Si riapre il capitolo sulle pensioni in vista della legge di stabilità per il 2015. Sullo sfondo la possibilità di un temperamento della Riforma Fornero. Ma l'unica novità sicura è il ddl sulla Sesta Salvaguardia.
Kamsin Dopo il brusco stop con il decreto legge sulla pubblica amministrazione, le speranze di una revisione della Riforma Fornero sono affidate alla prossima legge di stabilità. Provvedimento che sarà presentato dal Governo il prossimo 15 Ottobre. Prima di questa data non ci saranno novità sui tanti capitoli che attendono una risposta. Il Decreto legge "sblocca Italia" approvato lo scorso venerdì dal Cdm non contiene infatti alcuna norma in materia previenziale se non lo sblocco di alcuni fondi per la Cig in deroga; e probabilmente non ci saranno novità neanche con la Riforma della Scuola che sarà affrontata mercoledì da Palazzo Chigi. L'attesa qui era tutta per i 4 mila docenti e personale Ata della cd. quota 96 a cui il governo aveva promesso un rapido intervento. Tutto rimandato.
Sono tante dunque le aspettative per la legge di stabilità. In primis c'è il capitolo dedicato agli esodati. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha sostanzialmente confermato, prima della pausa estiva, la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile per chi ha perso il lavoro e non ha ancora i requisiti per la pensione.
L’idea fatta dal Ministro è quella di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.
Tra le ipotesi in campo c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del ”prestito pensionistico“ per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per l’accesso all’assegno pensionistico.
Il nodo principale resta però quello delle risorse. Archiviata l'ipotesi del Ministro di reperirle tramite un contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte, il tesoretto da utilizzare per questi interventi appare molto ridotto; ciò anche alla luce del peggioramento dei conti pubblici su cui pesa il ritorno dell'Italia in recessione, circostanza che potrebbe costringere l'esecutivo ad una rivisitazione dei propri obiettivi. Il rischio è quindi di una ulteriore delusione per chi attende l'introduzione di requisiti piu' morbidi per la pensione.
Stesse problematiche interessano gli altri nodi sul tavolo di Via Veneto. Sulla carta c'è l'ipotesi di introdurre nella legge di stabilità la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane un frettoloso dietrofront sotto le pressioni del Mef, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Costi minori avrebbe invece la ripresentazione della norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli definitivamente le penalizzazioni sull'assegno sino al 2017.
Nel testo presentato dal governo al Senato sul disegno di legge delega sulla Pa sono scomparse le norme che avrebbero consentito l'estensione del pensionamento in deroga a 64 anni anche per i lavoratori del pubblico impiego che hanno raggiunto la quota 96 entro il 31.12.2012; così come l'introduzione nel pubblico impiego del part-time a cinque anni dalla pensione. Anche queste novità ora potrebbero confluire nella legge di stabilità in quanto hanno costi minori rispetto ad altri interventi strutturali.
Allo stato attuale l'unica novità in dirittura d'arrivo, perchè viaggia su un altro binario, è il ddl in materia di sesta salvaguardia. Il provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera, dovrebbe iniziare in Senato l'iter questo mese e consentire ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche.
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