per intero il periodo intercorrente tra la cessazione del rapporto di lavoro e l’erogazione dell’assegno previdenziale, questa ultima versione relativa al 2013 copre i lavoratori fino al 31 dicembre 2013, lasciando quindi senza garanzie reddituali minime i soggetti che si sono visti posticipare le cosiddette finestre nell’arco del 2014. Con questo provvedimento si potranno concedere prestiti d'onore da poter rimborsare comodamente nel momento in cui sarà percepita la pensione".

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I tecnici del servizio bilancio della Camera hanno ieri avanzato dubbi di copertura sulle due misure principali in materia previdenziale contenute nel disegno di legge di conversione al decreto legge sulla Pa. Kamsin Ad entrare nel mirino dei tecnici sono proprio le norme in favore dei quota 96 della scuola e quelle che consentono la pensione anticipata senza penalizzazione sino al 2017, norme riscritte in Commissione Affari Costituzionali alla Camera e che ora attendono il via libera dell'Aula.

Sui Quota 96 i tecnici osservano come la soluzione uscita dalla Commissione (qui i dettagli della misura)  ricalchi pressoché integralmente un testo concordato nei mesi scorsi alla Camera su cui il Governo aveva presentato una relazione tecnica che era stata verificata negativamente dalla Ragioneria dello Stato. Secondo i tecnici infatti "la fissazione di un limite massimo di beneficiari, determinato in un contingente di 4mila unità, risulta difficilmente applicabile, anche in considerazione della platea salvaguardata, ampiamente inferiore a quella dei potenziali beneficiari". Del resto osservano i tecnici, l'Inps aveva rilevato in circa 8-9mila i potenziali beneficiari della disposizione ed il rischio è il prodursi di contenzioso nei confronti degli esclusi qualora il numero dei richiedenti il beneficio fosse superiore a 4mila unità. Senza contare che, se la platea fosse piu' ampia, si modificherebbero anche le coperture.

Stessi rilievi vengono opposti dalla Ragioneria anche alla norma che consentirebbe l'eliminazione dei disincentivi all'uscita prima dei 62 anni per chi ha raggiunto i requisiti della pensione anticipata (vedi i dettagli della misura). Anche in tal caso - osservano i tecnici - si è richiamato un "testo unificato preesistente che è stato verificato negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato, secondo cui la quantificazione risultava sottostimata in ragione del numero di soggetti potenzialmente interessati".

"I rilievi potrebbero diventare un ostacolo ad un rapido passaggio parlamentare del testo se il governo non dimostrerà coerenza nella volontà di risolvere questi problemi" ha indicato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Queste misure, sostenute da un ampio schieramento di forze, debbono andare a buon fine: una nuova delusione sarebbe fonte di grave conflitto politico" ha avvertito Damiano.

I nodi tuttavia saranno sciolti a breve. Oggi infatti la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, dovrebbe indicare se l'esecutivo chiederà la questione di fiducia in vista della prima lettura della Camera che dovrebbe concludersi entro questa settimana; ed in tal caso l'esecutivo dovrà indicare se stralcerà o meno le due misure dal testo su cui intende porre la fiducia.

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Sul pensionamento d'ufficio "noi responsabilizziamo molto le amministrazioni: è l'amministrazione che deve capire se quella è un'eccellenza, che serve o se invece ha senso dare opportunità alle nuove generazioni". Kamsin E' quanto ha commentato oggi il ministro della Pa, Marianna Madia, parlando, a margine dei lavori alla Camera, delle novità inserite nel decreto legge di riforma della pubblica amministrazione che, come già anticipato da Pensioni Oggi, consente alle Pa di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro al perfezionamento della massima anzianità contributiva (cioè 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne) purchè il dipendente abbia raggiunto i 62 anni. 

"Noi non andiamo in deroga alla Fornero - spiega - ma abbiamo posto una serie di paletti" di anzianità e anagrafici, specificando la necessità di motivare la scelta "con criteri oggettivi", così da applicare la norma "in modo virtuoso e non vizioso o arbitrario". In questo modo, aggiunge il ministro, "le eccellenze indispensabili non saranno sostituite, potranno restare. Ma, in alternativa, ci sarà la possibilità di fare entrare giovani". Sul numero di uscite possibili attraverso gli strumenti previsti nel dl, il ministro non fa stime: "esistono delle platee potenziali, ma bisogna capire quante sarebbero andate in pensione di loro spontanea volontà e, poi, tra quelle che non l'avrebbero richiesto, quelle a cui lo richiede l'amministrazione". Di certo, sottolinea Madia, "la norma non basta a sbloccare le ingiustizie subite e che stanno subendo le giovani generazioni, ma segna un'inversione di tendenza forte".

Generazione cattivi maestri pensi anche a turnover - "Se la generazione di chi finora è stato cattivo maestro, altrimenti non ci avrebbe portato fin qui, si deve porre un problema: quello dell'innalzamento delle percentuali di turn-over. Mentre non serve fare una battaglia per l'eccellenze, visto che lo strumento messo a disposizione con il decreto dà la possibilità di far restare coloro che rappresentano una risorsa". Così il ministro della Pa, Marianna Madia, parlando del pensionamento d'ufficio. "Non c'è quindi alcun problema di lesa maestà", ha indicato il Ministro.

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