I soggetti che assistono il coniuge o parenti disabili entro il 1° grado potranno uscire a 63 anni con 30 anni di contributi o, se precoci, con 41 anni di contributi.
Cresce la frustrazione delle centinaia di migliaia di lavoratori interessati all'ape sociale e al pensionamento con 41 anni di contributi. I decreti ancora non sono usciti in Gazzetta e il tempo a disposizione sarà poco. 
Il punto della situazione rispetto ai tanti provvedimenti attesi per la flessibilizzare le uscite. A destare preoccupazione, in particolare, è il ritardo per l'anticipo pensionistico volontario, quello cioè finanziato interamente dal settore bancario con penalità ventennale sulla pensione.
Il DPCM attuativo fissa le condizioni per il conseguimento del sussidio di accompagnamento alla pensione per i lavoratori ultra 63enni in condizione di difficoltà. 
Il Decreto della Presidenza del Consiglio sui lavoratori precoci apre alla possibilità di valorizzare la contribuzione mista anche al fine di ragguagliare i 41 anni di contributi per i cd. precoci. 
I due decreti attuativi sull'APE Sociale e sulla Quota 41 confermano che solo per i lavoratori dipendenti che hanno perso il posto di lavoro a seguito di licenziamento potranno accedere alle misure. 
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