«Quota 103», restyling di Opzione donna e rinnovo dell’Ape sociale. Sono le principali misure sul fronte previdenziale contenute nella legge di bilancio 2023 appena approvata dal Consiglio dei Ministri. Il provvedimento imbarca anche la maggiorazione dell’assegno unico (50% in più per il primo anno), la stretta sul reddito di cittadinanza e gli incentivi per chi assume under 36.
In attesa della trasmissione ufficiale del provvedimento alle Camere queste le misure annunciate nel comunicato stampa di Palazzo Chigi.
Pensioni
La novità principale è l’introduzione dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 di uno scivolo per andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (cd. «quota 103») senza penalità sul calcolo dell’assegno. Tuttavia l'importo della prestazione, sino alla maturazione dei requisiti Fornero, non potrà superare le cinque volte il trattamento minimo INPS (cioè circa 2.850€ al mese lordi). Sono confermate le finestre mobili di tre mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per il settore pubblico. Per chi ha maturato la «quota 103» entro il 31 dicembre 2022 la finestra si aprirà dal mese di aprile 2023 (se lavoratore privato) e dal 1° agosto 2023 se lavoratore pubblico.
Per chi decide di restare a lavoro, raggiunti i requisiti pensionistici, ci sarà una decontribuzione del 10% con effetti positivi sulla busta paga.
Opzione donna, cioè la facoltà per le sole lavoratrici di ritirarsi dal lavoro accettando un calcolo contributivo della rendita previdenziale, viene rivista. Le donne con due figli potranno accedervi con 58 anni; quelle con un figlio con 59 anni; quelle senza figli con 60 anni.
Viene poi rinnovato l’Ape sociale, l’assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per alcune categorie di lavoratori (disoccupati, invalidi, caregivers, mansioni gravose). Durerà sino al 31 dicembre 2023.
Reddito di cittadinanza
Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decadrà anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua.
Famiglie
La manovra conferma e rafforza il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.
Per favorire l’assunzione dei giovani arriva uno sgravio contributivo sino a 6.000€ annui alle aziende che assumono a tempo indeterminato donne under 36 e percettori del Reddito di cittadinanza. Per i dipendenti, inoltre, ci sarà una aliquota del 5% per premi di produttività fino a 3.000 euro.
Dal 1° gennaio 2023 l’assegno unico sarà maggiorato del 50% per il primo anno, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli. Viene inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per redditi bassi fino a 15mila gestita dai comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta, si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, di una sorta di “buoni spesa” da utilizzare presso punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari.
Fisco
In materia fiscale, si estende la flat tax fino a 85.000 euro per autonomi e partite Iva, si prorogano per il 2023 le agevolazioni per acquisto prima casa per i giovani under 36, oltre a intervenire con una “tregua fiscale” per cittadini e imprese che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà economica anche a causa delle conseguenze del COVID-19 e dell’impennata dei costi energetici. Per i lavoratori autonomi ci sarà una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40.000 euro.