Pubblico Impiego
Riforma Pa, Ciccone: no all'abolizione dei segretari comunali
Il 15 Aprile si terrà a roma l'assemblea unitaria dell'Unione Nazionale dei segretari comunali contro la proposta governativa di abolire la figura con il ddl delega sulla Pa.
Kamsin No all’abolizione, sì ad una riforma condivisa che possa ripensare e valorizzare la figura del segretario comunale quale posizione di vertice dell’ente locale. Con queste parole d’ordine, ed anche in vista dell’assemblea unitaria nazionale che si terrà a Roma il prossimo 15 aprile, si è svolta venerdì al Belvedere di San Leucio di Caserta l’Assemblea Regionale dell’Unione dei Segretari Comunali e Provinciali della Campania.
Ad introdurre i lavori, che ha visto la partecipazione di numerosi partecipanti provenienti dall’intera regione, nonché una delegazione di giovani Coav, è stato il segretario regionale Andrea Ciccone che ha ripercorso il lavoro dell’organizzazione sindacale dall’aprile scorso, quando il governo ha annunciato i contenuti della riforma della Pa, alle ultime novità relative ai lavori della commissione Affari Costituzionali del Senato. Ciccone ha ribadito la necessità che la categoria, in maniera compatta, si confronti con la politica e i rappresentanti istituzionali affinché, ribadita la contrarietà ad ogni ipotesi abolizionista, la riforma della Pa diventi invece occasione perché il patrimonio di professionalità costituito dai Segretari possa essere utile al sistema delle Autonomie, all’interno di un nuovo scenario organizzativo e istituzionale capace di dare autorevolezza e affidabilità all’azione dell’ente locale e alla sua dirigenza.
Governo conferma l'abolizione della figura. Il relatore, Giorgio Pagliari (Pd), nei giorni scorsi pur essendo disponibile ad approvare alcune modifiche all'esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, ha confermato per ora la volontà di abolire la figura attribuendo a un dirigente il compito di controllo della legalità dell'azione amministrativa e prevedendo che coloro attualmente iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali siano inseriti nelle fasce professionali A e B del ruolo unico della dirigenza degli enti locali.
Le misure sui segretari comunali, tuttavia, non sono state ancora votate attesa la volontà dei membri della Commissione di approfondire i contenuti delle proposte presentate dal governo. La Commissione dovrà tuttavia chiudere l'esame del ddl entro questa settimana per rispettare la volontà, ribadita dal relatore, di portare in Aula il testo entro giovedì.
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Riforma Pa, Ok alla stretta sulle assenze degli statali. Si tratta sui segretari comunali
E' stato approvato l'emendamento che affida all'Inps il controllo sulle assenze dei pubblici dipendenti. Via libera anche alla riforma della responsabilità disciplinare dei dipendenti pubblici.
Kamsin Ok al passaggio delle visite fiscali dalle Asl all'Inps per garantire maggiore efficienza dei controlli. E' stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato l'emendamento del relatore Giorgio Pagliari (Pd) 13.500 che attribuisce al Governo la delega per riorganizzare "le funzioni in materia di accertamento medico-legale sulle assenze dal servizio per malattia dei dipendenti pubblici, al fine di garantire l'effettività del controllo, con attribuzione della relativa competenza all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale".
Con l'emendamento passa anche la delega al Governo per la semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e di premialità, nonché dei relativi soggetti e delle relative procedure. In particolare si prevede l'introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare "finalizzate ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l'esercizio dell'azione disciplinare".
Disabili: maggiori tutele per il rispetto delle quote di riserva
Passa anche un emendamento presentato dai Senatori Morra e Maturani (13.43) per garantire una piu' efficace adempimento degli obblighi di inserimento al lavoro di persone con disabilità come disposte dalla legge 68/1999 (le cd. quote di riserva). Si prevede in particolare la nomina, da parte delle pubbliche amministrazioni con più di 200 dipendenti, di un responsabile dei processi di inserimento dei disabili e l'obbligo di trasmissione annuale da parte delle pubbliche amministrazioni ai Ministeri della semplificazione e della pubblica amministrazione e del lavoro e delle politiche sociali oltre che al Centro per l'impiego territorialmente competente, della comunicazione relativa alle scoperture di posti riservati ai lavoratori disabili, e successiva dichiarazione relativa a tempi e modalità di copertura della quota di riserva prevista dalla normativa vigente.
Concorsi: valorizzati anche coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile
Nelle procedure concorsuali pubbliche saranno previsti, poi, meccanismi di "valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche, con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici e ferma restando, comunque, la garanzia di un adeguato accesso dall'esterno".
Sempre sui i concorsi passa un emendamento che prevede "la predisposizione di strumenti volti a garantire l'effettiva segretezza dei temi d'esame fino allo svolgimento delle relative prove, di misure di pubblicità sui temi di concorso e di forme di preselezione dei componenti delle commissioni".
Segretari Comunali: Pagliari conferma l'abolizione
Partita rinviata invece sulla riforma della dirigenza e sui segretari comunali. Il relatore, pur essendo disponibile ad approvare alcune modifiche, ha comunque confermato la volontà di abolire la figura attribuendo a un dirigente il compito di controllo della legalità dell'azione amministrativa e prevedendo che coloro attualmente iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali siano inseriti nelle fasce professionali A e B del ruolo unico della dirigenza degli enti locali. Verrebbe previsto, inoltre, l'obbligo per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicale con compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo della legalità dell'azione amministrativa. Nel caso dei comuni di minori dimensioni, la funzione di direzione apicale dovrà essere svolta in forma associata. Inoltre, in sede di prima applicazione del decreto attuativo, e per un periodo non superiore a tre anni, l'incarico dovrà essere conferito ai segretari comunali già iscritti nel relativo albo, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.
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Zedde
Riforma Pa, I segretari comunali restano nel mirino del Governo
Il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione concluderà il suo iter in commissione Affari costituzionali questa settimana.
Kamsin Riprenderà domani la discussione in Commissione Affari Costituzionali del Senato del ddl 1577 sulla riforma della pubblica amministrazione. L'obiettivo della Commissione è chiudere l'esame entro questa settimana e quindi presentare il provvedimento dal 31 Marzo in Aula per l'avvio della votazione finale. Sul piatto però restano ancora diversi nodi da sciogliere, a partire dalla riforma della dirigenza pubblica (con la discussa abolizione della figura del segretario comunale) e il passaggio delle visite fiscali dalle Asl all'Inps per garantire maggiore efficienza dei controlli. Da confermare anche la revisione delle camere di commercio, la semplificazione delle norme che portano al licenziamento dei dipendenti, il riordino delle partecipazioni societarie delle pubbliche amministrazioni.
Sulla Dirigenza pubblica il Governo punta ad introdurre i ruoli unificati e coordinati, accomunati da requisiti omogenei di accesso e da procedure analoghe di reclutamento, basati sul principio del merito e della formazione continua nonché su quello della piena mobilità tra i ruoli. La valutazione del dirigente vedrà il "superamento degli automatismi nel percorso di carriera" e il suo aggancio al merito in esito di una specifica valutazione dei risultati conseguiti.
A cambiare sarà anche l'accesso alla dirigenza con l'introduzione del cd. corso-concorso e la retribuzione del dirigente che sarà collegata al tipo di incarico ottenuto e dipenderà dal raggiungimento di specifici obiettivi fissati sia per l'intera amministrazione, sia per il singolo dirigente.
In questo contesto il Governo intende confermare la soppressione delle figure dei segretari comunali e provinciali - con l'inserimento degli attuali nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali - e la facoltà, per gli enti locali privi di figure dirigenziali, di nominare un dirigente apicale (in sostituzione del segretario comunale), con l'obbligo per i comuni con meno di 5.000 abitanti di gestire quest'eventuale funzione di direzione apicale.
Ma nel mirino della Riforma ci sono anche i dipendenti pubblici "normali" per i quali il provvedimento ha in serbo due novità. Da un lato c'è la riorganizzazione delle funzioni in materia di accertamento medico-legale sulle assenze dal servizio per malattia dei dipendenti pubblici, al fine di garantire l'effettività del controllo, con attribuzione della relativa competenza all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale; dall'altro ci sarà una revisione delle norme in materia di responsabilità disciplinare finalizzata ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l'esercizio dell'azione disciplinare ed il licenziamento del dipendente.
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Statali, Ichino: il Jobs si applica anche alle Pa. Nessuna norma lo vieta
Il Senatore Pietro Ichino ricorda che servirebbe una modifica nella legge delega sulla Pa per evitare l'applicazione del Jobs Act al pubblico impiego.
Kamsin Secondo il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, il Jobs act non si applicherà pubblico impiego. Ma nel testo del decreto legislativo sui contratti a tutele crescenti (dlgs 23/2015) non c'è traccia di una norma che escluda le Pa dalla nuova normativa. Lo conferma anche Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia, e Pietro Ichino, senatore del Pd che sottolineano come, nella legge delega, di esclusione del pubblico impiego non vi sia traccia. Ciò vuoi dire che se davvero il governo vorrà escludere gli statali dalla riforma del lavoro, le norme dovranno cambiare e i tempi per l'approvazione, annunciata entro l'estate, risulterebbero stretti.
Per Zanetti la questione è di sostanza: «Dire che la specificità del pubblico impiego rende opportuno non estendere il Jobs act ai dipendenti pubblici è profondamente sbagliato, oltre che ingiusto nei confronti di chi lavora nel settore privato. Semmai è giusto dire che la specificità del pubblico impiego rende opportuni appositi accorgimenti procedurali in una normativa che non può fare figli e figliastri. Di questo dovrebbe occuparsi il ministro Madia». «E' chiaro sottolinea che non deve essere il singolo dirigente a decidere su un licenziamento, ma una Commissione. Ecco mi aspetto che ci si occupi di queste aspetti, ma i principi non si toccano».
Critico verso il messaggio lanciato dalla Madia anche Pietro Ichino. «Poiché il decreto 23, entrato in vigore il 7 marzo scorso, non contiene una norma che escluda il settore pubblico, esso si applica anche al pubblico impiego. È la conseguenza di una norma molto chiara contenuta nel Testo Unico sul pubblico impiego del 2001. In questo senso il governo ha deciso il 24 dicembre e questa scelta è stata confermata il 20 febbraio. Se il ministro Madia intende compiere una scelta diversa, occorrerà che questa si esprima in una modifica della legge delega sulle p.a.; e se ne dovrà discutere in Parlamento». «Per quanto mi riguarda - sostiene Ichino - sono invece convinto che sia giusto e necessario applicare le stesse regole nel settore pubblico e in quello privato, anche se ciò non basta certo a risolvere i problemi delle amministrazioni pubbliche: è altrettanto importante che i dirigenti pubblici siano incentivati e motivati a riappropriarsi delle prerogative manageriali e a esercitarle correttamente e incisivamente».
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Zedde
Riforma Pa, Le forze di polizia scendono a 4. Verso il no alla staffetta generazionale
E' arrivato il sì della Commissione Affari Costituzionali ad un pacchetto di correttivi sul riordino delle Forze di Polizia. Atteso il parere del relatore sulla staffetta generazionale.
Kamsin Procede in Commissione Affari Costituzionali del Senato l'esame e l'approvazione degli emendamenti al disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Il testo sarà in Aula per la prima lettura, però, non prima del 31 marzo nonostante l'accelerazione impressa dalla Commissione negli ultimi giorni. Ieri la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha infatti dato la precedenza al decreto sull'anticorruzione e sulle banche popolari.
Corpi di Polizia. Nella giornata di ieri sono stati però approvati gli emendamenti agli articoli 6 e 7 ed oggi si dovrebbero esaminare gli articoli 8, 9 e 10. Tra le novità da annotare c'è l'assorbimento del Corpo Forestale dello stato nelle altre forze di polizia ed un riordino generale delle funzioni di polizia al fine di evitare sovrapposizioni. Riordino che interesserà anche i corpi di polizia provinciale che però non saranno assorbiti.
Intercettazioni. Un altro emendamento a firma Lucrezia Ricchiuti e Doris Lo Moro (Pd) dà il via alla riduzione del 60% «della tariffa riconosciuta ai gestori di reti telefoniche e del prezzo dei supporti adoperati» per le intercettazioni telefoniche. L'obiettivo è farle diventare meno care.
Poteri del Governo. Palazzo Chigi avrà, inoltre, un ruolo più forte e una sorta di regia allargata per quel che riguarda la vigilanza sulle agenzie governative nazionali, comprese quelle fiscali. Il tutto nell'ambito di un processo di rafforzamento dei poteri del premier, previsto dalla stessa riforma della Pa targata Madia, che riguarda anche le nomine dei manager pubblici.
Enti inutili. Tra gli emendamenti approvati ieri al Senato in commissione Affari costituzionali c'è anche la soppressione degli enti inutili o "in rosso", la possibilità di rafforzare le strutture efficienti «che erogano prestazioni ai cittadini e alle imprese», e la «riduzione degli uffici e del personale anche dirigenziale destinati ad attività strumentali».
Corruzione. Per rafforzare la lotta alla corruzione il Governa dovrà, inoltre, intervenire in tema di incompatibilità per gli incarichi nella Pa ed emanare entro 6 mesi dall'entrata in vigore della riforma i decreti attuativi per «integrare» le regole su pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni nelle pubbliche amministrazioni con il vincolo di precisare gli obblighi per il contrasto alla corruzione.
Pensioni. Nei prossimi giorni saranno invece discusse alcuni emendamenti in materia di pensioni presentati dalla lega per le autonomie e dal movimento 5 stelle. Sul tavolo c'è la proposta di introdurre la staffetta generazionale nelle Pubbliche Amministrazioni e la possibilità per i ferrovieri di andare in pensione a 58 anni con 38 anni di contributi. Due misure su cui tuttavia è probabile il parere negativo del relatore.
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Riforma Pa, sparisce il corpo forestale. Ok al riordino per la polizia provinciale
E' stato approvato un emendamento del relatore al disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione che prevede l'assorbimento del corpo forestale nelle altre forze armate. Via libera anche al riordino della polizia provinciale.
Kamsin I corpi di polizia passeranno da 5 a 4 e dagli accorpamenti-assorbimenti almeno per ora resta fuori la polizia provinciale. E' quanto emerge dalla seduta della commissione Affari costituzionali che ha approvato un emendamento del relatore all'articolo 7 della delega sulla P.A.
L'emendamento depositato da Giogio Pagliari (Pd), relatore al provvedimento, prevede infatti una delega al Governo volta alla "razionalizzazione e potenziamento dell'efficacia delle funzioni di polizia anche in funzione di una migliore cooperazione sul territorio al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, tenendo conto delle esigenze connesse all'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56".
Nonchè una ulteriore delega che assicuri il "riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, con conseguente riordino dei corpi di polizia provinciale, nonchè con riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo nelle altre Forze di polizia, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell'ambiente, del territorio, e della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà".
La conferma è arrivata anche dal ministro Madia che ha parlato a margine della riunione della commissione Affari costituzionali di palazzo madama: "l’attuazione della delega Pa all’esame del Senato farà scendere i corpi di polizia da cinque a quattro, con la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e il suo eventuale assorbimento nelle altre forze". L’articolo riformulato per ora esclude dagli accorpamenti-assorbimenti la polizia provinciale, così come avevano chiesto la Ragioneria generale dello Stato e la commissione Bilancio.
Sempre oggi, la conferenza dei capigruppo ha fissato l’approdo in Aula della riforma della Pa nei giorni dal 31 marzo al 2 aprile «ove concluso» l'esame in commissione.
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