Il Reddito di cittadinanza prevede infatti l’erogazione di un beneficio economico condizionato alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei componenti il nucleo familiare maggiorenni, nonché all’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, che prevede attività al servizio della comunità, di riqualificazione professionale, di completamento degli studi, nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale. Il percorso di accompagnamento è definito mediante un Patto per il lavoro, stipulato dai beneficiari con centri per l’impiego, ovvero un Patto per l’inclusione sociale, stipulato con i servizi sociali dedicati al contrasto alla povertà. Sono esclusi dagli obblighi di attivazione lavorativa e di sottoscrizione dei patti i nuclei familiari in cui tutti i componenti in età attiva risultino occupati o frequentanti regolari corsi di studi.
La valutazione multidimensionale
Le linee guida pubblicate dal ministero del lavoro contengono quell'insieme di strumenti che i servizi sociali comunali hanno a disposizione per favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei percettori del RdC. L'iter è articolato tramite una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare riassumibile in tre tappe temporali. La prima consiste in una Analisi preliminare nella quale i servizi sociali compongono il quadro di bisogni del nucleo ed individuano le cause da rimuovere. L'analisi è rivolta a tutti i nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza convocati dai servizi sociali. La seconda consiste in un Quadro di analisi approfondito, realizzato ove necessario, nel caso ne emergesse la necessità in base alle condizioni complessive del nucleo rilevate attraverso l’Analisi preliminare. L'esito di queste due valutazioni può sfociare nella stipula del patto per il lavoro se la situazione di povertà risulta esclusivamente connessa alla sola dimensione della situazione lavorativa (e in tal caso la competenza passa al Centro per l'Impiego); nella stipula del patto per l'inclusione sociale; oppure nella definizione di progetto con i servizi specialistici (ove l'analisi evidenzi particolari situazioni sanitarie, mentali o dipendenze del nucleo familiare).
Il Patto per l'inclusione sociale
Se la valutazione multidimensionale del bisogno sfocia nell'adozione del Patto per l’inclusione sociale i componenti del nucleo familiare percettori del RdC devono sottoscriverlo entro 20 giorni lavorativi dalla data in cui è stata effettuata l’Analisi preliminare. Il patto è stipulato a pena di decadenza dall'erogazione del beneficio economico del RdC (salvo non sia riscontrata una causa di esonero). L’obiettivo del patto per l'inclusione sociale è quello di accompagnare il sostegno economico, con un progetto concretamente orientato alla rimozione delle condizioni che sono alla radice della situazione di povertà.
Il patto è composto da una scheda progetto articolata in tre sezioni: la prima consiste nell'elencazione degli obiettivi generali da raggiungere a seguito della conclusione dell'analisi preliminare; la seconda contiene gli impegni che il beneficiario assume in vista della realizzazione dei risultati attesi, ossia delle azioni da intraprendere, passi da compiere, per raggiungere il risultato: es. il contatto con i servizi, la ricerca attiva del lavoro, l’impegno scolastico per gli eventuali figli, la prevenzione e cura della salute, partecipazione a progetti utili alla collettività, ove istituiti dal Comune, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni (mettendo a disposizione un numero di ore compatibile con le altre attività e comunque non inferiore al numero di otto ore settimanali). La terza sezione riguarda, infine, i servizi, interventi e misure che vengono attivati a supporto del nucleo, in integrazione con il beneficio monetario.
Completa il patto una scheda dedicata agli incontri di monitoraggio e verifica degli impegni assunti, che certifica gli incontri volti ad accompagnare il beneficiario nel processo di cambiamento ed i progressi compiuti. Il monitoraggio concorre anche alla responsabilizzazione dei beneficiari del RdC rispetto al percorso. In tal senso il monitoraggio assume un valore importante al fine dell’applicazione delle sanzioni previste in caso di mancato adempimento degli impegni sottoscritti.
Documenti: Decreto del Ministero del lavoro numero 104/2019