Pensioni

Pensioni

La Camera dei Deputati adotta una risoluzione congiunta per estendere i benefici previdenziali previsti dal Dlgs 67/2011 in favore dei lavoratori addetti alle mansioni usuranti.

Kamsin Il Governo dovrà verificare se vi siano le condizioni per una estensione dei benefici previdenziali in materia di lavori usuranti, come previsti dal Dlgs 67/2011, ad altri lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti o addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti. E' quanto si legge nella testo della risoluzione congiunta - promossa da Damiano (Pd), Tripiedi (M5S) - elaborata la scorsa settimana dalla Commissione Lavoro della Camera dei deputati.

Il documento, che sarà discusso nelle prossime settimane, intende chiedere un impegno formale del Governo al fine di effettuare una verifica delle risorse impiegate per concedere l'anticipo dell'età pensionabile - previsto in favore dei lavoratori addetti alle mansioni usuranti (che com'è noto possono accedere alla pensione con il sistema delle quote con un minimo di 61 anni di età e 35 anni di contributi) - nei confronti di altre tipologie di lavoratori, come ad esempio i lavoratori addetti ad attività manuali nel settore dell'edilizia.

La richiesta parte dalla constatazione che i fondi stanziati dal Dlgs 67/2011 sono stati ampiamente "sottoutilizzati" rispetto alle previsioni. Infatti nell'anno 2011 risultavano presentate 11.124 domande di pensionamento, di cui solo 3.089 accolte e 8.035 respinte per carenza dei requisiti di legge; le domande accolte relativamente all'anno 2012 sono state circa 3.500, con un onere di circa 72 milioni di euro, mentre per il 2013 le domande accolte sono state circa 1.600, con un onere di circa 79 milioni di euro. Pertanto, - si legge nel documento - si sono registrati risparmi di spesa pari a circa 278 milioni di euro per l'anno 2012 e circa 304 milioni di euro per l'anno 2013.

Il testo della risoluzione intende impegnare il Governo: "- a effettuare una ricognizione del numero dei lavoratori che in ciascun anno hanno avuto accesso al pensionamento sulla base dei requisiti previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, e successive modificazioni, verificando la spesa sostenuta annualmente per tali pensionamenti;
- a verificare, anche alla luce di tale ricognizione, la congruità dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7 del citato decreto legislativo n. 67 del 2011, fornendo altresì indicazioni circa il possibile andamento della spesa per l'attuazione del medesimo provvedimento nei prossimi anni; ad informare le Camere degli esiti delle predette ricognizioni;
- ad adottare ogni utile iniziativa di carattere amministrativo o normativo per assicurare l'effettiva destinazione alle finalità di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011 delle somme stanziate e non ancora impiegate, nonché a valutare ogni opportuna iniziativa di modifica alla normativa vigente per garantire l'integrale utilizzo delle somme dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7 del medesimo decreto legislativo, verificando in particolare se vi siano le condizioni per una estensione dei benefici anche ad altri lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti o addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, quali, in particolare, i lavoratori addetti ad attività manuali nei settori dell'edilizia ed affini".

Zedde

I Comitati degli Esodati chiedono una ulteriore modifica della normativa che estenda sino al 2018 i termini per maturare il diritto alla pensione per entrare nella salvaguardia.

Kamsin La Rete dei Comitati degli Esodati chiede alle forze politiche e al Governo l'inserimento di una nuova misura in materia di deroghe alla Riforma Fornero del 2011 in occasione dell'inizio della discussione in Parlamento della legge di stabilità per il 2015. La modifica - si legge in un comunicato della Rete - deve andare nel senso di riconoscere l'estensione delle tutele per tutti coloro che, quando la manovra del 2011 è stata varata, erano già privi di occupazione  (perché esodati, contributori volontari, mobilitati, licenziati, ecc.) o avevano sottoscritto accordi che li avrebbero resi tali e si trovavano nella condizione anagrafica e contributiva per conseguire il pensionamento in un tempo ragionevole quale è il periodo 2012-2018.

La Rete chiede che la salvaguardia sia garantita a tutti coloro che abbiano i seguenti 2 semplici requisiti (evitando qualsiasi “paletto” restrittivo e lotteria): 1. Non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedano il futuro licenziamento. 2. Maturare il requisito pensionistico con le previgenti norme entro il 31.12.2018.

La scorsa settimana la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha svolto un atto di sindacato ispettivo per conoscere l'esatto numero dei lavoratori che potrebbero essere interessati ad una simile estensione.

guidaesodati
Zedde

"Rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati". Uil: "pronti allo sciopero contro il blocco dei contratti nelle Pa".

Kamsin Il presidente della commissione Lavoro alla Camera e relatore del Jobs act, Cesare Damiano (Pd), parlando della legge di stabilita’, definisce ”positivo l’incentivo per le nuove assunzioni”, ma avverte: ”Pensiamo debba essere corretta la sua durata triennale”. Ecco che, aggiunge, ”chiediamo al governo di spalmare l’incentivo su un numero superiore di anni e di vincolarlo al proseguimento dell’attivita’ e al mantenimento dell’occupazione”.

 Infatti secondo Damiano, ”sulla base dell’esperienza passata, c’e’ il rischio che alcune aziende possano utilizzare l’incentivo per fare concorrenza sleale e dopo il triennio di agevolazioni chiudere l’attivita’ con conseguente perdita di occupazione”. Sempre in tema di lavoro, Damiano considera ”positiva la scelta del governo di abbattere l’Irap sulla platea degli attuali occupati a tempo indeterminato”. Comunque, evidenzia, ”con il passare delle ore si precisano meglio i contenuti della legge di stabilita’ ed e’ apprezzabile lo sforzo del governo in direzione della crescita dell’economia”. Anche se, sottolinea, ”appaiono contraddittorie alcune misure di taglio lineare, come per le regioni, imponendo ulteriori restringimenti ai servizi e allo stato sociale”.

Sul fronte pensioni, capitolo non presente nella manovra, per Damiano ”e’ negativo il fatto che, nonostante le promesse del governo, nella legge di stabilita’ non ci sia alcun cenno al tema. Vogliamo ricordare al governo che rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati.

Statali, Uil: sciopero contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego - "I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo piu' conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore". Cosi', il Segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando al Congresso nazionale della UIL-FPL, la categoria degli Enti locali e della sanita', ha annunciato la decisione del Sindacato di via Lucullo di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero.

La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed e' stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. "Il blocco dei contratti - ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento - e' una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: e' inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilita', a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non da' un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a Cgil e Cisl di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguira' fino a quando il Governo non avra' cambiato verso".

Zedde

Un atto ispettivo della Commissione Lavoro della Camera dei deputati accerta i potenziali interessati da un ulteriore intervento in favore dei lavori che hanno perso il posto di lavoro nel 2011 e che sono senza stipendio e pensione.

Kamsin Sono circa 46.200 i lavoratori attualmente rimasti senza pensione e lavoro che potrebbero essere salvaguardati se il disegno di legge 1558 sulla sesta salvaguardia estendesse al 6 gennaio 2019 (invece del 6 gennaio 2016 come attualmente prevede il citato ddl) i termini utili per maturare la decorrenza della prestazione pensionistica. E' quanto si legge nella risposta fornita dal Sottosegretario del Ministero del Lavoro Luigi Bobba all'atto di sindacato ispettivo promosso dall'Onorevole MariaLuisa Gnecchi (Pd) presso la Commissione Lavoro della Camera de Deputati lo scorso 15 Ottobre.

A questo numero si devono sommare altre 3.300 persone se si ricomprendessero nel profilo di tutela anche i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi stipulati in sede non governativa entro il 31 dicembre 2011 che sono cessati dal lavoro entro il 31 dicembre 2014.

La vicenda - L'atto di sindacato ispettivo chiedeva al Governo di fornire il numero dei potenziali beneficiari delle misure di salvaguardia per l'accesso al trattamento pensionistico nell'ipotesi in cui venissero modificati alcuni requisiti attualmente previsti dalla normativa. Il Sottosegretario Bobba ha indicato che il Parlamento, lo scorso 1° ottobre, ha approvato in via definitiva l'Atto Senato 1558 recante «Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico». Tale provvedimento, "che è segno del costante interesse del Governo per i lavoratori cd «esodati»", garantisce tutela ad ulteriori 32.100 soggetti, appartenenti alle categorie dei: lavoratori collocati in mobilità; prosecutori volontari;  beneficiari dei permessi per assistenza ai soggetti con disabilità; soggetti cessati dal lavoro per accordo individuale o collettivo o mediante risoluzione unilaterale.

Bobba ha quindi fornito due tabelle, secondo le stime dell'INPS, concernenti il numero dei soggetti che potrebbero essere oggetto degli interventi normativi nel senso auspicato dall'On. Gnecchi, oggi esclusi dalle sei salvaguardie. Ebbene la prima tabella mostra in particolare i dati relativi: – ai lavoratori autorizzati ai versamenti volontari indicati alla lettera b) dell'articolo 2, comma 1, del disegno di legge S. 1558; – ai lavoratori cessati di cui alla lettera c) del medesimo comma 1 dell'articolo 2; – a quelli beneficiari di permessi e congedi indicati nella lettera d) della medesima disposizione; – e ai lavoratori con contratto a tempo determinato di cui alla successiva lettera e); che sarebbero interessati dall'intervento prevedendo la maturazione del trattamento pensionistico, rispettivamente, al 6 gennaio 2017, al 6 gennaio 2018 e al 6 gennaio 2019.

"L'INPS ha tuttavia precisato - si legge nella risposta del Sottosegretario - che il numero totale dei potenziali beneficiari – pari a 46.200 – non tiene conto dei soggetti esclusi dalle precedenti salvaguardie poiché eccedenti rispetto ai contingenti determinati dalla norma. Mi riferisco, in particolare ai soggetti previsti dalla lettera d) del citato comma 1 dell'articolo 2".  "Per quanto riguarda il quesito inerente i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011 – di cui alla lettera a) dell'articolo 2, comma 1, – la seconda tabella mostra i possibili inclusi se la data di cessazione del rapporto di lavoro venisse spostata (dal 30 settembre 2012) al 31 dicembre 2012, al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2014" ha indicato il Sottosegretario.

"Evidenzio, inoltre, che tale platea include soltanto coloro che hanno sottoscritto accordi di tipo non governativo, in quanto tutti coloro che hanno sottoscritto un accordo governativo risultano essere già beneficiari di salvaguardia anche se il rapporto di lavoro è cessato dopo il 30 settembre 2012.  Da ultimo preciso che la tabella 2 è stata elaborata dall'INPS sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro, non essendo disponibili i dati certi sugli accordi di tipo non governativo" ha concluso il Sottosegretario.

guidaesodati
Zedde

Con la legge di stabilità Renzi dice "no" agli interventi previsti nel Dossier Cottarelli di inizio anno. Nessun taglio alle invalidità e al prelievo sulle pensioni d'argento. Ma i problemi sul tavolo restano gli stessi. 

Kamsin La legge di stabilità ha effetti quasi neutri per centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati. Il Governo non ha previsto sostanziali modifiche sulle pensioni nè in senso peggiorativo nè migliorativo. Congelati dunque quegli interventi che erano stati proposti nel Dossier Cottarelli ad inizio anno che avrebbero portato ad una stretta sugli assegni di accompagnamento per l'invalidità (nel documento elaborato dal Commissario Straordinario si proponeva di ancorarli ad un requisito reddituale intorno a 30-45 mila euro annui) e sulle pensioni di reversibilità.

Il Documento "suggeriva" inoltre al Governo l'introduzione di un contributo di solidarietà sugli assegni superiori a 2mila euro netti al mese nonchè l'incremento di un anno dei requisiti per accedere alla pensione anticipata per le lavoratrici.

Si tratta di un importante riscontro dato che, simili proposte avrebbero comportato un ulteriore indebolimento delle prestazioni sociali e inferto un duro colpo, l'ennesimo, al sistema pensionistico italiano. In senso peggiorativo c'è da annotare però una stretta fiscale sulla previdenza complementare e sulle casse private che saranno chiamate a contribuire maggiormente alla fiscalità generale rispetto a quanto accade attualmente. Una misura che può avere anche ulteriori risvolti negativi in quanto, almeno le Casse private, potrebbero essere costrette ad incrementare le aliquote contributive degli iscritti per compensare il prelievo fiscale sugli assegni. 

Dall'altra parte la to do list del governo resta la stessa. Il provvedimento delude infatti le legittime aspettative dei 4mila lavoratori della scuola che si riconoscono nel movimento dei cd. quota 96 e dei lavoratori precoci che chiedono la cancellazione delle penalizzazioni sino al 2017. Resta poi da inserire una soluzione strutturale per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro dopo il 2011 e da concludere il riesame dei lavoratori "salvaguardati" rimasti fuori dalle tutele. Alcune di queste misure potrebbero trovare spazio nel corso dell'esame parlamentare della legge di stabilità (che sarà approvata nel mese di dicembre).

Zedde

La Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati chiede la rapida attivazione della speciale procedura dei "vasi comunicanti" per includere nella quarta salvaguardia i lavoratori che hanno maturato il diritto previdenziale dopo il 31 Ottobre 2012.

Kamsin Sarà necessario che il governo attivi la speciale procedura dei cd. vasi comunicanti di cui all'articolo 1, comma 193 della legge di stabilità 2014 (legge 147/2013) per tutelare i lavoratori che hanno fruito nel corso del 2011 dei permessi e dei congedi per assistere familiari con disabilità gravi e che sono rimasti esclusi dal contingente delle 2500 posizioni in materia di quarta salvaguardia. E' quanto ha ricordato l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd) nel corso di un'interrogazione avvenuta lo scorso 15 Ottobre in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

L'Onorevole ha ricordato al Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba le difficoltà che si sono poste nell'attuazione della cosiddetta «quarta salvaguardia», relativa ai lavoratori che assistono familiari disabili. Per tale platea l'INPS aveva stimato l'esistenza di 2.500 beneficiari, ma in un recente messaggio il medesimo Istituto ha comunicato che detta platea si è esaurita consentendo di salvaguardare solo i lavoratori che maturino i requisiti entro il 31 ottobre 2012. Sono pertanto rimasti fuori dalla tutela i lavoratori che hanno maturato il diritto previdenziale dal 1° Novembre 2012 al 31 dicembre 2013.

"Si rende pertanto necessario attivare il richiamato meccanismo dei «vasi comunicanti», introdotto nella legge di stabilità per il 2014 grazie alla costanza del collega Dell'Aringa, allora Sottosegretario, per porre rimedio a tale situazione, che sicuramente sarà seguita con attenzione dal Sottosegretario Bobba" ha indicato la Gnecchi.

La procedura prevista dall'articolo 1, comma 193 della legge di stabilità 2014 prevede infatti il trasferimento delle risorse nell'ambito delle platee previste dalla legislazione vigente, in relazione all'effettivo utilizzo delle somme stanziate previa adozione di un decreto interministeriale Lavoro-Economia. "Come testimoniato dalla copertura finanziaria della cosiddetta «sesta salvaguardia», - ricorda la Gnecchi - , esistono sovrastime, anche consistenti, nella determinazione di alcune platee, mentre sussistono ancora diverse categorie di soggetti esclusi dalle salvaguardie per questioni prevalentemente nominalistiche".

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati