cumulo casse professionali

A Rosa 55
a me sembra che quanto Tu dici sia riferito alla pensione di vecchiaia , non alla pensione di anzianità con cumulo ( 42/41 e 10 mesi )

Allego stralcio della Circolare della Cassa Forense riferita al calcolo pro quota

Sergio, mi permetto di dissentire. La Circolare della Cassa Forense parla chiaramente di anzianità contributiva complessiva maturata tramite cumulo e non di anzianità contributiva solo da versamenti alla Cassa. Se con il cumulo (Inps+Cassa) si hanno meno anni di quanto previsto dal Regolamento il calcolo sarà contributivo, se con il cumulo (Inps + Cassa) si superano gli anni previsti dal Regolamento (è il caso di chi ha i requisiti della Legge Fornero, 42 o 41 + 10 mesi per il 2017), il calcolo sarà retributivo. E' qui la differenza molto rilevante rispetto a quanto sostiene Inarcassa. Questo è quanto mi sento di osservare, grazie

Scusa Giovanni,

anche se non conosco il regolamento relativo alla Cassa Forense, se ben leggi è la circolare è esattamente il contrario. Uno che matura gli anni per la pensione di vecchiaia (32) è naturale che venga liquidato con il sistema retributivo in quota anni (parte con il retributivo, parte con il contributivo, se previsto). ma un iscritto che ha uno spezzone inferiore ai 32 anni, leggi lettera b) di pagina 6,si dice "si procederà al calcolo con il sistema "contributivo". E' posizione identica a quella di INARCASSA.
Ciao. Sergio

Sono perfettamente d'accordo con rosa55 e giovannisarnartaro. La Cassa Forense essendo composta da "esperti del diritto" ha ben compreso che nella circolare 140/2017 INPS c'e un "vulnus del diritto" riguardo alla corretta applicazione ed interpretazione autentica del comma 246 della legge 228/2012 e ovviamente da esperti del diritto prende le distanze facendo intuire che la Cassa Forense terrà conto dell'anzianità complessiva di tutti i periodi contributivi presenti in tutte le gestioni. La legge 232/2016 per quanto riguada il cumulo dei contributi ha due end-point:
1) possibilità della somma di tutti i periodi contributivi al fine del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o di anzianità;
2) possibilità della somma di tutti i periodi contributivi ai fini del metodo di calcolo della pensione (retribrutivo, misto o contributivo). Pertanto qualunque forma di dissenso (diffida, ricorso, coinvolgimento di media televisivo, giornalistico e congressuale) deve tener presente in pari grado entrambi gli obiettivi. Spero e credo di interpretare il sentimento e le convinzioni di molti colleghi aderenti al Comitato. Ritengo che se questa posizione non sia condivisa si pone il dilemma che le persone interessate al punto 2 siano obbligate, loro malgrado, ad agire in modo autonomo con evidenti ripercussioni sull'unità del gruppo.

Grazie Giovanni, la recente esemplare Circolare della Cassa Forense dovrebbe essere presa ad esempio da tutte le altre Casse professionali. In effetti se per la pensione anticipata l'Inps per la propria quota ammette il retributivo solo se si sono raggiunti i 18 anni ante 1995 escludendo le Casse, queste ultime per la propria quota possono ben disporre il calcolo retributivo facendo riferimento alla contribuzione complessivamente maturata (Inps + Casse). L'Inps ha disposto per la propria quota, non per la quota delle Casse. E' ciò che sosteniamo tutti fin dall'inizio di questa vicenda. Esempio: se io ho 15 anni di Inps e 27 di Cassa Ragionieri sarebbe più equo che la Cassa considerasse l'intero periodo contributivo pari a 42 anni e che quindi applicasse il retributivo fino alla data stabilita dal proprio Regolamento (2003 nel mio caso) e poi contributivo, visto che si parla di pensione tramite cumulo gratuito (si intende con possibilità di retributivo misto) e non di totalizzazione con calcolo puro contributivo. Se così non fosse, mi chiedo, a un anno dalla Legge 232/2016 di cosa stiamo parlando.