Nella prima intervista rilasciata il presidente in pectore dell'Inps conferma le proprie idee sulla Riforma Fornero e sull'ipotesi di un contributo di solidarietà per dare un maggior equilibrio al sistema previdenziale.
Kamsin "Credo profondamente in tutte le cose che ho scritto" sul tema scottante delle pensioni. Così Tito Boeri, indicato come prossimo presidente dell'Inps dal Consiglio dei ministri del 24 dicembre scorso, commenta il nuovo incarico. Boeri non si sbilancia, nè potrebbe farlo, sugli eventuali correttivi da apportare alla Riforma del 2011 ma, dato che l'economista ha scritto negli anni passati diversi articoli critici sul portale de la "La voce" e sull'Espresso è piuttosto facile individuare il pensiero del futuro presidente dell'Inps in materia pensionistica.
Nel gennaio scorso Boeri teorizzava, in particolare, su di una modifica dei trattamenti "d'oro", e all'ipotesi di introdurre un "contributo d'equita'" (da calcolare sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce importi elevati). Nell'articolo "Pensioni: l'equita' possibile' (cofirmato insieme a Fabrizio e Stefano Patriarca), si sosteneva che e' possibile un'operazione di "equita' inter e intragenerazionale", chiedendo ai pensionati con un reddito pensionistico alto un contributo di equita' basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati; secondo i loro calcoli si incasserebbero piu' di 4 miliardi di euro, "riducendo privilegi concessi in modo poco trasparente". "Questo intervento - concludevano i tre economisti - chiede a solo il 10 per cento dei pensionati che hanno un reddito piu' alto, e che possiedono il 27 per cento del totale delle pensioni, un contributo medio pari a meno di un quarto di quanto non e' giustificato dai contributi che hanno pagato. Cio' riduce solo in parte il mare magnum delle iniquita' presenti nel nostro sistema previdenziale. Ma forse fara' sentire, per una volta, i padri piu' vicini ai figli".
Prima ancora, in un articolo pubblicato dalle pagine dell'Espresso, Boeri ricordava come la Riforma del 2011 avesse innalzato troppo bruscamente l'età pensionabile senza affrontare in modo compiuto il problema dei lavoratori esodati ed esodandi nonchè delle ricongiunzioni onerose, auspicando, pertanto, "specie in un momento così difficile per il nostro mercato del lavoro garantire maggiore flessibilità nei piani di pensionamento".
Se questo era il pensiero di Boeri vedremo nei prossimi mesi, dunque, se la nomina al vertice dell'Inps agevolerà l'approvazione di alcuni correttivi alla Riforma del 2011 come da piu' parti attese.
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Zedde