Conguagli in arrivo il prossimo anno per tutti i pensionati italiani. Rispetto alla rivalutazione provvisoria del 7,3% scattata dal 1° gennaio 2023 l'Istat, infatti, ha certificato che l'inflazione nell'anno 2022 si è attestata definitivamente all'8,1%. Di conseguenza i pensionati riceveranno quest'anno una pensione di importo inferiore rispetto al dovuto salvo adeguamento e conguaglio che arriverà solo il prossimo 1° gennaio 2024. E' quanto emerge dalla Circolare Inps n. 11/2023 che, come ogni anno, fissa i minimali e massimali utili per il calcolo delle contribuzioni dovute ai fini previdenziali e assistenziali.
Tasso definitivo a + 8,1%
L'applicazione della rivalutazione, come noto, avviene ad inizio di ogni anno in via provvisoria rispetto all'inflazione dell'anno uscente ed in via definitiva rispetto a quella dell'anno precedente sulla base dei valori indicati in un decreto del ministero dell'economia adottato alla fine di ciascun anno. Quest'anno il decreto ministeriale 11 novembre 2022 ha fissato il tasso provvisorio, relativo ai primi 9 mesi del 2022, in misura pari al 7,3%. L'Istat, tuttavia, ha certificato che l'inflazione è continuata a salire nell'ultimo trimestre del 2022 attestandosi ad un definitivo + 8,1%.
Pertanto, l'anno prossimo le pensioni dovranno essere adeguate corrispondendo anche gli arretrati maturati nel 2023. Su questo incremento, peraltro, si aggiungerà anche il tasso ISTAT previsionale registrato per l'anno corrente diffuso a fine novembre. A conti fatti una pensione di 2.000€ al mese riceverà dal 1° gennaio 2024 un adeguamento di 15 euro al mese e circa 200 euro di arretrati. In tabella gli aumenti con le nuove fasce di perequazione contenute nella legge n. 197/2022.
Minimi retributivi
Se per l'aggiornamento delle pensioni occorre attendere, il coefficiente ISTAT del 8,1% va già utilizzato per fissare i minimali e i massimali dovuti dai datori di lavoro per il versamento dei contributi per l’anno corrente. Il conto è salato. In particolare nel 2023 il minimale giornaliero da assoggettare a contributi sale a 53,95€, pari al 9,5% di 567,94€, il nuovo minimo di pensione nel FPLD (che aggiorna quello provvisorio di 563,75€). Lo stipendio minimo contributivo mensile (minimale giornaliero per 26) risulta quindi pari a 1.402,7 euro. Sale a 29,98€ il minimo giornaliero delle retribuzioni convenzionali e a 8,09€ il minimale orario per i lavoratori dipendenti in regime di part time (40 ore settimanali).
Effetti previdenziali
Aumenta anche lo stipendio minimo necessario per l'accredito di una annualità ai fini pensionistici per i lavoratori dipendenti del settore privato. Siccome il limite per l'accredito completo dei contributi obbligatori e figurativi settimanali è fissato nella misura del 40% del trattamento minimo di pensione nel 2023 occorre uno stipendio di 11.813€ per avere 52 settimane accreditate nel FPLD ai fini pensionistici (cioè 227,18€ per ogni settimana). Questo limite, di regola, coinvolge i lavoratori in regime di part-time che hanno basse retribuzioni annue.
E' aggiornato anche il massimale annuo per i nuovi assicurati dal 1° gennaio 1996 (cioè per i cd. contributivi puri) o per quelli che optano alla pensione contributiva. Nel 2023 non si pagano contributi sulle somme che eccedono i 113.520,00 euro annui. Il contributo aggiuntivo dell'1% a carico del lavoratore ai sensi dell'art. 3-ter legge n. 438/1992 si applica, invece, sulla retribuzione eccedente i 52.190€ che diventa la prima fascia di retribuzione pensionabile. Sono aggiornati, inoltre, anche i valori di retribuzione oltre i quali i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti sono tenuti a versare il contributo di solidarieta'.
Handicap
E' aggiornato, infine, il tetto massimo complessivo della retribuzione per congedo straordinario per assistere un familiare con handicap e dei relativi contributi obbligatori a carico dell’amministrazione pubblica. L'Inps comunica che il valore quest'anno non può eccedere i 53.687,00 euro.
Documenti: Circolare Inps 11/2023