"Il governo non faccia cassa con i pensionati andando a rimettere le mani sul sistema di rivalutazione penalizzando così milioni di persone". A denunciarlo sono i segretari generali dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima, facendo riferimento alla volontà dell'esecutivo di modificare in legge di bilancio il meccanismo di indicizzazione delle pensioni. Il Governo starebbe pensando, infatti, a fermare nel 2019 e negli anni futuri
la perequazione al 95% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 4 volte il trattamento minimo Inps; al 80% sulla quota compresa tra 4 e 5 volte; al 60% tra 5 e 6 volte; e al 50% sopra 6 volte il minimo (si rammenta che il minimo inps per il 2019 è pari a 513 euro al mese). I risparmi derivanti da questa misura, fanno sapere fonti vicine a Palazzo Chigi, sarebbero intorno ai
1,7 miliardi entro il 2021 (200 milioni l’anno prossimo, 600 nel 2020, 900 nel 2021). L'obiettivo è recuperare risorse per finanziare il pacchetto sulla
quota 100 e rispettare i vincoli dell'Unione Europea evitando la procedura di infrazione.
Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di una proroga dell'attuale meccanismo di cui alla legge 147/2013 in scadenza a fine anno, con risparmi ancora superiori ma con effetti più negativi per i pensionati. Vale ricordare che senza la modifica all'esame da gennaio sarebbe tornata una indicizzazione più generosa anche per le pensioni più elevate.
"Sarebbe un atto di imperio - continuano i tre sindacalisti - insopportabile e profondamente ingiusto, nonché un clamoroso passo indietro rispetto agli impegni assunti dal precedente governo che aveva stabilito il ritorno dal 1 gennaio 2019 ad un meccanismo di rivalutazione che fosse in grado di tutelare il potere d'acquisto dei pensionati italiani" chiosano dal sindacato di Corso d'Italia. "Quello che si profila - concludono - non è altro che l'ennesimo furto alle pensioni medio-basse. Già altri governi in questi anni hanno seguito questa strada. Non vediamo pertanto quel tanto sbandierato cambiamento ma il reiterarsi di decisioni sbagliate e punitive verso una fascia di popolazione che avrebbe piuttosto bisogno di essere aiutata e sostenuta. Qualora fosse confermato questo intervento non staremo di certo fermi a guardare, ma ci mobiliteremo".
Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila