L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) mostra preoccupazione nei confronti dei sistemi di pensionamento anticipato introdotti in Italia negli ultimi anni. Nel suo dettagliato report "Pension at a Glance", l'Ocse prende di mira il sistema delle quote, l'Ape sociale e il concetto di lavoratori gravosi, sollevando dubbi non solo sull'ampiezza delle categorie coinvolte ma anche sulla gestione di fenomeni correlati al sistema sanitario piuttosto che a quello pensionistico. Questi aspetti, insieme ad altri fattori, sono ritenuti penalizzanti per le future generazioni, portando la prospettiva di pensionamento per chi entra ora nel mercato del lavoro a un'età eccezionalmente elevata: 71 anni.
Attualmente, l'età di pensionamento in Italia è fissata a 67 anni, ma l'Ocse sottolinea che questa età non è obbligatoria per molti lavoratori, grazie agli accessi anticipati "spesso senza penalizzazioni". Nel report, l'Ocse elenca diversi interventi introdotti negli ultimi anni, come il sistema delle quote a opzione donna, l'Ape sociale e le agevolazioni per i lavoratori gravosi. Tuttavia, secondo l'Ocse, queste opzioni di pensionamento anticipato contribuiscono a un livello di occupazione tra gli over 60 molto basso, prospettando una sfida crescente in un contesto demografico dove la popolazione in età lavorativa è prevista calare di più di un terzo entro il 2060.
Il rapporto evidenzia come garantire benefici relativamente elevati a età relativamente basse, come nel caso del sistema di quota, abbia reso l'Italia uno dei paesi dell'Ocse con la seconda maggiore spesa pubblica sulle pensioni, equivalente al 16,3% del Pil nel 2021.
Un punto chiave sollevato dal report è il collegamento tra età pensionabile e aspettativa di vita. L'Italia è uno dei nove paesi dell'Ocse che impone questo vincolo, anche se nel contesto di un sistema contributivo, l'Ocse sottolinea che non è necessario per migliorare il finanziamento delle pensioni. Piuttosto, si afferma che questa correlazione mira a evitare ritiri prematuri e pensioni troppo basse, incoraggiando al contempo l'occupazione nelle fasce di età più avanzate.
La valutazione critica dell'Ocse apre un dibattito significativo sulla sostenibilità e l'efficacia dei sistemi di pensionamento anticipato in Italia, evidenziando la necessità di una riflessione approfondita su come bilanciare le esigenze pensionistiche con la realtà demografica e finanziaria del paese.