Pensioni, Di Maio: Pronti al ricalcolo degli assegni d'oro

Redazione Martedì, 03 Luglio 2018
Il Ministro del Lavoro Luigi di Maio annuncia dopo la delibera sul taglio dei vitalizi l'arrivo di un DDL governativo entro l'estate per tagliare gli assegni d'oro. 
Dopo la delibera sul taglio dei vitalizi agli ex-Parlamentari sarà la volta degli assegni d'oro. Lo ha ribadito il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio intervistato ad Agorà su Rai 3 fissando una roadmap piuttosto precisa. "Questa settimana o al massimo la prossima" si procederà con il taglio dei vitalizi degli ex-parlamentari poi sarà incardinato il disegno di legge sulle pensioni d'oro" con la speranza di approvarlo "entro l'estate" ha detto il Ministro del Lavoro.

Di Maio ha parlato anche del reddito di cittadinanza assicurando che le coperture "sono state individuate anni fa": "Ora si tratta di fare un percorso nella legge di bilancio" e ha indicato tra le voci la spending review, gli interventi sulle concessioni autostradali, il gioco azzardo e tanti altri punti. Di Maio ha aperto a una reintroduzione dei voucher per lavori come quelli domestici, colf e badanti, e in alcuni casi in agricoltura ("se ne puo' discutere") ma ha condannato l'abuso che se ne è fatto tra il 2015 e il 2016 con "record indegni".

L'ipotesi del ricalcolo

Il neo ministro del Lavoro ha già anticipato come vorrebbe intervenire sugli assegni d'oro. Al pari di quanto previsto nella delibera che taglia i vitalizi agli ex parlamentari (che sarà discussa la prossima settimana dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati) la strada indicata dall'esecutivo è quella di un ricalcolo della pensione con le regole del sistema contributivo. Nel corso del question time alla Camera la scorsa settimana Di Maio ha annunciato che il Governo sta "studiando un ricalcolo, anche insieme all'INPS, delle pensioni di importo superiore ai 4 mila e 5 mila euro, con un principio: quello che colui che non ha versato abbastanza contributi per meritarsi una pensione torna ad una pensione per quanti contributi ha versato". I risparmi sarebbero destinati a finanziare la pensione di cittadinanza ad un importo di 780 euro al mese.

In sostanza l'Inps dovrebbe ricostruire la contribuzione annua versata dal pensionato e rivalutarla annualmente per il tasso di capitalizzazione, cioè per la variazione media quinquennale del prodotto interno lordo; il montante rivalutato dovrebbe essere moltiplicato per dei coefficienti di trasformazione creati ad hoc dall'Inps sulla base dell'età di decorrenza della pensione. Una procedura che, a prescindere dai problemi di costituzionalità (andrebbe in soffitta il principio del pro-rata intervenendo in misura retroattiva), creerebbe diversi problemi per la ricostruzione della carriera lavorativa di molti pensionati (in tutte le gestioni esclusive e sostitutive dell'assicurazione generale obbligatoria mancano, infatti, i dati retributivi riferiti alle anzianità contributive maturate prima del 1993 quando entrò in vigore la Riforma Amato).

A parte i proclami sulla possibilità concreta di poter intervenire sulla questione resta parecchio scetticismo dagli stessi ambienti vicino alla maggioranza. Proprio l'altro giorno Alberto Brambilla, estensore della proposta leghista per riformare la legge Fornero, si è dissociato da un ricalcolo sulle pensioni d'oro avvertendo che così facendo si aprirebbe la strada in futuro ad un intervento anche sulle pensioni d'argento e di bronzo. Nelle prossime settimane il Governo Conte dovrà, quindi, ufficializzare come intervenire e verificare la volontà di andare fino in fondo.  



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