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Riforma Pensioni, verso l'abolizione delle penalizzazioni sino al 2017
I lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata entro il 31.12.2017 potranno andare in pensione senza penalizzazione anche se hanno contributi figurativi alle spalle. Kamsin E' quanto prevede un emendamento passato venerdì in Commissione Affari Costituzionali alla Camera e che da Lunedì sarà in Aula per la discussione generale. L'emendamento prevede che "le disposizioni di cui all'articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovano applicazioni, limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017".
Attualmente, com'è noto, è previsto un complesso meccanismo (regolato dall'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011) che sterilizza la penalizzazione (un taglio dell'1-2% sulla quota retributiva dell'assegno per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni) solo qualora l'anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (compresi alcuni periodi di contribuzione figurativa che constringono i pensionandi ad una estenuante indagine sulla propria carriera contributiva).
Ora si prova a rendere piu' lineare questo beneficio introdotto con il milleproroghe del 2012. Si precisa quindi che tutti coloro che raggiungono un diritto a pensione con l'anticipata entro il 31.12.2017 - cioè 42 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi dal 2016) per gli uomini e 41 anni e 6 mesi (41 anni e 10 mesi dal 2016) per le donne - potranno accedere alla pensione senza penalità indipendentemente dalla tipologia di contributi che sono stati accreditati sul proprio conto assicurativo. Tradotto significa che anche chi ha - ad esempio - le maggiorazioni contributive da amianto, da disoccupazione, da mobilità, da disabilità ecc.. e raggiunge i requisiti contributivi per la pensione anticipata entro il 2017 potra' andare in pensione senza la penalizzazione.
Quanto alle coperture il testo dell'emendamento valuta gli oneri in 1 milione di euro per l'anno 2014, in 3 milioni di euro per l'anno 2015, in 7 milioni di euro per l'anno 2016, in 14 milioni di euro per l'anno 2017 e in 16 milioni di euro annui a decorrere dal 2018. La parola finale sulla misura spetterà alla Camera questa settimana.
Zedde
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Contante, per i turisti Ue valide le regole del proprio paese
Gli stranieri con cittadinanza in uno stato dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo potranno applicare alle spese sostenute in Italia il limite al contante in vigore nel proprio Paese. Kamsin E' quanto prevede il decreto competitività (Dl 91/2014) approvato ieri dal Senato ed ora trasmesso alla Camera. Con questa novità cambiano quindi le regole per gli acquisti dei turisti comunitari: attualmente per loro il tetto è fissato a 15mila euro, adesso invece dipenderà dalle regole del singolo Stato di residenza. In pratica per gli acquisti presso commercianti e agenzie di viaggio o turismo il tetto al contante non sarà quello previsto dal dlgs n. 231/2007, ma quello applicabile nel paese di residenza del cliente Ue. Il che significa in alcuni casi una soglia più elevata rispetto ai 1.000 euro italiani (come per esempio i 2.500 euro della Spagna o i 3 mila della Francia), ma in molti altri nessun limite.
Restano tuttavia confermati gli adempimenti gravanti sui negozianti: dalla fotocopia del passaporto del cliente all'obbligo di versare in banca la somma incassata il primo giorno utile. Infatti, le regole attuale prevedono che, entro il primo giorno feriale successivo a quello della transazione, l'operatore deve versare il denaro incassato sul proprio conto corrente e consegnare all'operatore finanziario copia della comunicazione inviata alle Entrate. La misura secondo l'associazione dei consumatori comporterà notevoli complicazione per i commercianti che dovranno conoscere lle regole sull'uso del contante in vigore in tutti i Paesi Ue e dello Spazio economico Europeo La regola vale per gli acquisti al dettaglio, per le spese di trasporto e per le prestazioni alberghiere. Per gli italiani e per gli stranieri extracomunitari, invece, continuerà a restare il vigore l'attuale limite di mille euro.
Zedde
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Berlusconi, appello ai moderati Alfano, FI chiarisca su Italicum
- Roma, 26 lug. - Centrodestra, prove di riunificazione. Silvio Berlusconi lancia un appello ad Alfanio e a tutte le forze del centrodestra per realizzare nuovamente una coalizione che possa competere col Pd di Renzi e il M5S di Grillo. "Sono convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali", scrive Berlusconi in una lettera che ha inviato ieri ai leader dei partiti del centrodestra e pubblicata da 'Il Giornale'. "Una semplice lettura dei piu' recenti risultati elettorali - scrive Belrusconi - e' sufficiente per cogliere un dato di assoluta evidenza: in Italia centrodestra e centrosinistra sono competitivi, e quindi e' possibile un bipolarismo maturo, di tipo europeo, solo se il centrodestra e' capace di darsi un assetto unitario. Per questo, come leader della forza piu' votata del centrodestra, sento fortemente la responsabilita' di proporvi una riflessione sul tema dell'unita' politica intorno ai valori che ci accomunano".
LA LETTERA DI BERLUSCONI AI LEADER DEL CENTRODESTRA
Positiva la risposta del principale interlocutore di Berlusconi, Angelino Alfano. "Leggendo i giornali di questa mattina ci rendiamo conto che chi doveva capire ha capito il senso di un gesto coraggioso e importante e ha scelto una strada del tutto diversa rispetto a quella che c'era il rischio che scegliesse".
Prima di qualunque avvicinamento, pero', Forza Italia deve chiarire la sua idea della legge elettorale. "Chiederemo una dichiarazione ufficiale. Sulle preferenze sono favorevoli o contrari?" Lo ha detto Angelino Alfano dal palco dell'assemblea nazionale di Ncd. Serve chiarezza, ha spiegato, " visto che fino a poco tempo fa volevano soffocare in culla i potenziali coalizabili.
Se coalizione deve esserci, vogliamo capire se e' venuto meno quel disegno e siamo delusi che nella lettera manchi questo punto fondamentale, e' una mancanza decisiva. E' questa la vera questione non risolta questa mattina e me ne dolgo". Per Alfano, infine, sarebbe un problema se "nel patto del Nazareno si conferma che non ci sono eletti ma solo nominati".
Per la ricostruzione del centrodestra si dovra' percorrere "una strada lunga e faticosa. Occorrera' garantire il rispetto delle opinioni di tutti e la democrazia al suo interno", ha detto il leader di Ncd, all'assemblea nazionale del partito rispondendo alla lettera di Berlusconi. "Noi oggi ci incamminiamo e cominciamo a creare la grande aggregazione dei moderati italiani che parte" soprattutto "con chi ha condiviso con noi le riforme". Poi ha chiarito la vocazione del suo partito: "Non abbiamo nessuna voglia e nessuna tentazione di condividere per il futuro il nostro destino con la sinistra", ha detto Alfano. Si deve creare, ha aggiunto, "un centrodestra del tutto diverso da quello del passato".
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Centrodestra: Berlusconi lancia piattaforma politica comune, ma niente cartelli
- Roma, 26 lug. - "Sono convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali". E' uno dei passaggi della lettera che Silvio Berlusconi, ha inviato ieri ai leader dei partiti del centrodestra e pubblicata da 'Il Giornale'. "Una semplice lettura dei piu' recenti risultati elettorali - scrive Belrusconi - e' sufficiente per cogliere un dato di assoluta evidenza: in Italia centrodestra e centrosinistra sono competitivi, e quindi e' possibile un bipolarismo maturo, di tipo europeo, solo se il centrodestra e' capace di darsi un assetto unitario. Per questo, come leader della forza piu' votata del centrodestra, sento fortemente la responsabilita' di proporvi una riflessione sul tema dell'unita' politica intorno ai valori che ci accomunano. L'evidenza dei numeri e' un presupposto logico, ma naturalmente non e' una ragione sufficiente. Guai anzi se pensassimo a riprendere la strada delle sommatorie numeriche, utili solo a sconfiggere l'avversario: uno strumento che spesso la sinistra ha utilizzato con i risultati che sappiamo, ma un errore che anche noi, per quanto in misura minore, abbiamo forse commesso in passato. Questa e', probabilmente, la ragione principale del fatto che - pur avendo realizzato tante cose importanti insieme - non siamo riusciti a compiere fino in fondo quel percorso riformatore che il Paese si aspettava da noi". "Negli ultimi anni - prosegue Berlusconi - il cammino politico del centrodestra in Italia ha visto prevalere le tendenze centrifughe. Non e' questa la sede per approfondirne le ragioni, ma credo di non sbagliarmi asserendo che siano state ragioni di metodo piu' che di merito. Non e' venuta meno cioe' la condivisione di valori fondanti, in nome della quale dal 1994 al 2006 abbiamo compiuto insieme un percorso importante, sia al governo che all'opposizione. Naturalmente oggi non si tratta di tornare al passato: la situazione e' profondamente mutata, diverse e piu' pressanti sono le attese degli elettori, e' cambiata l'offerta politica per effetto della nascita di un fenomeno distruttivo come Grillo, ma anche e soprattutto in conseguenza della diversa caratterizzazione che Renzi ha dato al maggior partito della sinistra italiana. Una caratterizzazione piu' moderna e dinamica nello stile e nel linguaggio, e quindi piu' in sintonia con le emozioni del Paese, ma non per questo piu' compatibile in prospettiva futura con la visione dell'uomo, della societa' e della politica che il centrodestra nel suo insieme rappresenta. Io credo che la nostra sia un'area politica tuttora maggioritaria nel Paese, una buona parte della quale si e' rifugiata nell'astensione. Le ragioni della disaffezione di una parte significativa dell'elettorato di centrodestra sono complesse, ma una delle principali e' certamente la nostra divisione, l'esasperazione dei particolarismi, le scelte di convenienza e la sensazione di debolezza e di confusione che ne deriva. Per questo mi rivolgo a Voi tutti: credo che abbiamo una responsabilita' comune nei confronti dell'Italia che rappresentiamo". "Sono convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali. So benissimo che fra noi ci sono delle differenze, anche significative, di linguaggio, di metodo e di contenuti. E' naturale che sia cosi': non siamo lo stesso partito e non immaginiamo di diventarlo. Tuttavia - aggiunge - queste differenze non escludono un minimo comun denominatore, che e' il nostro tratto distintivo rispetto alla sinistra: la centralita' della persona, dell'uomo, del cittadino rispetto allo Stato, la richiesta pressante di uno Stato piu' leggero e quindi anche piu' efficiente, che imponga meno tasse e meno burocrazia e garantisca piu' liberta'. Non e' poco, e' cio' su cui nelle grandi democrazie si distinguono destra e sinistra. Tutto il resto, contenuti specifici, linguaggi, insediamenti elettorali, e' importante ma viene dopo. E ancora dopo vengono le questioni di leadership, di candidature, di liste o di organigrammi. Questo e' il punto d'arrivo, non quello di partenza, di un percorso lungo e graduale, che abbiamo il dovere di intraprendere. Gli italiani, d'altronde, non vogliono formule, vogliono sentirsi dire, in modo pragmatico e credibile, cosa vogliamo fare, quando, come e con chi. Per questo vi rivolgo un appello: su questi temi possiamo ricominciare a lavorare insieme, perche' sono temi che appartengono a noi e sui quali la sinistra ha risposte molto diverse dalle nostre. Ricominciare senza rivendicare primogeniture, non da un accordo fra vertici di partiti, ma dal basso, dal territorio, fra la gente. Credo che la maggioranza degli italiani sara' pronta ad ascoltarci e a partecipare, se sapremo essere credibili". .