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Pensioni, via libera ai prepensionamenti per i giornalisti di imprese in crisi
I trattamenti di vecchiaia anticipata non ancora autorizzati per i giornalisti professionisti iscritti all'INPGI, dipendenti dalle imprese editrici in crisi, saranno subordinati alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale che prevedano la contestuale assunzione di personale giornalistico in possesso di competenze professionali, coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio e sviluppo aziendale, nel rapporto minimo di un'assunzione a tempo indeterminato ogni 3 prepensionamenti. Kamsin E' quanto prevede un emendamento al decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione approvato la scorsa settimana dalle Commissioni Affari Costituzionali della Camera. Il vincolo tuttavia non interesserà le imprese i cui accordi prevedano un massimo di 5 prepensionamenti.
Sono queste alcune delle novità introdotte dall'articolo 1-ter, che reca disposizioni in materia di prepensionamento del personale iscritto all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI) al Dl 90/2014. La misura pertanto subordinerà la possibilità, per le imprese editoriali, di procedere al prepensionamento dei giornalisti alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione aziendale che prevedano uno specifico "turnover" minimo del personale. Per le imprese che avevano già presentato istanza per il collocamento in prepensionamento dovranno integrare i piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale già presentati con le assunzioni indicate dalla nuova norma.
Inoltre l'emendamento, che è al vaglio questa settimana dell'Aula di Montecitorio, prevede che l'autorizzazione, per il sostegno degli oneri derivanti dalle prestazioni di vecchiaia anticipate per i giornalisti dipendenti da aziende in ristrutturazione o riorganizzazione per crisi aziendale (di cui all'articolo 41-bis, comma 7, del D.L. 207/2008) di una spesa di 3 milioni di euro per il 2014, 9 milioni di euro per il 2015, 13 milioni di euro per il 2016, 13 milioni di euro per il 2017, 10,8 milioni di euro per il 2018 e 3 milioni di euro per il 2019.
La disposizione prevede anche la revoca dei finanziamenti concessi nei confronti dei giornalisti i quali abbiano optato per i trattamenti di vecchiaia anticipata finanziati nel caso in cui sia intervenuta l'instaurazione di rapporti di lavoro dipendente o autonomo (di cui all'articolo 2222 e ss. c.c.), anche in forma di collaborazione coordinata e continuativa, ovvero la sottoscrizione di contratti per la cessione del diritto d'autore (anche nel caso in cui il rapporto di lavoro sia instaurato con azienda diversa facente capo al medesimo gruppo editoriale).
Zedde
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Pd-Fi-Ncd, ok a proposta Chiti Grandi temi e voto a settembre
- Roma, 29 lug. - Concentrare il dibattito e il confronto in Senato su alcuni temi, tra cui le modalita' di elezione del Senato, il numero dei deputati e l'immunita', quindi ridurre gli emendamenti a "una decina" e poi rinviare alla prima settimana di settembre il voto finale sul ddl riforme. E' la proposta lanciata da Vannino Chiti, 'capofila' dei senatori 'dissidenti' del Pd, per tentare di trovare una via d'uscita all'impasse che si registra a palazzo Madama sulle riforme, dopo la lettera di ieri del premier Matteo Renzi.
Renzi, apre alle preferenze
Il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, apre alla proposta avanzata in Aula al Senato da Vannino Chiti, purche' tutte le votazioni sugli emendamenti al ddl riforme si concludano, come da calendario fissato dalla capigruppo, entro l'8 agosto. Poi il voto finale sul testo delle riforem puo' avvenire anche a settembre, ha spiegato Zanda, per il quale pero' per procedere in questo modo serve "l'accordo di tutti".
Lega boccia proposta Chiti: da Renzi vogliamo risposte
Dopo il Pd, anche Forza Italia apre alla proposta di Vannino Chiti, di concentrare il confronto solo su alcuni grandi temi della riforma, quelli essenziali, con la conseguente riduzione sostanziale del numero degli emendamenti, purche' vi sia la condivisione di tutti e il patto del Nazareno, siglato da Renzi e Berlusconi, non venga stravolto e resti punto fondante delle riforme. Lo ha detto, intervenendo in Aula al Senato, l'azzurro Donato Bruno.
MoVimento 5 Stelle: noi non ritiriamo gli emendamenti
La proposta di Chiti trova terreno fertile anche tra le fila di Popolari per l'Italia, Gal e Scelta civica.
Ncd: ok proposta Chiti ma serve largo consenso
Sel non chiude completamente alla proposta di Vannino Chiti, e lascia aperto uno spiraglio. Purche', avverte in Aula al Senato Loredana De Petris, vi sia "un dibattito vero, serio, alto e libero, non condizionato dal patto del Nazareno" che, afferma, "e' il convitato di pietra". E ironizza la parlamentare di Sel: "se fossimo ancora in commissione io chiederei l'audizione di Berlusconi per fare chiarezza una volta per tutte". Insomma, per Sel va bene riaprire il confronto, "ma serve fare chiarezza": il patto del Nazareno resta il vincolo sostanziale o si puo' discutere di tutto nel merito? In sostanza, "il patto lo devono fare tutti in Aula, liberamente, ci sia un confronto libero nel merito delle questioni. Il punto - conclude De Petris - non e' avere una settimana in piu' o in meno, ma che si arrivi ad una mediazione alta".
Riforme: Sel non chiude ma che si fa con Cav convitato pietra?
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Riforma Pensioni, la Camera esprime dubbi sui quota 96
I tecnici del servizio bilancio della Camera hanno ieri avanzato dubbi di copertura sulle due misure principali in materia previdenziale contenute nel disegno di legge di conversione al decreto legge sulla Pa. Kamsin Ad entrare nel mirino dei tecnici sono proprio le norme in favore dei quota 96 della scuola e quelle che consentono la pensione anticipata senza penalizzazione sino al 2017, norme riscritte in Commissione Affari Costituzionali alla Camera e che ora attendono il via libera dell'Aula.
Sui Quota 96 i tecnici osservano come la soluzione uscita dalla Commissione (qui i dettagli della misura) ricalchi pressoché integralmente un testo concordato nei mesi scorsi alla Camera su cui il Governo aveva presentato una relazione tecnica che era stata verificata negativamente dalla Ragioneria dello Stato. Secondo i tecnici infatti "la fissazione di un limite massimo di beneficiari, determinato in un contingente di 4mila unità, risulta difficilmente applicabile, anche in considerazione della platea salvaguardata, ampiamente inferiore a quella dei potenziali beneficiari". Del resto osservano i tecnici, l'Inps aveva rilevato in circa 8-9mila i potenziali beneficiari della disposizione ed il rischio è il prodursi di contenzioso nei confronti degli esclusi qualora il numero dei richiedenti il beneficio fosse superiore a 4mila unità. Senza contare che, se la platea fosse piu' ampia, si modificherebbero anche le coperture.
Stessi rilievi vengono opposti dalla Ragioneria anche alla norma che consentirebbe l'eliminazione dei disincentivi all'uscita prima dei 62 anni per chi ha raggiunto i requisiti della pensione anticipata (vedi i dettagli della misura). Anche in tal caso - osservano i tecnici - si è richiamato un "testo unificato preesistente che è stato verificato negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato, secondo cui la quantificazione risultava sottostimata in ragione del numero di soggetti potenzialmente interessati".
"I rilievi potrebbero diventare un ostacolo ad un rapido passaggio parlamentare del testo se il governo non dimostrerà coerenza nella volontà di risolvere questi problemi" ha indicato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Queste misure, sostenute da un ampio schieramento di forze, debbono andare a buon fine: una nuova delusione sarebbe fonte di grave conflitto politico" ha avvertito Damiano.
I nodi tuttavia saranno sciolti a breve. Oggi infatti la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, dovrebbe indicare se l'esecutivo chiederà la questione di fiducia in vista della prima lettura della Camera che dovrebbe concludersi entro questa settimana; ed in tal caso l'esecutivo dovrà indicare se stralcerà o meno le due misure dal testo su cui intende porre la fiducia.
Zedde
Riforme: M5S, restano nostri emendamenti, avanti anche di notte
Riforma Pensioni, Damiano: Camera approvi rapidamente le misure
Nel Decreto sulla Pubblica Amministrazione ci sono due importanti misure di correzione del sistema previdenziale targato Fornero: la prima riguarda i Quota 96 della scuola, che sana un errore madornale della “riforma” che ha intrappolati fino ad oggi oltre 4.000 insegnanti. Kamsin La seconda, relativa alla eliminazione delle penalizzazioni a carico di coloro che vanno in pensione di anzianità prima dei 62 anni: una vera e propria vessazione a carico dei lavoratori precoci. E' quanto ha indicato oggi l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano presidente della Commissione Lavoro della Camera nel commentare le novità contenute nel decreto legge di riforma della pubblica amministrazione in materia previdenziale.
"Queste correzioni sono molto sentite ed attese dai lavoratori e, per la scuola, si apre la possibilità di assumere 4.000 nuovi insegnanti: una bella risposta alla disoccupazione intellettuale dei giovani. Queste misure, sostenute da un ampio schieramento di forze, debbono andare a buon fine: una nuova delusione sarebbe fonte di grave conflitto politico" ha concluso Damiano.
Oggi si è infatti tenuta alla Camera la prima discussione sulle linee generali del decreto legge 90/2014 e la discussione riprenderà nella giornata di domani.
Zedde
Coca-Cola ridimensiona lo stabilimento di Modena. A rischio 249 posti
Aumenta il numero dei licenziamenti nell'azienda della bevanda piu' bevuta del mondo. Coca Cola ha aperto infatti in questi giorni una procedura di licenziamento collettivo per 249 dipendenti, che si sommano agli esuberi derivanti dalla chiusura della struttura di Campogalliano, in provincia di Modena, portando a "piu' di 300" i dipendenti tagliati in Italia. Kamsin E' quanto hanno indicato la Fai-Cisl, la Flai-Cgil e la Uila-Uil in una nota, con la quale annunciano uno sciopero di 8 ore e un presidio davanti alla sede di Assolombarda giovedi' 31 luglio, quando si terra' l'incontro tra sindacati e azienda. I sindacati definiscono i licenziamenti "un fulmine a ciel sereno" arrivato il 16 luglio, lo stesso giorno in cui e' stato sottoscritto l'accordo integrativo di gruppo, che prevede un premio totale di circa seimila euro per il periodo 2014-2016.
"E' il terzo anno consecutivo che Coca Cola decide di ridimensionare gli organici, una cura dimagrante che ha causato la perdita del posto di lavoro a piu' di mille dipendenti", denunciano i sindacati, dal momento che in pochi anni la multinazionale americana e' passata da oltre tremila dipendenti in Italia a poco piu' di duemila. Nel 2013, nonostante la crisi, la divisione italiana del gruppo - riferiscono i sindacati - ha generato "70 milioni di euro di utili": "Il ruolo dell'Italia - sottolineanto - e' quello di un bancomat, dove si passa soltanto a prelevare per fare occupazione in altri luoghi d'Europa, luoghi dove i diritti e i salari dei lavoratori sono nettamente inferiori".
Fai, Flai e Uila hanno avuto il 25 luglio un incontro in Assolombarda per respingere la procedura di mobilita', per convincere la societa' a mettere in campo investimenti e strumenti alternativi ai licenziamenti. Coca Cola ha ribadito pero' l'indisponibilita' a ritirare la procedura di licenziamento, dicono i rappresentanti dei lavoratori.
Zedde
Pensioni, Cgil: bene la norma che cancella le penalizzazioni
La Cgil esprime parere positivo agli emendamenti al decreto sulla riforma della pubblica amministrazione approvati dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera a proposito delle pensioni. Kamsin “Sono un primo positivo cambiamento” spiegano il segretario confederale Cgil Vera Lamonica e il responsabile Cgil dei Settori pubblici Michele Gentile: “da sempre chiediamo la correzione, nel quadro di una necessaria revisione complessiva della legge Fornero, delle misure di penalizzazioni sulle pensioni di anzianità e il calcolo dei soli periodi di ‘effettivo’ lavoro per il raggiungimento dei 41/42 anni, veri e propri obbrobri di quella riforma”. L'emendamento, che ora attende il via libera definitivo dell'Aula di Montecitorio, consentirà di eliminare la penalizzazione per tutti i lavoratori sino al 2017 a prescindere dalla tipologia di contributi accreditati sul conto previdenziale dell'assicurato (vedi i dettagli della misura).
Quanto approvato dalla Commissione, su proposta dell'onorevole Gnecchi, se confermato dall'aula, “sana una delle ferite aperte, perché elimina le penalizzazioni prima dei 62 anni e considera tutti i periodi di contribuzione figurativa utili al raggiungimento del requisito contributivo”. Concludono Lamonica e Gentile: “seppure con il limite temporale del 2017, a nostro parere da rimuovere, ciò costituirebbe un contributo importante alla correzione di un impianto fortemente sbagliato dell'attuale normativa previdenziale. È altrettanto necessario e positivo che si chiuda la vicenda della ‘quota 96’ per il mondo della scuola: si sana così una profonda ingiustizia prodotta da uno dei tanti ‘errori tecnici’ di quella riforma”.
Zedde