Pensioni

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La novità della finanziaria 2023 è strutturata allo stesso modo di «quota 100» ma con un tetto alla misura dell'assegno che non potrà eccedere cinque volte il trattamento minimo Inps. Durerà solo un anno.
La Corte Costituzionale ha depositato le motivazioni alla sentenza n. 234/2022. Legittima la norma che vieta qualsiasi rapporto di lavoro subordinato, anche intermittente, ai pensionati con «Quota 100».
I chiarimenti in un documento dell’Inps dopo l’assorbimento della gestione sostitutiva Inpgi. L’incumulabilità resta (parzialmente) solo per i trattamenti di invalidità, per la «quota 102» e per i cd. «lavoratori precoci».
Approvata dal Consiglio dei Ministri la legge di bilancio. Tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023 si potrà uscire (anche) con 62 anni di età e 41 anni di contributi ma la misura dell'assegno non potrà eccedere le cinque volte il trattamento minimo Inps.  Opzione Donna avrà requisiti  differenziati a seconda del numero dei figli.
In Gazzetta Ufficiale il Dm che sancisce la maxi rivalutazione del 7,3% dal 1° gennaio 2023 delle pensioni erogate dall’INPS. Ma c’è il rischio taglio con la legge di bilancio.
La combinazione sarà 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Durerà un anno e coinvolgerà circa 50 mila lavoratori in attesa di una riforma da concordare con le parti sociali nel 2023.
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