Eleonora Accorsi

Eleonora Accorsi

Sono una giornalista freelance. Collaboro con diverse testate e blog nella redazione di notizie ed approfondimenti su materie fiscali e di diritto del lavoro. Dal 2014 collaboro con la redazione di PensioniOggi.it

Il Ministro al Messaggero: Pensiamo ad una pensione anticipata per i disoccupati over 60, una norma ponte per erogare la pensione sino ad un anno e mezzo prima per chi si trova in difficoltà. 

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Nell'intervista che il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha rilasciato l'altro giorno al quotidiano Il Messaggero, il titolare del Dicastero rilancia l'idea di realizzare un ponte che consenta ai disoccupati over 60 di arrivare all'assegno pensionistico anche un anno, un anno e mezzo prima dell'attuale età pensionabile. Non dunque un prestito, l'Apa, ipotesi a cui alcuni tecnici del ministero stanno comunque lavorando sulla base del lavoro svolto dal predecessore Giovannini e che non trova d'accordo i sindacati.

Si tratta quindi di concedere una maggiore flessibilità, i cui oneri saranno probabilmente a carico dello Stato e delle imprese con la possibilità di far rientrare nella soluzione anche gli esodati.  Il ministro ha detto che : "c'è in campo una norma che prevede aiuti alle imprese che assumono over 50, sottoforma di riduzione degli oneri. E' una norma che abbiamo già trovato e stiamo verificando se è possibile aumentare le risorse e fare qualcosa per migliorare le procedure" ha detto Poletti. Poi c'e la situazione, ancora più specifica, di chi di anni ne ha intorno ai 64, si e ritrovato senza lavoro, ma gli manca ancora un anno, un anno e mezzo, alla pensione. Per queste persone stiamo pensando a un ponte che li possa portare più velocemente all'assegno pensionistico" ha concluso Poletti. Quanto alle date il ministro non si sbilancia: "per conoscere le caratteristiche del ponte bisogna attendere la fine del progetto. Ci stiamo lavorando e non è ancora il momento delle date".


Per il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia potranno essere varate regole di pensionamento piu' agevoli per gli statali, fino ad un anno, per favorire la staffetta generazionale. Pronta anche un'estensione dello sperimentale donna.

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La riforma della Pubblica amministrazione si arricchisce di nuovi dettagli in vista del via libera che arriverà non prima di metà giugno. Ieri, a sorpresa, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, ha indicato ufficialmente il programma di prepensionamento per i lavoratori del pubblico impiego. Oltre a quelli già previsti dal decreto sulla spending review (Dl 95/2012) che consente ai dipendenti in soprannumero nelle pubbliche amministrazioni di essere collocati a riposo con le vecchie regole sino al 2016. Insomma ci saranno novità rispetto alle norme attuali per il prepensionamento degli statali (regolate dalla circolare della Funzione Pubblica 4/2014) rese note qualche giorno fa dal dicastero della Madia.

Il meccanismo allo studio, "se ce ne sarà la necessità", ha detto la Madia in audizione alla Camera, prevede «brevi anticipazioni» rispetto ai requisiti della legge Fornero: "sei mesi al massimo un anno", una riforma che dovrebbe favorire la staffetta generazionale, l'uscita di personale anziano per fare posto ai giovani.  Sul fronte pensioni la Madia rilancia anche una proroga per la cosiddetta «opzione donna», la possibilità per le lavoratrici che scelgono di vedersi calcolata la pensione con il metodo interamente contributivo di lasciare il lavoro con 57 anni e 3 mesi di età ed almeno 35 di contributi a condizione però che optino per la liquidazione del trattamento con il metodo contributivo, un sistema che decurta significativamente l'importo dell'assegno pensionistico. Istituto che è in scadenza nel 2015.

Confermata anche l'abrogazione del trattenimento in servizio, ossia la possibilità di rimanere al lavoro per i due anni successivi quando si sono maturati i requisiti pensionistici, misura che da sola liberebbe oltre 10 mila posti nel settore pubblico.

La Ragioneria dello Stato stima in 70-80 mila i pubblici dipendenti che saranno interessati dalle misure anche se molto dipenderà da come saranno formulate le norme. Di certo prima del 13 giugno prossimo, giorno indicato per l'approvazione in Consiglio dei ministri dei provvedimenti sul pubblico impiego, non si saprà nulla di definitivo. La Madia incontrerà i sindacati per spiegare i punti salienti della Riforma e cercare di sciogliere i nodi piu' delicati. A partire dalla mobilità che dovrà essere "intercompartimentale" (cioè i dipendenti potranno essere spostati dai Comuni alle Regioni o viceversa) e dal tema dei dirigenti che vedranno l'introduzione del ruolo unico, la licenziabilità e la parte variabile della retribuzione legata alla funzione e all'andamento dell'economia del Bel Paese.

279 i voti favorevoli, 143 i 'no'. Tempi rispettati nonostante i 33 deputati iscritti a parlare. Il decreto mantiene l'impostazione originaria del governo: rendere più facile il ricorso ai contratti a termine e all'apprendistato per rilanciare l'occupazione

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Il decreto Lavoro è legge. L'aula della Camera ha approvato il testo in via definitiva. 279 i 'sì' e 143 i 'no'. La Camera ha respinto ieri la richiesta presentata dal Movimento 5 Stelle per la prosecuzione in notturna del dibattito sul dl lavoro. La seduta e' dunque ripresa stamane con le dichiarazioni di voto e la votazione finale che si è conclusa nella tarda mattinata.

Ecco in sintesi i contenuti del testo che modifica profondamente l'attuale normativa sull'apprendistato e i contratti a termine. Il testo precisa che le disposizioni si applicano ai rapporti di lavoro costituiti successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Contratti a termine - Il contratto a termine non puo' avere una durata superiore a trentasei mesi, comprensiva di eventuali proroghe, per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nell'ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non puo' eccedere il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell'anno di assunzione.

Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti e' sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. I lavoratori assunti a termine in violazione del limite percentuale sono considerati lavoratori subordinati con contratto a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto di lavoro. Ferma restando la possibilita' per i contratti collettivi nazionali di lavoro di individuare limiti diversi, esclusivamente per i datori di lavoro che occupano almeno trenta dipendenti l'assunzione di nuovi apprendisti e' subordinata alla prosecuzione, a tempo indeterminato, del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato, nei trentasei mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20 per cento degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro. Le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di cinque volte, nell'arco dei complessivi trentasei mesi, indipendentemente dal numero dei rinnovi.

Nel computo del periodo massimo di durata del contratto a tempo determinato si tiene conto anche dei periodi di missione aventi ad oggetto mansioni equivalenti per la somministrazione di lavoro a tempo determinato. Viene prevista esplicitamente l'adozione in via sperimentale del contratto a protezione crescente nella futura delega legislativa che dovra' disciplinare, in un testo unico semplificato, i rapporti di lavoro.

Vengono anche introdotte sanzioni amministrative, senza obbligo di conversione del contratto a tempo indeterminato, per le aziende che violano il limite del 20% di contratti a termine sul complesso dei dipendenti. Il provvedimento prevede una sanzione pari al 2 % della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non e' superiore a un solo lavoratore. La multa sale al 50% della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale e' superiore a uno.

Maternità - Per le lavoratrici il congedo di maternita' intervenuto nell'esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attivita' lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza all'assunzione. A queste lavoratrici viene anche riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni gia' espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine. Il datore di lavoro e' tenuto a informare il lavoratore del diritto di precedenza mediante comunicazione scritta da consegnare al momento dell'assunzione.

Apprendistato - Il contratto di apprendistato contiene, in forma sintetica, il piano formativo individuale definito anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali. Fatta salva l'autonomia della contrattazione collettiva, al lavoratore e' riconosciuta una retribuzione che tenga conto delle ore di lavoro effettivamente prestate nonche' delle ore di formazione almeno nella misura del 35% del relativo monte ore complessivo. Qualora la Regione non provveda a comunicare al datore di lavoro, entro quarantacinque giorni dalla comunicazione dell'instaurazione del rapporto, le modalita' per usufruire dell'offerta formativa pubblica il datore di lavoro non e' tenuto ad integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con quella finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali.

Contratti di solidarietà - I datori di lavoro che stipulino il contratto di solidarieta', hanno diritto, nei limiti delle disponibilita' preordinate nel Fondo per l'occupazione di cui e per un periodo non superiore ai 24 mesi, a una riduzione dell'ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale ad essi dovuta per i lavoratori interessati dalla riduzione dell'orario di lavoro in misura superiore al 20 per cento. La misura della riduzione e' fissata dal decreto emendato al 35 per cento.

Enti di Ricerca - Quegli enti che attivano contratti a termine, nella precedente formulazione non rientravano nel limite del 20% delle assunzioni a tempo determinato rispetto al numero dei dipendenti. Ora invece potranno protrarre il rapporto di lavoro dei ricercatori anche oltre 36 mesi e non oltre il periodo in cui e' prevista l'attuazione del progetto di ricerca. Vengono esentati gli enti di ricerca pubblici e privati al rispetto dei tetti fissati per i contratti a termine, pari al 20% del numero dei dipendenti e a 36 mesi di durata complessiva. La scadenza dei contratti a tempo determinato viene legata invece alla durata del progetto stesso.

L'obiettivo del Governo è di affiancare alla Garanzia giovani uno strumento che possa impegnare per un periodo di otto mesi ( più eventuale proroga di altri quattro ) centomila giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni.

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Renzi ha lanciato con un tweet, la proposta di una rivoluzione del Terzo settore. Niente tavolo con i soggetti interessati ma confronto per chiunque lo voglia e, fino al 13 giugno via mail. La novità di maggior rilievo è il servizio civile universale, dedicato ai giovani che vogliono impegnarsi nei servizi sociali e nella comunità, con un occhio volto alla possibilità di trasformare quell'impegno in lavoro. L'obiettivo è affiancare alla Garanzia giovani uno strumento che possa impegnare per un periodo di otto mesi ( più eventuale proroga di altri quattro ), centomila giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. L'offerta sarà estesa anche agli stranieri e, oltre a dare diritto ad un rimborso, varrà anche come credito formativo, universitario o tirocinio.

Il Governo si propone anche di “ definire in maniera chiara ", l’identità giuridica del terzo settore per differenziare meglio i confini tra volontariato - associazionismo - cooperazione sociale - impresa sociale, anche per prevenire gli abusi. Contro questo rischio c'è anche in cantiere la creazione di una vera e propria  "Authority del terzo settore” e l'aggiornamento della  legge sul volontariato. Altra linea guida è la creazione di un nuovo sistema di assistenza in cui il Pubblico sia affiancato dal Privato Sociale. “Pubblica Amministrazione e Terzo settore - scrive Renzi - devono essere le due gambe su cui fondare una nuova Welfare-Society”.

Alla proposta plaude tutto il mondo del no profit, ma l'opposizione è scettica riguardo al reperimento delle risorse. La Riforma del Terzo Settore che prevede anche una rimodulazione del 5 per mille, sarà varata tramite legge delega nel Consiglio dei Ministri del prossimo 27 giugno.

Tre gli obiettivi principali: “Creare un Welfare partecipato", “Valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione del terzo settore (l’unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere)". Un “Tesoro inestimabile” – così lo definisce il premier – che va valorizzato premiandolo  (questo il terzo obiettivo) “ con adeguati incentivi e strumenti di sostegno ”.

Il documento elenca anche le Linee Guida : le strategie concrete attraverso cui raggiungere questi obiettivi. Tra esse la maggior novità è la creazione di "una leva di giovani per la difesa della Patria accanto al servizio militare"; Renzi propone un Servizio Civile Nazionale Universale, per 100mila giovani all'anno (nel primo triennio) della durata di 8 mesi (prorogabili di 4), al quale possono partecipare tutti i giovani dai 18 ai 29 anni, anche stranieri. Lo scopo dovrebbe essere quello di favorire un primo avvicinamento al mondo del lavoro e contemporaneamente sensibilizzare al servizio della comunità.

E' boom per il Fondo Governativo che punta all'inserimento di under 30 che non studiano né lavorano. Quasi 30mila richieste nei primi otto giorni di lancio del programma.
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Decolla il piano garanzia giovani. Dall'1 all'8 maggio si sono iscritti complessivamente 29.936 persone, nella maggior parte dei casi (21.189) attraverso il Portale Nazionale dedicato www.garanziagiovani.gov.it, in altri casi attraverso i portali regionali. Trend in costante crescita, nonostante l'assenza di consistente campagna pubblicitaria. Quanto alla provenienza geografica, la maggior parte dei giovani iscritti è nel sud in particolare in Campania, regione in cui il problema dei Neet è più evidente con 6.656 unità pari al 22% del totale. Seguono la Sicilia che ha espresso il 17% delle adesioni (4.981 unità) e, la Toscana con l'11% degli iscritti complessivi (3.358 unità). La regione con il minor numero di residenti, che hanno aderito al programma è invece la Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda il genere, si registra una prevalenza degli uomini che hanno espresso il 54% delle adesioni (16.196). Sul versante delle fasce d'età il 51% delle adesioni, ossia 15.371 (7.616 uomini e 7.755 donne) ha interessato i giovani di età compresa tra i 25 e 29 anni, mentre sono state 13.840 (pari al 46%) le iscrizioni che hanno riguardato soggetti dai 19 ai 24 anni (8.103 uomini e 5.737 donne) e 725, pari al 2%, quelle dei giovani dai 15 ai 18 anni (477 uomini e 248 donne). Interessante anche il dato che illustra le regioni scelte dal giovane per ricevere il portafoglio di servizi del programma: prevale la Campania con il 18% delle adesioni, seguita ancora una volta da Sicilia con il 12% del totale e dalla Toscana a quota 11 per cento. Queste tre regioni insieme assorbono insomma qualcosa come il 41% delle adesioni. 

Ad oggi sono 13 le convenzioni firmate con le Regioni: Calabria - Emilia Romagna - Friuli Venezia Giulia -Lazio - Liguria - Marche - Piemonte - Provincia Autonoma di Trento - Sardegna -Toscana - Umbria - Valle d'Aosta - Veneto. Prosegue nel frattempo, l'impegno del Ministero per la promozione di specifici protocolli di collaborazione con le principali Associazioni imprenditoriali finalizzati ad incrementare e rendere facilmente disponibili sulla piattaforma della "Garanzia Giovani" le offerte delle imprese. Dopo quelli con Finmeccanica (28 marzo) e con Cia e Agia (22 aprile), sono stati siglati i protocolli con le organizzazioni che fanno parte di Rete Imprese Italia: Casartigiani - Cna -  Confartigianato - Confcommercio - Confesercenti.

La residenza del giovane non è affatto preclusiva per la scelta della regione dalla quale ricevere il portafoglio di servizi; infatti, il 27% degli iscritti (10.811 unità) ha scelto una regione diversa da quella di residenza. La regione con la differenza maggiore tra residenti che hanno aderito e coloro che hanno scelto una destinazione diversa è proprio la Sicilia con 2.395 giovani con la "valigia pronta" (in pratica il 33% degli aderenti residenti sull'isola).

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