Pensione anticipata, via le penalità dal 2015

Sabato, 27 Dicembre 2014
La legge di stabilità manda in soffitta il sistema di penalizzazioni che colpiva i lavoratori con meno di 62 anni di età. Ma solo sino al 2017. Da comprendere gli effetti della misura sugli assegni già decurtati.

Kamsin E' fatta. Manca solo l'ufficialità con la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta, ma ormai ci siamo. L'articolo 1, comma 115 della legge di stabilità 2015, approvata in via definitiva prima di Natale, porta un piccolo dono sotto l'albero dal prossimo anno per chi ha iniziato a lavorare molto presto. Viene, infatti, eliminata la penalizzazione per tutti coloro che matureranno tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 Dicembre 2017 i requisiti contributivi per accedere alla pensione anticipata (cioè 42 anni e 6 mesi di contributi e 41 anni e 6 mesi per le donne). 

La legge attuale prevede che le penalizzazioni, un taglio dell'1% per ogni anno di anticipo sino a 60 anni e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto all'età dei 60 anni, non si applicano limitatamente a quei soggetti la cui anzianità contributiva (cioè 42 anni e mezzo o 41 anni e mezzo) sia composta da sola prestazione effettiva da lavoro (piu' alcuni, ma limitatissimi e tassativi, periodi di contribuzione figurativa: ferie, cigo, malattia, servizio di leva, congedi e permessi per l'assistenza disabili, donazione di sangue, maternità obbligatoria).

Ora con la legge di stabilità non ci sarà piu' penalizzazione per le pensioni "decorrenti da gennaio 2015" con un'anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi per le donne e 42 anni e 6 mesi per gli uomini. Il requisito contributivo, peraltro, è destinato a innalzarsi, dal 2016, con l'allungamento della speranza di vita, e saranno necessari, quidni, 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

I principali beneficiari di questa modifica sono pertanto i lavoratori che, nel corso della propria carriera contributiva, hanno avuto periodi ad esempio di disoccupazione indennizzata, mobilità, cigs, maggiorazioni contributive da amianto, da invalidità, scioperi, congedi matrimoniali, riscatto, contribuzione volontaria. Tali periodi, secondo la legislazione vigente, devono essere infatti "recuperati" con periodi lavorativi in quanto non sono utili a "depenalizzare".

Le penalizzazioni, come già detto, sono cancellate solo per le pensioni che saranno maturate fino al 31 dicembre 2017. Dal 1° gennaio 2018, salvo proroghe, il beneficio dunque viene meno. Per tutti. Torna il taglio dell'1% per ogni anno di anticipo sino a 60 anni e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto all'età dei 60 anni.

La legge nulla dice, invece, per quanto riguarda i lavoratori che già hanno subito il taglio dell'assegno, perchè hanno lasciato prima del 2015. L'Inps, tuttavia, potrebbe ammettere al ricalcolo e quindi alla depenalizzazione dell'assegno a partire dal 1° gennaio 2015 su apposita domanda dell'interessato.

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