Il documento presenta i risultati di uno studio che si propone di verificare gli effetti di un ricalcolo contributivo applicato alle pensioni vigenti dei professori universitari della Cassa Trattamenti Pensionistici ai dipendenti dello Stato (Ctps). La riduzione media che, con il calcolo contributivo, subirebbe nel complesso il settore e' pari a circa l'11%. Circa il 28% delle pensioni vedrebbe una riduzione dell'importo di piu' del 20%; oltre il 20% delle pensioni avrebbe un vantaggio nel ricalcolo.
Così come osservato per i magistrati, sottolinea l'Inps, rispetto ad altre categorie le riduzioni risultano più contenute in quanto l'età e l'anzianità media alla decorrenza, rispettivamente pari a circa 67 e 40 anni, sono più elevate rispetto al complesso delle pensioni dei dipendenti pubblici.
Le riduzioni in particolare risultano ancora più contenute rispetto a quelle dei magistrati, poiché il calcolo della quota retributiva sconta gli effetti dell'applicazione dell'articolo 40 del Dpr 382 dell' 11 luglio 1980, che ridefinisce la retribuzione imponibile per il calcolo della quota retributiva in base alla percentuale di anzianità a tempo pieno.
Inoltre, come rilevato per i magistrati, l'età non incide sul calcolo della pensione retributiva ma solo su quella contributiva mentre l'anzianità, che incide su entrambi i calcoli, nel sistema contributivo viene valorizzata totalmente. Ad esempio, un professore ordinario, andato in pensione a 69 anni nel 2010 con un assegno pari a 6.070 euro, nel 2015 ha ottenuto una prestazione di circa 1.172 euro lordi al mese più alta di quella che avrebbe ottenuto con le regole contributive. Di contro, un professore associato di pari età e con lo stesso anno di decorrenza alla pensione, nel 2015 vedrebbe il suo assegno pensionistico aumentare di circa 136 euro con il ricalcolo; il sistema contributivo, evidenzia l'Inps, infatti è molto più sensibile alle variazioni della carriera.