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Statali in piazza contro il blocco dei contratti nelle Pa
E' partito il corteo dei lavoratori pubblici a Roma per manifestare contro il progetto di riforma del mercato del lavoro e contro le misure previste nel ddl di stabilità che bloccano di un altro anno il rinnovo economico dei contratti nella Pa. A tenere lo striscione di apertura i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan e il segretario generale aggiunto Carmelo Barbagallo. Kamsin Accanto a loro i segretari generali della Funzione Pubblica. "Servizi pubblici perche' servono, perche' di tutti", recita lo striscione bianco e verde. Dietro migliaia di bandiere delle varie categorie presenti al corteo, provenienti da tutta Italia. La manifestazione, che sta sfilando ora a Largo Susanna, e' diretta a piazza del Popolo, per il comizio.
"Spero che questa grande manifestazione basti a sturare le orecchie al governo, che deve ascoltare le richieste dei lavoratori pubblici". Cosi' il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, Quanto alla possibilita' di indire lo sciopero generale del settore prima dell'approvazione della legge di stabilita', Furlan ha risposto: "Vedremo la disponibilita' del governo". Furlan ha richiamato il governo al suo "dovere di fare il contratto per i suoi dipendenti. In sei anni i lavoratori pubblici ci hanno rimesso migliaia di euro, cosa volete che servano gli 80 euro dati dal governo".
I dipendenti pubblici, ha aggiunto, "vogliono essere protagonisti della riforma. Renzi fa la consultazione dei cittadini online ma non si confronta con i lavoratori". Quanto alla legge di stabilita' e alla situazione economica, Furlan ha ribadito che ci sono molte cose da modificare, oltre al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, in particolare misure per i pensionati e un'impostazione diversa per l'operazione del Tfr. "Renzi deve capire che da solo non ce la puo' fare".
Al corteo e' presente anche il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo. "Abbiamo accettato la sfida di Renzi, che ci dice di fare i sindacalisti. Noi stiamo per fare i sindacalisti e infatti cosa si fa quando il peggiore datore di lavoro non rinnova i contratti? Si sciopera". "Sappiamo che lo sciopero fa male ai lavoratori e al Paese ma se non si rinnova il contratto saremo costretti a farlo". Barbagallo ha spiegato che la Uil ha disertato l'accordo con l'Aran perche' "c'erano dei protocolli che esentavano il diritto di sciopero in alcuni ambienti di lavoro".
Zedde
Pensioni Quota 96, c'è l'emendamento per salvare 4mila docenti dal 2015
E' stato presentato a firma di Giorgio Airaudo (Sel) un emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (AC 2679-bis) che dovrebbe consentire a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro l'anno scolastico 2011/2012 il collocamento in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015. Kamsin La modifica ricalca in pieno l'emendamento bocciato dal Dl 90/2014 la scorsa estate, e mira a consentire al personale docente che ha maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico di accedere alla vecchia disciplina pensionistica, quella vigente prima dell'entrata in vigore del Dl 201/2011.
Interessati sono quindi i lavoratori e le lavoratrici che hanno maturato entro tale data i requisiti per la pensione di anzianità all'epoca vigenti (cioè la quota 96 o 40 anni di contributi) oppure i requisiti per la vecchiaia (cioè 65 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi). L'emendamento, che interviene sull'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del Dl 201/2011, specifica che il beneficio è riconosciuto con decorrenza dal 1° Settembre 2015 all'esito di una procedura di monitoraggio delle domande.
Il mantenimento della previgente disciplina consentirà inoltre ai docenti coinvolti di non incappare nella penalizzazione prevista dell'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011 qualora essi non abbiano perfezionato i 62 anni età alla data della decorrenza della prestazione previdenziale. Resta fermo tuttavia che il calcolo delle anzianità contributive maturate successivamente al 1° gennaio 2012 avverrà mediante il sistema contributivo.
La procedura - L'emendamento prevede che l'istituto di previdenza provvederà a stilare la graduatoria dei beneficiari mediante un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Un meccanismo, questo, simile alle quello delle quote in cui la priorità in graduatoria si determinerà sulla base della somma dell'età anagrafica e di quella contributiva dell'istante: chi ha un valore piu' elevato dovrebbe pertanto acquisire priorità nella graduatoria. Qualora dal monitoraggio risulti il superamento delle 4 mila domande l’INPS non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento.
Il pagamento del TFS sarà tuttavia determinato con le regole previste dall'articolo 24, del Dl 201/2011 e dunque, se l'emendamento verrà accolto dalla maggioranza, la buonuscita verrà spostata di diversi anni rispetto alle regole standard.
Di seguito il testo dell'emendamento, in anteprima, che ci è stato fornito.
Zedde
Articolo 12 bis
(salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola)
1. all’alinea del comma 14 dell’articolo 24 del Decreto Legge 6 dic. 2011, n. 201, convertito, con modificazioni dalla L. 22 dic 2011, n.214, dopo le parole: (ad applicarsi) sono inserite le seguenti:
“al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l’ anno scolastico 2011/12, ai sensi dell’, comma 9, della L. 27 dic. 1997 n. 449, e successive modificazioni”
2. il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto dalla data del primo settembre 2015, nel limite di 4000 soggetti e nei limiti dell’autorizzazione di spesa di cui al comma 3.
L’INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dic. 2012.
qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al benefico del comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato,è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all’art. 24 del D.L. 6 dic. 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla L. 22 dic. 201, n. 214 e sulla base di quanto stabilito dall’art. 1, comma 22, del D.L. 13 ago. 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla L. 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. per l’attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l’anno 2015, di 105 milioni di euro per l’anno 2016, di 101 milioni per l’anno 2017, di 94 milioni per l’anno 2018 e di 81 milioni di euro per l’anno 2019 e, di conseguenza all’, comma 11, le parole: “è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015” sono sostituite dalle seguenti ”è ridotta ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015”.
Jobs Act, Renzi apre a modifiche sull'articolo 18
Subito l’accelerazione e l’approvazione del Jobs act da parte della Camera, in cambio di «risorse aggiuntive» nella legge di stabilità per gli ammortizzatori sociali per accogliere quanto richiesto da Damiano. Kamsin Ma, soprattutto, apertura alla minoranza Dem: il governo sarebbe ora disposto a inserire nel Jobs act l’accordo raggiunto a inizio ottobre nella Direzione del Pd: «Nella legge delega», spiegano a palazzo Chigi, «si potrà introdurre una maggiore specificazione delle fattispecie per il reintegro in caso di licenziamenti disciplinari o discriminatori».
La correzione in corsa del Jobs act porterà con sé la necessità di un nuovo passaggio della legge delega in Senato. E visto che Renzi non ha intenzione di spostare la dead line fissata per il 1 gennaio, per forza di cose non viene escluso il ricorso al voto di fiducia. Non contro la minoranza dem, come inizialmente era stato messo in conto. «Ma solo in caso di ostruzionismo dei Cinquestelle. E comunque sul testo approvato dalla Commissione, senza prove di forza».
Ocse: Jobs Act aiuterà l'Italia a crescere
Lo Jobs Act puo' aiutare l'Italia a creare nuova occupazione ma agli annunci devono seguire i fatti, soprattutto in un contesto che vede l'Eurozona scivolare verso il baratro delle deflazione, con una Bce chiamata ad agire in modo piu' deciso, magari con un programma di acquisto di titoli di Stato sul modello della Federal Reserve. E' quanto sottolinea l'Ocse nel suo 'Preliminary Economic Assessment', il documento che anticipa lo 'Economic Outlook' che verra' diffuso a fine mese. "L'Italia e la Francia hanno di recente iniziato un processo di riforma per stimolare la crescita e creare migliori opportunita' occupazionali per i lavoratori con basse qualifiche", sottolinea l'organizzazione di Parigi, "la sfida chiave sara' far seguire agli annunci fatti un'applicazione di successo delle riforme gia' in cantiere".
E sono proprio Italia e Francia, insieme alla Germania, con le loro fiacche performance economiche, a pesare sull'economia dell'Eurozona, che resta "debolissima", con una disoccupazione "ancora in crescita e destinata a restare elevata" e lo spettro della deflazione che si fa sempre piu' concreto. Per scongiurare la prospettiva di una "stagnazione prolungata", sostiene l'Ocse, i governi dell'area devono da una parte varare risolute riforme strutturali, mentre la Bce, dall'altra, deve allentare ulteriormente la propria politica monetaria, lanciando un piano di 'quantitative easing' sulla scia delle banche centrali di Stati Uniti e Giappone. Francoforte, e' l'appello dell'Ocse, "dovrebbe espandere il suo sostegno monetario oltre le misure gia' annunciate" acquistando "obbligazioni garantite da mutui con bassi rating, corporate bond e titoli di Stato".
Zedde
Esodati Sesta Salvaguardia, domande alla DTL entro il 5 Gennaio
La Circolare del Ministero del Lavoro 27/2014 conferma che i lavoratori hanno tempo sino al 5 gennaio 2015 per la presentazione delle istanze di accesso alle Direzioni Territoriali del Lavoro.
Kamsin Come anticipato ieri da pensionioggi.it il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la Circolare numero 27 del 7 novembre 2014 ha individuato le modalità per presentare le istanze di accesso ai benefici in materia di sesta salvaguardia, di cui alla legge 147/2014 per i lavoratori che sono "tenuti" al passaggio presso la Dtl. Il provvedimento regola, infatti, gli adempimenti necessari per i lavoratori che si riconoscono nei profili di tutela individuati dalle lettere c), d) ed e) dell'articolo 1, comma 2 della legge 147/2014.
Piu' nello specifico i lavoratori interessati sono:
b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
d) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
e) i lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultano essere in congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, e successive modificazioni;
f) i lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato;
I lavoratori che si riconoscono in tali profili dovranno produrre apposita istanza di accesso alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 5 gennaio 2015, cioè entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge 147/2014 (avvenuta lo scorso 6 Novembre 2014). La direzione competente all'istanza è quella determinata in base alla residenza del lavoratore tranne negli accordi stipulati ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile. In tale caso l'istanza va presentata presso la dtl innanzi alla quale tali accordi sono stati sottoscritti. Qui il programma di pensionioggi.it per verificare se si rispettano i requisiti anagrafici e contributivi utili per l'accesso in salvaguardia.
Le istanze potranno essere trasmesse, dai lavoratori interessati o dai soggetti abilitati (patronati, i consulenti del lavoro o i dottori commercialisti), alle competenti dtl attraverso l'indirizzo di posta elettronica certificata o, in alternativa, inviate tramite raccomandata con avviso di ricevimento.
L'esame delle Domande da parte della DTL - La Circolare ricorda che le decisioni riguardo alle istanze dovranno essere assunte entro 30 giorni dal termine di presentazione delle istanze (cioè entro il 4 febbraio 2015); le decisioni di rigetto dovranno essere comunicate e motivate all'interessato con la possibilità per questi di produrre istanza di riesame entro 30 giorni dalla comunicazione del rigetto presso la medesima DTL; le decisioni di accoglimento dovranno essere comunicate all'Inps per l'ulteriore verifica dei requisiti anagrafici e contributivi utili ad accedere alla sesta salvaguardia.
Gli altri lavoratori - Si ritiene che i profili di tutela non regolati dalla predetta Circolare (cioè lavoratori in mobilità ordinaria e i lavoratori autorizzati ai volontari - lettere a) e b) dell'articolo 2, comma 1 della legge 147/2014) dovranno invece presentare istanza di accesso all'Inps secondo modalità e modelli che saranno a breve resi noti dall'Istituto di previdenza, come accaduto per le precedenti salvaguardie.
Riferimenti
La Circolare è corredata, tra l’altro, dal modello di istanza che dovrà essere presentata dai lavoratori rientranti nelle categorie previste dall’articolo 2, comma 1, della legge 10 ottobre 2014, n. 147, come riportate nella medesima Circolare. Si riportano di seguito i documenti diffusi dal Ministero.
Allegati:
• Legge 147/2014
• Circolare n. 27 del 7 novembre 2014
• Modulo ISTANZA
• Dichiarazione sostitutiva di certificazione lett. c)
• Dichiarazione sostitutiva di certificazione lett. d)
• Dichiarazione sostitutiva di certificazione lett. e)
• Elenco indirizzi e-mail cui inoltrare l’ISTANZA
Zedde
Imu 2015, così cambierà la tassazione sugli immobili
Arriva il via libera dell'esecutivo all'introduzione della local tax dal prossimo anno. L'unificazione dell'imposizione fiscale sugli immobili potrebbe essere introdotta con un emendamento del governo alla legge di Stabilità, come ha confermato ieri il sottosegretario Delrio. Kamsin Sicuramente, con la modifica, il governo punta a rendere un po’ più facile la vita dei contribuenti sommando Imu e Tasi, per la generalità degli immobili, e ripristinando per le abitazioni principali una tassazione progressiva grazie al ritorno di un sistema di detrazioni simili a quello usato con l’Imu.
Tra le modifiche presentate dal Pd c'è anche il tentativo di porre rimedio ad una stortura dell’attuale Imu alla quale sono sottoposti, in quanto equiparati ad immobili, i cosiddetti “macchinari bullonati” delle imprese. Con la conferma di ieri dal 2015 si dovrebbe dunque andare verso una sola tassa unica comunale che ingloberà Imu, Tasi, Tosap (la tassa sul suolo pubblico), i passi carrai e i diritti sulle pubbliche affissioni. Per l'invio del bollettino precompilato direttamente a casa dei cittadini ci vorrà però un altro anno di attesa. La nuova tassa, oltre ad accorpare i tributi attuali, attribuirà ai sindaci anche la quota erariale del 7,6 per mille di Imu che oggi viene pagata dai capannoni, alberghi e centri commerciali. Un tesoretto che vale oltre 4,5 miliardi di euro e verrà scambiata con l'attribuzione allo stato del gettito derivante dall'addizionale Irpef.
La suddivisione dell’imposta tra chi possiede l’immobile e chi lo occupa, introdotta parzialmente con la Tasi, verrebbe invece meno per l’abitazione principale.
In tutto gli emendamenti presentati in comissione alla Camera (il termine per la presentazione scadeva ieri) sono 3.703, di cui circa 1.000 vengono da Pd. Ma come di consueto per le novità più rilevanti si dovranno attendere i testi del relatore e dell’esecutivo.
Zedde
Altro...
Imu-Tasi, Ok del governo all' accorpamento dal prossimo anno
Dal 2015 via libera all'introduzione di una tassa unica comunale che ingloberà Imu, tasi, Tosap (la tassa sul suolo pubblico), i passi carrai e i diritti sulle pubbliche affissioni. E' quanto, in sintesi, ha confermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della XXXI assemblea nazionale dell'Anci che si è tenuta ieri.
Ma per l'invio del bollettino precompilato direttamente a casa dei cittadini ci vorrà però un altro anno di attesa in quanto ci vorranno dei tempi tecnici per adeguare la normativa. La nuova tassa, oltre ad accorpare i tributi attuali, attribuirà ai sindaci anche la quota erariale del 7,6 per mille di Imu che oggi viene pagata dai capannoni, alberghi e centri commerciali. Un tesoretto che vale oltre 4,5 miliardi di euro e verrà scambiata con l'attribuzione allo stato del gettito derivante dall'addizionale Irpef.
I tempi per l'introduzione della misura saranno, quindi, brevi. A dirlo è il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che ha annunciato la presentazione di un emendamento alla legge di stabilità. Dobbiamo decidere se la portata dell'intervento sia limitata ad un ricompattamento delle norme oppure se fare qualcosa di più ambizioso riguardo ai flussi finanziari. Di certo, ha concluso Zanetti, il binomio Imu-tasi che ci siamo trovati è improponibile.
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Regimi dei minimi 2015, tassa all'8% per le partite Iva? Forse
Cambio di rotta per la tassazione agevolata prevista dalle partite Iva nella legge di stabilità. Palazzo Chigi potrebbe infatti accogliere una serie di emendamenti promossi dal sottosegretario dell’Economia, Enrico Zanetti, per riscrivere la norma accentuando i vantaggi fiscali ai "lavoratori della conoscenza", quelle partite Iva come designer, grafici, comunicatori, informatici, che rischiano invece di essere penalizzati dalla formulazione contenuta nella manovra. Kamsin Attualmente la Stabilità prevede una tassazione forfettaria del 15 per cento con un tetto del reddito, però, a 15 mila euro. Accanto a questo, la stessa norma, prevede una decontribuzione che, tuttavia, riguarderebbe solo artigiani e commercianti.
"Nella Manovra si prevede che i liberi professionisti e i free-lance avranno la possibilità di accedere a una tassazione flat al 15 per cento ma fino ad un imponibile di 15mila euro. In pratica la metà della di quanto prevede attualmente la legge" ha indicato Zanetti. Ma con il ritocco proposto "l'imponibile viaggerebbe tra i 26 e i 30 mila euro e l'aliquota, aggiunge il sottosegretario, verrebbe ritoccata, ma non dovrebbe comunque superare l'8 per cento". In tal modo si eviterebbe di estromettere da un sistema agevolato un gran numero di lavoratori che meritano e necessitano sostegno.
Del resto, la previsione contenuta nella legge di stabilità, rischia di penalizzare proprio i lavoratori della conoscenza. Soprattutto i più giovani. Oggi, per i primi cinque anni di attività e fino al compimento dei 35 anni, l’aliquota forfettaria prevista è del 5 per cento. Dieci punti più bassa di quella prevista nella manovra dal governo. La proposta Zanetti prevede di alzare quindi al 7-8 per cento, rendendola però permanente e non più limitata per cinque anni. Ed anche la soglia di reddito verrebbe aumentata da 15 mila e 30 mila euro. Per garantire che il costo dell’operazione (circa 900 milioni di euro) non salga, l’emendamento prevede l’eliminazione della decontribuzione (che vale circa 500 milioni e che comunque riguarderebbe solo commercianti e artigiani). La palla ora spetta a Palazzo Chigi che dovrà confermare le modifiche.
Zedde
Riforma Pensioni, si riapre alla Camera la partita per lo stop alle penalizzazioni
La Relazione al disegno di legge di stabilità elaborata in commissione Lavoro della Camera dei Deputati chiede l'azzeramento delle penalizzazioni per i lavoratori precoci e l'incremento dei benefici per i lavoratori vittime di amianto.
Kamsin "Nelle more della definizione di un intervento che individui soluzioni di carattere strutturale per il definitivo superamento della questione degli «esodati», e assicuri un'adeguata risposta all'esigenza di rendere più flessibile l'uscita dalla vita lavorativa, in linea con quanto indicato nella Nota integrativa al disegno di legge di bilancio per l'anno 2015 e per il triennio 2015-2017 riferita allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si provveda già nell'ambito del disegno di legge di stabilità a superare talune criticità derivanti dall'applicazione della riforma pensionistica di cui all'articolo 24 del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, intervenendo in particolare al fine di eliminare la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici prevista dal medesimo articolo per i lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, prescindendo dal requisito della prestazione effettiva di lavoro".
E' quanto si legge nella proposta di relazione al disegno di legge di stabilità approvata ieri in Commissione Lavoro in sede Referente a Montecitorio. Nella relazione si torna dunque a chiedere lo stop alle penalizzazioni per tutti i lavoratori sino al 2017, un progetto già presentato con il Dl 90/2014 ma poi caduto sotto le pressioni della Ragioneria Generale dello Stato.
Nella Relazione si chiede al Governo, inoltre, con riferimento al processo di razionalizzazione dei pagamenti dei trattamenti pensionistici di cui all'articolo 26, comma 3, del disegno di legge di stabilità, si anticipi dal giorno 10 al primo giorno di ciascun mese il termine per il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni, delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili e delle rendite vitalizie dell'INAIL, nei confronti di beneficiari di più trattamenti.
Tra le altre richieste la necessità che sia preservato il ruolo svolto degli istituti di patronato e assistenza sociale nella tutela dei diritti in materia di prestazioni previdenziali e assistenziali, sopprimendo la riduzione delle risorse loro spettanti operata dall'articolo 26, comma 10, del disegno di legge di stabilità; la soppressione della riduzione degli stanziamenti destinati ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti disposta dall'articolo 45, comma 6, del disegno di legge di stabilità, garantendo la costanza dei finanziamenti previsti a legislazione vigente per tali finalità; nonchè il consolidamento ed il rafforzamento dell'impegno finanziario in favore delle politiche di tutela delle vittime dell'amianto, dei lavoratori affetti da patologie asbesto correlate, nonché di misure volte a sostenere la fuoriuscita dall'amianto.
Salta invece il riferimento ai Quota 96 della scuola, sui quali, tuttavia, la relatrice al provvedimento, l'Onorevole Gnecchi (Pd), ha ricordato "come la problematica relativa all'accesso al pensionamento dei lavoratori della scuola rientranti nella cosiddetta «quota 96» è all'attenzione anche dei deputati della VII Commissione, che intenderebbero presentare uno specifico emendamento in materia tenendo conto anche delle recenti misure introdotte dal decreto-legge n. 90 del 2014".
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Pensioni Quota 96, dopo la vittoria di Salerno la politica batta un colpo
Dopo la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Salerno, Ippolita Laudati, che ha riconosciuto lo scorso 3 novembre il diritto al pensionamento di 42 prof salernitani in Quota 96, di fatto bocciando la Legge Fornero che li aveva costretti a restare in servizio, si riaccendono le speranze per una soluzione della vicenda dei quota 96 della scuola. Kamsin Secondo Bruno Palmieri, legale dell'Inca Cgil, la sentenza è certamente un "importante precedente" in questa amara vicenda: servono tuttavia delle altre pronunce in tal senso affinchè l'orientamento emerso da Salerno diventi prevalente nella giurisprudenza.
"La sentenza è un primo passo avanti nella giusta direzione ma molti altri ricorsi non sono stati ancora decisi, quindi, non c'è una linea comune in giurisprudenza". Perlatro, ricorda l'esperto, "è molto probabile che sia il Miur che l'Inps proporranno appello e quindi i vincitori del ricorso dovranno continuare a permanere in servizio in attesa della sentenza definitiva".
La decisione di Salerno dovrebbe suggerire a nostro avviso, piuttosto, una soluzione politica rapida della vicenda che vede protagonisti circa 4mila tra personale docente ed Ata che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'annno scolastico 2011/2012. Già con la legge di stabilità, che è attualmente in discussione alla Camera, c'è spazio per un emendamento che ponga fine una volta per tutte a questa oscura vicenda. Ma la politica dov'è?
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Jobs act, strada in salita per l'accordo sull'articolo 18
L'esame del Jobs Act in sede referente alla Camera riprenderà martedì. Mercoledì scade il termine di presentazione degli emendamenti. Ma il premier Matteo Renzi ha indicato che il rispetto dei tempi è fondamentale, anche per supportare, con regole semplici e chiare, la crescita. Kamsin L'obiettivo dell'esecutivo è di chiudere la partita sulla Delega del Lavoro entro fine in modo che dal primo di gennaio del 2015 le regole sul lavoro possano essere rapidamente mutate.
Per potare a casa questo risultato aumentano, dunque, le probabilità che l'esecutivo faccia ricorso al voto di fiducia. Pesa in particolare la posizione contraria della minoranza Dem che mira ad ottenere una modifica del testo approvato in Senato e dunque un allungamento dei termini di approvazione del provvedimento.
La minoranza Pd chiede di esplicitare nel testo della delega i 4 punti contenuti nell'ordine del giorno approvato nelle scorse settimane dalla direzione nazionale del Partito Democratico. In primo luogo c'è la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: la minoranza preme per ottenere che la reintegra venga confermata dei casi più gravi di licenziamenti disciplinari. Poi c'e' la riduzione delle forme contrattuali sulla quale si chiede l'esatta individuazione delle tipologie da sfoltire, come i co.co.pro.
A suscitare il mal di pancia alla minoranza c'è poi l'assenza di adeguate garanzie sulle risorse per finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali: "è necessario chiarire che i due miliardi previsti con la legge di stabilità siano aggiuntivi rispetto a quelli previsti per il prossimo anno perché altrimenti la norma non farebbe altro che confermare l'importo dell'anno precedente" ha indicato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
Ma la trattativa all'interno del Partito Democratico è ancora in una fase di stallo e non è stata ancora raggiunta un'intesa: "A mio avviso una mediazione va perseguita - ha detto il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano - ma in ogni caso il testo approvato al Senato, così com'è, non può essere la base di un accordo".
Tra i nodi da risolvere c'è poi quello relativo alla cassa integrazione straordinaria su cui dovrà essere chiarito se l'ammortizzatore continuerà ad applicarsi anche alla parte del ramo d'azienda non cessato, che riprende l'attività. La Questione è complessa ha sottolineato il sottosegretario, Teresa Bellanova, ma il governo è pronto ad aprire una riflessione in sede di stesura dei decreti delegati".
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