Pensioni, Ok alla proroga di Quota 103 nel 2025

Venerdì, 25 Ottobre 2024
Lo prevede un passaggio della legge di bilancio presentata dal Governo. Via libera anche alla proroga di Opzione Donna e Ape Sociale. Cambia il trattenimento in servizio nelle amministrazioni pubbliche.

Più vantaggioso l’incentivo al posticipo del pensionamento per i lavoratori dipendenti in possesso di Quota 103. Dal prossimo anno, infatti, la corresponsione in busta paga della quota di contribuzione IVS a loro carico sarà esentasse rendendo più appetibile l’incentivo. Lo prevede un passaggio della bozza del disegno di legge di bilancio per il 2025 con il quale il Governo conferma le misure di flessibilità in uscita attuali. Tra le altre novità torna il trattenimento in servizio per i dipendenti pubblici che potrà essere concesso, d’accordo con l’interessato, sino al 70° anno.

Quota 103

La novità principale resta la proroga di un anno di Quota 103 contributiva. Potranno, dunque, conseguire la prestazione tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi che raggiungono 62 anni e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025. Al fine del raggiungimento dei 41 anni di contributi si contano, come noto, tutte le contribuzioni non sovrapposte temporalmente presenti nelle gestioni previdenziali Inps con esclusione delle Casse Professionali.

Il calcolo della pensione avverrà con il sistema contributivo e la misura dell’assegno così calcolato non potrà eccedere le quattro volte il trattamento minimo Inps (cioè 2.394,44€ lordi al mese da rivalutare per il 2025) sino al raggiungimento dell’età di 67 anni. Superata questa età viene messa in pagamento anche la quota eccedente il tetto. Confermate le finestre mobili: 7 mesi dalla maturazione dei requisiti per il settore privato; nove mesi per il settore pubblico. Il comparto scuola coinvolto nella proroga potrà presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2025.

Resta ferma la regola dell’incumulabilità del trattamento pensionistico Quota 103 con redditi da lavoro, dipendente o autonomo, con la sola eccezione del lavoro autonomo occasionale entro 5.000€ annui.

La proroga della misura si porta dietro anche il cd. «incentivo al posticipo al pensionamento», cioè la facoltà per il lavoratore dipendente in possesso dei requisiti di Quota 103, di optare per la corresponsione in busta paga della quota di contribuzione IVS a suo carico (di regola il 9,19%). A differenza della versione vigente si prevede che l’incentivo non costituisca reddito da lavoro dipendente e, pertanto, diventa esente da Irpef.

Pubblico Impiego

Nel pubblico impiego il disegno di legge di bilancio propone un cambio di rotta rispetto al passato con l’obiettivo di incentivare la permanenza sul posto di lavoro anche per chi possiede i requisiti per il pensionamento. L’obiettivo viene raggiunto, da un lato, attraverso l’innalzamento dei limiti ordinamentali che dagli attuali 65 anni di età (validi per la generalità dei dipendenti pubblici) vengono agganciati all’età pensionabile (cioè 67 anni).

Viene, poi, abrogato l’obbligo di collocamento in pensione d’ufficio previsto dall’articolo 2, co. 5 del dl n. 101/2013 (cd. decreto D’Alia). La disposizione da ultimo richiamata impone alle Pa la risoluzione del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che abbiano raggiunto il diritto a pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini; 41 anni e 10 mesi le donne) all’età ordinamentale, cioè 65 anni (67 anni dal 2025). Viene abrogata pure la facoltà, prevista dall’articolo 72, co. 11 del dl n. 112/2008 della risoluzione facoltativa del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che abbiano raggiunto il diritto a pensione anticipata (in tal caso prima del limite ordinamentale).

Infine alle Pa viene riconosciuta la possibilità di trattenere in servizio, previa disponibilità dell’interessato, nei limiti del 10% delle facoltà assunzionali autorizzate a legislazione vigente il personale «anche per lo svolgimento di attività di tutoraggio e di affiancamento ai neoassunti e per esigenze funzionali non diversamente assolvibili». Il trattenimento è consentito non oltre il compimento del 70° anno di età. La predetta facoltà non riguarda il personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello stato (i quali, tuttavia, hanno limiti ordinamentali più alti).

Opzione Donna

Opzione Donna viene confermata con le restrizioni attuali (cioè solo caregivers, invalidi 74% e disoccupate) a condizione che siano stati raggiunti 61 anni e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2024. Restano le riduzioni di un anno del requisito contributivo per ogni figlio sino ad un massimo di due anni e le finestre mobili di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Ape Social

L'Ape Sociale viene prorogata sino al 31 dicembre 2025 sempre con la conferma il requisito anagrafico di 63 anni e 5 mesi. Non ci sono cambiamenti in merito alle categorie beneficiarie e viene confermata la regola dell’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000€ annui. L'assegno è calcolato col sistema misto ma con le limitazioni dell’importo massimo a 1.500 euro lorde mensili, senza tredicesima e senza gli adeguamenti dovuti all’inflazione fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni.

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