Fuori dalle salvaguardie ci sono ancora decine di migliaia di lavoratori che avrebbero maturato un diritto previdenziale entro il 2018. E' necessario provvedere ad un ultimo intervento.
Kamsin "Riconoscere il diritto alla pensione con le regole ante manovra Monti-Fornero a tutti coloro che non erano più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avevano entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedevano il futuro licenziamento e che maturano il requisito pensionistico con le previgenti norme entro il 31.12.2018".
E' quanto ha ribadito la Rete dei Comitati degli esodati nel corso della manifestazione che si è tenuta ieri a Lodi; l'evento era teso a dimostrare che non sono rimasti “solo casi isolati da sistemare” come si "sostiene da più parti nelle ultime settimane" ma ancora decine di migliaia di lavoratori.
La Rete chiede, in particolare che si dia incarico al Ministero del Lavoro ed all’INPS di contare definitivamente quanti lavoratori si ritrovano nelle sopraindicate condizioni, "eliminando tutte le condizioni restrittive (paletti) introdotte nelle sei salvaguardie per ridurre il numero dei potenziali beneficiari, e si proceda urgentemente a sanare il diritto alla pensione per le decine di migliaia di esodati non salvaguardati ancora oggi in attesa". Una prima conta è stata già fatta ed ammonta a circa 49.500 lavoratori (la verifica è stata chiesta dalla Commissione Lavoro della Camera e certificata con tabelle INPS dal Sottosegretario Bobba lo scorso 15 Ottobre 2014).
La Rete, peraltro, ha espresso molti dubbi circa il censimento avviato dalla Commissione Lavoro del Senato in vista dell'adozione di un un nuovo intervento legislativo sulla vicenda. La Commissione infatti ha predisposto delle schede per la raccolta dei casi "individuali" che sono rimasti fuori dal perimetro di tutela individuato con i sei provvedimenti di salvaguardia sino ad oggi varati. La scheda dell'indagine o censimento viene criticata dalla rete dei comitati degli esodati, in quanto - secondo la Rete - lo strumento vuole legare le future salvaguardie al reddito famigliare del 2013 e non alla maturazione del diritto.
Zedde