Pensioni 2015, si acceleri sulla riforma della Gestione separata

Giovedì, 26 Febbraio 2015
Le associazioni delle partite Iva plaudono al blocco degli aumenti delle aliquote contributive nella gestione separata per il 2015. Damiano: "necessario trattare i professionisti senza cassa come i lavoratori autonomi".

Kamsin Dal 1° gennaio 2015, in applicazione della legge Fornero, i contributi Inps della gestione separata, già bloccati nel 2013/2014, sarebbero passati al 30,72% per arrivare al 33%. Il governo ha fatto marcia indietro con l'appoggio di tutti i partiti politici che hanno preso coscienza dell'assurda previsione legislativa e l'aumento dell'aliquota contributiva è stato bloccato.

Per questo motivo sentiamo il dovere di ringraziare tutti i politici che si sono adoperati per la soluzione temporanea del problema, tua proprio a loro rivolgiamo un pressante invito a «battere il ferro a caldo» ed organizzare un Tavolo di lavoro con il ministro Paletti, i presidenti elle Commissioni Lavoro di camera e senato, il presidente dell'inps Tito Boeri e con i rappresentanti delle associazioni dei professionisti che ancora vivono in uno stato di apprensione sia per la perdurante crisi attuale, sia per le aspettative future, affatto rosee sul fronte pensionistica.

L'Ancot ha chiesto audizione sia ai prof. Tito Boeri, che ha assicurato un incontro a breve, sia al ministro Poletti dal quale attendiamo notizie in merito. Non possiamo più attendere, perché la pressione contributiva che già passata dal 21 al 24% con il governo Prodi e il ministro del Lavoro Cesare Damiano, è iniziata dal lontano 2007. Sono anni che i lavoratori autonomi vengono vessati con contributi pesantissimi, con pensioni da miseria e con prestazioni di previdenza e assistenza veramente discriminanti nei confronti di altri lavoratori.

L'Ancot ha già da tempo presentato proposte costruttive per migliorare la struttura previdenziale della gestione separata. L'obiettivo, condiviso anche da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera è di trattare le partite Iva come gli altri lavoratori autonomi facendo pagare i contributi previdenziali al 24%.

La novità per le partite Iva. L'articolo 10-bis aggiunto al decreto legge milleproroghe 2015 riduce, per il triennio 2015-2017, la misura dell'aliquota contributiva pensionistica per i lavoratori autonomi titolari di posizione fiscale ai fini dell’IVA e che non siano né pensionati né iscritti ad altre gestioni pensionistiche obbligatorie. La riduzione non riguarda, quindi, le altre categorie di lavoratori iscritti alla Gestione separata, quali i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (si ricorda che, per questi ultimi, gli oneri contributivi pensionistici sono a carico per due terzi del committente).

Per i soggetti interessati si prevede per il 2015, un'aliquota pari al 27%; per il 2016, un'aliquota pari al 28%; per il 2017, un'aliquota pari al 29%. A decorrere dal 2018, resta ferma la misura - già prevista, con riferimento a tale decorrenza, per tutti gli iscritti alla Gestione separata che non siano né pensionati né assicurati presso altre forme obbligatorie - di 33 punti percentuali.

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