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Riforma Pensioni, pensionati in piazza contro le penalizzazioni
"Di promesse non si vive. #non siamo sereni". Questo lo slogan della giornata di mobilitazione unitaria dei pensionati aderenti a Cgil, Cisl e Uil, che chiedono al governo delle risposte su reddito, fisco, welfare, legge sulla non autosufficienza, lotta agli sprechi e ai privilegi e lavoro per figli e nipoti. Kamsin A Roma per la manifestazione delle regioni del centro sono presenti i segretari generali della Cgil e della Cisl, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan, ed il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo.
Le richieste dei pensionati e dei sindacati sono note: aumentare le pensioni minime, mettere la parola fine alle penalizzazioni per i lavoratori precoci, prevedere un ammorbidimento dell'età pensionabile introducendo uno scivolo per la pensione per chi ha almeno 62 anni. Al centro delle richieste anche l'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati e la stangata, prevista dal Governo con il ddl sulla legge di stabilità, sulla previdenza complementare e sui patronati.
UIL: occuperemo l'Inps se taglieranno i fondi ai patronati
Se sara' confermato il taglio ai patronati "porteremo milioni di italiani nelle sedi dell'Inps e poi nelle sedi politiche" per chiedere, ad esempio, come si evadono le pratiche per le pensioni e per le invalidita'. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, nel corso della sua audizione sulla Legge di Stabilita' davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento. "Volete colpire i sindacati? Questa e' la strada piu' stupida", ha aggiunto prima di ricordare che i patronati svolgono "servizio che lo Stato non fa perche' gli costerebbe troppo".
Zedde
Polizia, dal Governo un nuovo stop alle assunzioni per il 2015
Nuovo stop alle assunzioni nel comparto difesa e sicurezza. E' quanto prevede l'articolo 21, comma 11 del disegno di legge di stabilità approvato a metà ottobre dal Consiglio dei Ministri ed attualmente in discussione alla Camera dei Deputati. Il testo prevede, infatti, che le assunzioni del personale dei Corpi di Polizia e dei Vigili del fuoco da effettuare nel 2015 ai sensi dal decreto-legge n. 112/2008 (art. 66, comma 9-bis), non possono essere effettuate prima del 1° dicembre 2015. Kamsin Sono previste le seguenti eccezioni: allievi agenti di PS del concorso 2014, personale della Polizia penitenziaria da assumere per il 2014 e il 2015, allievi ufficiali, frequentatori di corsi per ufficiali, allievi marescialli e personale dei gruppi sportivi.
Come si ricorderà l’articolo 66, comma 9-bis, del D.L. n. 112/2008 ha stabilito disposizioni speciali per il turn over del comparto sicurezza: per il biennio 2010-2011 i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco possono procedere, secondo specifiche modalità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente a una spesa pari a quella relativa al personale cessato dal servizio nel corso dell’anno precedente e per un numero di unità non superiore a quelle cessate dal servizio nel corso dell’anno precedente. Tale facoltà di assumere è fissata nella misura del 20% per il triennio 2012-2014, del 50% nel 2015 e del 100% a decorrere dal 2016.
In deroga a tali percentuali, l’articolo 1, comma 91, della L. 228/2012 ha stabilito che le assunzioni nel Comparto difesa-sicurezza e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco possano essere incrementate con specifico decreto, fino al 50% per ciascuno degli anni 2013 e 2014 e fino al 70% per il 2015 (l’ultima deroga, relativa alle assunzioni per il 2013, è stata disposta con il D.P.C.M. 23 settembre 2013).
La legge di stabilità 2014 (L. 147, 2013, art. 1, comma 464) ha introdotto una ulteriore deroga ai limiti suddetti, prevedendo l’effettuazione di assunzioni aggiuntive nel Comparto Sicurezza e del Comparto Vigili del fuoco e soccorso al fine di incrementare l'efficienza dell'impiego delle risorse tenendo conto della specificità e delle peculiari esigenze del Comparto stesso. Tali assunzioni possono essere effettuate a condizione che il turn over complessivo relativo allo stesso anno non sia superiore al 55% (con un incremento quindi pari al 5%), e che il contingente complessivo di assunzioni sia corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 50 milioni di euro per il 2014 e a 120 milioni a decorrere dal 2015, con riserva di assunzione di 1.000 unità per la Polizia di Stato, 1.000 unità per l'Arma dei carabinieri e 600 unità per il Corpo della Guardia di Finanza.
Ma, come accennato, non sono sottoposte al rinvio le assunzione di alcune specifiche quote di personale, che pertanto potranno essere assunte a partire dal 1° gennaio 2015.
Si tratta in particolare delle seguenti categorie:
1) i vincitori del concorso per allievi agenti della Polizia di Stato indetto nel 2014 la cui assunzione è stata autorizzata dal DL 90/2014, utilizzando in parte le quote residue dei 1.000 posti previsti dalla legge di stabilità 2014 e in parte quelle previste dall'art. 66, co. 9-bis del DL. 112/2008;
2) il personale del Corpo di polizia penitenziaria, la cui assunzione è stata autorizzata dal medesimo DL 90/2014 per quanto riguarda l’anno 2014 (art. 3, co. 3-quinquies), utilizzando i fondi di cui alla citata legge finanziaria 2014 e per quanto riguarda il 2015 (art. 3, co. 3-sexies) nell’ambito delle autorizzazioni già previste dal citato articolo 66, comma 9-bis, del D.L. n. 112/2008, utilizzando le graduatorie dei concorsi indetti nel 2013 e approvate nel 2014;
3) allievi ufficiali, frequentatori di corsi per ufficiali e allievi marescialli (si tratta di qualifiche presenti nelle forze di polizia ad ordinamento militare: Carabinieri e Guardia di finanza);
4) personale dei gruppi sportivi (di tutte le forze di polizia).
Zedde
Decreto Giustizia Civile, Cambiano le separazioni e i divorzi
Il via libero definitivo al decreto sulla Giustizia Civile (Dl 132/2014) arriverà giovedì, ma con il voto di fiducia di ieri alla Camera (353 sì e 192 contrari) è scontato l’esito per il provvedimento che introduce la negoziazione assistita in tema di separazione e divorzio. Kamsin Tra le novità che entreranno in vigore con la definitiva conversione in legge del provvedimento governativo c'è, infatti, l'introduzione di una particolare forma di negoziazione assistita, finalizzata specificamente alla soluzione consensuale stragiudiziale delle controversie in materia di separazione personale, di cessazione degli effetti civili e scioglimento del matrimonio ovvero di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.
Per le separazioni e i divorzi, il decreto Orlando ha subito, del resto, diversi ritocchi nelle commissioni parlamentari: diversamente dalla stesura originaria, il testo in via di approvazione prevede la possibilità di negoziazione assistita anche in presenza di figli minori o portatori di handicap grave, prevedendo in questo caso, oltre al vaglio del Procuratore della Repubblica, anche il possibile passaggio dinanzi al Presidente del Tribunale.
Il ricorso a tale istituto, pertanto, è consentito anche in presenza di figli minori o di figli maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti. In tal caso il pubblico ministero presso il tribunale competente, cui l'accordo deve essere trasmesso entro 10 gg., autorizza l'accordo raggiunto in quanto rispondente all'interesse dei figli. Analogo passaggio giudiziale è innestato nel procedimento di negoziazione in assenza di figli minori. Anche qui si è prevista la necessità di trasmissione dell'accordo al pubblico ministero presso il tribunale competente per un controllo di regolarità; spetta allo stesso PM il rilascio del nullaosta all'accordo.
La convenzione, obbligatoriamente assistita da un avvocato per parte, produce gli effetti dei provvedimenti giudiziali che definiscono gli analoghi procedimenti. Spetta agli avvocati delle parti (pena la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 10.000 euro) trasmettere copia autentica dell'accordo all'ufficiale di stato civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto.
Critica invece l’Anm sulla riduzione delle ferie dei magistrati da 45 a 30 giorni all'anno e la sospensione dei termini feriali dal primo al 31 agosto, misure volute e introdotte dal premier Renzi nel dl 132/2014. Inoltre per la risoluzione delle controversie delle cause civili pendenti in primo e secondo grado - fatta eccezione per quelle che riguardano diritti indisponibili, lavoro, previdenza e assistenza sociale - le parti potranno trasferire il procedimento di fronte a un arbitro, individuato nell’albo degli avvocati (senza contare che, per abbassare i costi, il ministero potrà stabilire la riduzione del compenso degli arbitri). Altra strada è invece quella della negoziazione assistita dagli avvocati, con un accordo tra le parti con non si siano ancora rivolte al giudice o che non abbiano percorso la strada dell’arbitrato.
Zedde
Pensioni Militari, cambiano le regole con il ddl stabilità
Una norma contenuta nel disegno di legge di stabilità prevede lo stop alla possibilità di ottenere promozioni il giorno antecedente la cessazione dal servizio al fine ottenere una pensione e una buonuscita piu' succulenta.
Kamsin Sono abrogate le norme che prevedono la promozione alla vigilia il giorno precedente la cessazione dal servizio a favore del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare in determinate posizioni, nonché quella relativa ai Dirigenti generali e Dirigenti superiori della Polizia di Stato. E' quanto prevede l'articolo 21, comma 4 del Disegno di legge di stabilità approvato dal Cdm a metà Ottobre ed attualmente in discussione alla Camera dei Deputati.
Nello specifico l'intervento dispone l’abrogazione delle norme del Codice dell’ordinamento militare che prevedono talune promozioni conferite al personale militare all’atto della cessazione dal servizio o alla vigilia del decesso per causa di servizio (individuate negli articoli 1076, 1077, 1082 e 1083 del D.Lgs. n. 66 del 2010).
Il Governo con la novella punta, quindi, ad abolire la possibilità di ottenere un trattamento di quiescenza (e una buonuscita) piu' elevato a seguito di una neo-promozione. Infatti, secondo quanto riportato nella relazione tecnica al provvedimento le richiamate promozioni hanno effetti economici sia sul trattamento pensionistico che su quello di buonuscita.
Per le Forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, ed il Corpo della guardia di finanza, per effetto dell’omogeneizzazione stipendiale che opera sino al grado di Colonnello e gradi equivalenti, gli ufficiali in servizio beneficiano già del trattamento economico del grado superiore e, pertanto, la promozione alla vigilia non ha conseguenze economiche. Invece, per i gradi di Generale di Divisione (con promozione a Generale di Corpo d’Armata e gradi equivalenti) e Generale di Brigata (con promozione a Generale di Divisione e gradi equivalenti), la promozione alla vigilia determina l’attribuzione dei predetti benefici economici (pensione e buonuscita).
Per quanto attiene invece il personale appartenente ai ruoli dei sottufficiali la promozione alla vigilia, nella quasi totalità dei casi, non produce effetti economici in quanto al momento dell’accesso al trattamento pensionistico riveste già il grado apicale e, quindi, non è promuovibile ulteriormente. Secondo l'ufficio Bilancio della Camera dei Deputati i risparmi annui lordi, in via prudenziale, derivanti dalla soppressione dell’istituto in parola, si aggirano tra uno e quattro milioni di euro a regime, nel 2020.
Come anticipato il disegno di legge provvede anche all'abrogazione del comma 260 della legge n. 266 del 2005 in base al quale, ai dirigenti generali di pubblica sicurezza con almeno quattro anni nella qualifica al momento della cessazione dal servizio sono attribuiti il trattamento di quiescenza, normale e privilegiato e l'indennità di buonuscita spettanti ai dirigenti generali di pubblica sicurezza di livello B, con analoga anzianità di servizio; e ai dirigenti superiori della Polizia di Stato con almeno cinque anni di anzianità nella qualifica sono attribuiti la promozione alla qualifica di dirigente generale di pubblica sicurezza, a decorrere dal giorno precedente la cessazione dal servizio.
Ridotta anche l'ausiliaria - I tagli non si fermano però qui. Il Ddl prevede, infatti, la riduzione dal 70 al 50 per cento dell’indennità di ausiliaria, calcolata quale differenza tra il trattamento di quiescenza e quello del parigrado in servizio.
La categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione.
Si ricorda che il personale militare permane in ausiliaria: a) fino a 65 anni, se con limite di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 60 anni, ma inferiore a 62 anni; b) fino a 67 anni, se con limite di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 62 anni e, comunque, per un periodo non inferiore ai 5 anni.
Una ulteriore previsione prevede anche la riduzione degli incentivi economici da corrispondere agli ufficiali in servizio permanente delle Forze armate e del Corpo della Guardia di finanza, in possesso del brevetto di pilota militare che abbiano ultimato la ferma obbligatoria, maturato almeno sedici anni di servizio e siano stati ammessi a contrarre una ferma volontaria di durata biennale. Vengono inoltre ridotti gli incentivi a favore degli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate in possesso dell'abilitazione di controllore del traffico aereo.
Zedde
Riforma pensioni, arriva il primo ok al referendum contro la Legge Fornero
La Corte di Cassazione ha certificato ieri che sono state raggiunte le 500 mila firme per ottenere il referendum contro la legge pensionistica Fornero del 2011. È quanto ha indicato Matteo Salvini, leader della Lega, sull'iniziativa promossa dal Carroccio contro il DL 201/2011 che ha significato per milioni di lavoratori l'innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni, e l'abolizione delle vecchie pensioni di anzianità. Kamsin Salvini ricorda che manca ora l'ultimo passaggio, l'ok della Corte Costituzionale. A quel punto, se ha Roma non faranno scherzi in primavera si potrà cancellare la riforma Fornero con l'indicazione del referendum abrogativo.
“Oggi la Cassazione ha certificato che le firme depositate per il referendum contro la legge Fornero sono davvero tante, a dimostrazione che la gente vuole esprimersi per abrogare la vergognosa riforma delle pensioni. Adesso ci auguriamo che non arrivino scherzi dalla Consulta, perché non si può zittire la voce del popolo”. E' quanto scrive in una nota il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga, commentando la decisione della Corte sul referendum contro la legge Fornero promosso dal Carroccio.“Se il governo Renzi non è in grado di portare avanti politiche che servono ai cittadini come l'eliminazione della legge delle pensioni che ha bloccato il ricambio generazionale alimentando la disoccupazione giovanile e centinaia di migliaia di esodati, ci pensa la gente a farlo. Siamo orgogliosi di questo primo risultato, non tanto per il successo della campagna referendaria della Lega Nord, quanto perché in questo modo si difendono i nostri cittadini e i diritti negati dal duo Monti-Fornero e dal Pd di Renzi”.
Zedde
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Pensioni, promossa la class action per la proroga dell'opzione donna
Il Comitato Opzione Donna diffida l'Inps a rimuovere i paletti che accorciano di un anno i termini per l'accesso al regime sperimentale donna. L'Istituto avrà 90 giorni di tempo per rispondere. Successivamente partirà l'azione collettiva al Tar.
Kamsin Come già anticipato da pensionioggi.it il "Comitato Opzione Donna" ha ricevuto l'appoggio dell'Onorevole MariaLuisa Gnecchi (Pd) e dell'Onorevole Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati lo scorso 31 Ottobre a Montecitorio, all'avvio del ricorso collettivo per ampliare la fruizione del regime sperimentale donna per tutte le lavoratrici che maturano i requisiti nel corso del 2015.
L'iniziativa e' stata presentata a Montecitorio dalla presidente del Comitato, Daniella Maroni, dagli avvocati Andrea Maestri e Giorgio Sacco, e dalla parlamentare del Pd della commissione Lavoro Marialuisa Gnecchi.
Com'è noto, l'Inps ha chiesto, con le Circolari 35 e 37 del 2012, ai fini dell'accesso al regime di cui all'articolo 1, comma 9 della legge 243/04, che le lavoratrici devono conseguire, al 31 Dicembre 2015, l'apertura della finestra mobile anticipando, di fatto, di oltre un anno i requisiti anagrafici e contributi utili per l'esercizio dell'opzione in parola.
L'indicazione dell'Inps, ha ricordato la Gnecchi, è inaccettabile perchè ha l'effetto di restringere occultamente, dato che la legge 243/04 non prevedeva tale condizione, il regime sperimentale donna, unica possibilità lasciata dopo la Riforma Fornero dall'ordinamento per anticipare l'uscita (a caro prezzo dato che chi sceglie questa strada ottiene un assegno calcolato con il sistema contributivo e dunque piu' basso).
La Gnecchi ha ricordato anche come il Parlamento abbia approvato, invano, due risoluzioni per chiedere al Governo la soluzione della vicenda ma che la Ragioneria dello Stato ha chiesto adeguate coperture per l'allargamento della platea delle beneficiarie, richiesta anch'essa inaccettabile - ha detto la Gnecchi - in quanto le coperture per la misura erano state già previste nella legge istitutiva del regime sperimentale, la legge 243/04.
La Diffida Formale all'Inps - Il Comitato lo scorso 22 Ottobre ha dunque presentato una diffida formale all'Inps a riformare, entro 90 giorni dalla ricezione della stessa, le Circolari 35 e 37 del 2012. Dopo i 90 giorni, ricordano, se non ci sarà un esito positivo della vicenda, il Comitato avrà un anno di tempo per presentare un ricorso collettivo al Tar del Lazio per ottenere la rimozione in via giurisdizionale delle Circolari. L'azione, precisano, sarà aperta a chiunque abbia un interesse con le stesse caratteristiche di quello delle ricorrenti (c'è un bacino di 6mila lavoratrici potenziali aderenti, stimano dal Comitato) che dunque potranno unirsi all'azione collettiva sino a 20 giorni prima della fissazione dell'udizienza preliminare al Tar del Lazio.
Oltre all'azione collettiva, precisano dal Comitato, le lavoratrici potranno comunque perseguire la strada individuale presentando ricorso individuale presso il Giudice del lavoro (per le lavoratrici del settore privato) o alla Corte dei conti (per le lavoratrici del pubblico impiego) nei confronti del diniego all'accesso alla prestazione che sarà comunicato dall'Inps.
Nella conferenza stampa si preme, inoltre, affinchè l'Inps (o il Ministero del Lavoro), con un atto di autotutela amministrativa, revochino le predette circolari prima dell'avvio del ricorso giurisdizionale al fine di evitare un lungo e complesso contenzioso.
Zedde
Esodati, domande entro il 5 gennaio 2015 per la sesta salvaguardia
Una circolare del Ministero del lavoro e/o dell'Inps indicherà le modalità di presentazione delle istanze dei lavoratori che intendono avvalersi dei benefici in materia di sesta salvaguardia.
Kamsin Molti lettori ci chiedono quando sarà possibile iniziare a presentare le domande per l'ammissione ai benefici previsti dalla legge 147/2014 sulla sesta salvaguardia. E' bene ricordare che la legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale numero 246 lo scorso 22 ottobre ma entrerà formalmente vigore il 6 novembre 2014.
E' stato previsto un periodo di vacatio legis piuttosto lungo (probabilmente per consentire l'adozione da parte del ministero e dell'Inps dei provvedimenti attuativi). Da quella data pertanto partirà il conto alla rovescia per la presentazione delle istanze di accesso da parte dei lavoratori, che avranno quindi tempo sino al 5 gennaio 2015 per l'adempimento, cioè 60 giorni dalla data dell'entrata in vigore della legge 147/2014.
Prima di giovedì sarà, quindi, formalmente impossibile presentare istanza di accesso ai benefici in parola. A breve, inoltre, usciranno le istruzioni del Ministero del Lavoro e dell'Inps per la compilazione delle domande di accesso e, dunque, è consigliabile attendere tali provvedimenti prima di presentare domanda. Per ora la legge 147/2014 è, infatti, molto generica al riguardo e prevede che si applichino per ciascuna categoria di lavoratori salvaguardati le specifiche procedure previste nei precedenti provvedimenti in materia di salvaguardia da ultimo stabiliti con il decreto del Ministero del Lavoro 14 febbraio 2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale numero 89 il 16 aprile scorso.
È facile immaginare pertanto che i lavoratori dovranno presentare le istanze di accesso, a seconda del proprio profilo di tutela, all'Inps o alla Direzione territoriale del lavoro.
L'Inps provvederà al monitoraggio delle domande di pensionamento inoltrate sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro; probabilmente, tuttavia, per i lavoratori che hanno fruito dei congedi per l'assistenza dei familiari con disabilità l'ordine della graduatoria dovrà avvenire sulla base della data di maturazione del requisito previdenziale (come previsto dal messaggio inps 522/2014 per la quarta salvaguardia) dato che, molti di loro non hanno ancora cessato l'attività lavorativa.
La legge chiede all'Inps, inoltre, la pubblicazione nel proprio sito internet, in forma aggregata, i dati raccolti a seguito delle attività di monitoraggio, avendo cura di evidenziare le domande accolte, quelle respinte e le relative motivazioni (l'ultimo report dell'Inps sui salvaguardati è fermo ai primi di luglio). La legge prevede inoltre che sulla base dei dati di monitoraggio effettuati dall'Inps, il ministro del Lavoro, entro il 30 giugno di ogni anno, trasmette alle Camere una relazione in ordine alla attuazione delle disposizioni di salvaguardia, con particolare riferimento al numero di coloro che sono stati salvaguardati e alle risorse finanziarie utilizzate.
Ci si augura anche che il Ministero del Lavoro indichi come si dovranno comportare i lavoratori che hanno fruito dei permessi e dei congedi di cui alla legge 104/92. Questi lavoratori dovevano essere inclusi nella quarta salvaguardia ma, per esaurimento del relativo plafond, sono rimasti esclusi dalla tutela.
Guidaesodati
Zedde
Jobs act, possibile un accordo sull'articolo 18
"Dal primo di gennaio del 2015 le regole sul lavoro devono essere radicalmente cambiate". E' quanto ha annunciato il primo ministro Matteo Renzi nell'incontro che si è tenuto lunedì con gli industriali a Brescia. Per portare a casa questo risultato aumentano le probabilità che l'esecutivo faccia ricorso al voto di fiducia (anche se il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ieri ha fatto intendere che la questione non è stata ancora decisa). Pesa in particolare la posizione contraria della minoranza Dem che mira ad ottenere una modifica del testo approvato in Senato e dunque un allungamento dei termini di approvazione del provvedimento.
La minoranza Pd chiede di esplicitare nel testo della delega i 4 punti contenuti nell'ordine del giorno approvato nelle scorse settimane dalla direzione nazionale del Partito Democratico. In primo luogo c'è la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: la minoranza preme per ottenere che la reintegra venga confermata dei casi più gravi di licenziamenti disciplinari. Poi c'e' la riduzione delle forme contrattuali sulla quale si chiede l'esatta individuazione delle tipologie da sfoltire, come i co.co.pro.
A suscitare il mal di pancia alla minoranza c'è anche l'assenza di adeguate garanzie sulle risorse per finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali: "è necessario chiarire che i due miliardi previsti con la legge di stabilità siano aggiuntivi rispetto a quelli previsti per il prossimo anno perché altrimenti la norma non farebbe altro che confermare l'importo dell'anno precedente" ha indicato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
Tra i nodi da risolvere c'è poi quello relativo alla cassa integrazione straordinaria su cui dovrà essere chiarito se l'ammortizzatore continuerà ad applicarsi anche alla parte del ramo d'azienda non cessato, che riprende l'attività.
Per evitare una terza lettura ed uno scontro tra maggioranza renziana e minoranza Pd, Damiano, assieme a Lorenzo Guerini vice del Pd potrebbero tuttavia mettere in votazione un ordine del giorno piuttosto che una modifica al testo del Jobs act, contenente le misure a cuore della minoranza Pd. L'ordine del giorno, infatti, potrebbe essere qualcosa di appetibile e digeribile da tutte le parti in causa ed evitare, così, che il governo ponga la questione di fiducia al testo esacerbando lo scontro all'interno del Partito Democratico. L'ordine del giorno conterrebbe, tuttavia, il riferimento ai licenziamenti disciplinari votati all'ultima direzione del Pd per i quali articolo 18 sussisterebbe comunque.
Zedde
Pensioni, la Cassazione deciderà sulla prosecuzione del lavoro sino a 70 anni
La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha chiesto alle Sezioni Unite di stabilire se i giornalisti dipendenti hanno diritto a chiedere la prosecuzione del rapporto di lavoro sino i 70 anni di età come previsto dall'articolo 24 comma 4 del decreto legge 201/2011, la cosiddetta riforma Fornero. Kamsin La richiesta arriva all'indomani delle difficoltà dei Tribunali nella definizione di un orientamento univoco circa la possibilità in capo al lavoratore di ottenere la prosecuzione del rapporto lavorativo sino a 70 anni di età. Il contrasto è relativo alla circostanza se il lavoratore ha un diritto soggettivo a chiedere la prosecuzione del rapporto di lavoro sino a 70 anni, indipendentemente dalla volontà del datore, oppure se debba sussistere anche il consenso del datore di lavoro.
La vicenda nel caso dei giornalisti, peraltro, dovrebbe offrire l'opportunità di chiarire se l'incentivazione del rapporto di lavoro fino a 70 anni debba essere riconosciuta nel solo sistema contributivo oppure riguardi anche i lavoratori nel sistema misto e retributivo.
Zedde
Tasi, Imu: ok del Governo alla nuova imposta unica sugli immobili
L'esecutivo conferma l'obiettivo di unificare dal prossimo anno la Tasi e l'Imu per semplificare la vita dei contribuenti. Previsto il ritorno ad aliquote standard e detrazioni fisse sull'abitazione principale.
Kamsin Dal prossimo anno la vita dei contribuenti, nelle intenzioni del governo, si presenterà un po’ più agevole rispetto al burrascoso 2014, almeno per il pagamento delle tasse immobiliari. L'esecutivo ha infatti ieri confermato l'obiettivo di unificare, dal prossimo anno, la Tasi e l'Imu ed introdurre una local tax affidata ai Comuni.
Per gli immobili diversi dall’abitazione principale il nuovo prelievo risulterebbe dalla somma delle attuali aliquote Imu e Tasi (il cui tetto complessivo è al 10,6 per mille ma incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille). Per le prime case invece l’ipotesi più probabile è il ripristino della detrazione standard già prevista per l’Imu (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni) che però potrebbe essere accompagnata da altre forme di sgravio affidate ai Comuni e basate comunque sull’indicatore Isee. La conseguente riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale (fino all’azzeramento) sarà compensata da un innalzamento dell’aliquota standard, che arriverebbe ad un valore intermedio tra il 3,3 per mille (massimo) applicato quest’anno e il 4 per mille dell’Imu 2012.
L'imposta per gli inquilini - Un altro aspetto su cui il prossimo anno può portare novità è quello degli inquilini: se oggi questi pagano un quota oscillante tra il 10 ed il 30% dal prossimo anno Renzi ha indicato di voler cancellare la quota a loro carico per gli immobili ad uso abitativo e confermarla invece - con alcune modifiche- per gli immobili delle imprese come i negozi. In queste situazioni il contributo dell’inquilino sarebbe accompagnato dall’assorbimento nell’imposta unica di tributi minori come quelli sulle affissioni.
I Tempi per la nuova imposta unica immobiliare - L'introduzione della nuova fiscalità comunale dovrebbe avvenire con la presentazione di un emendamento al disegno di legge di stabilità o come collegato. Vista l’esigenza di fare presto per il primo anno l'unificazione dell'imposizione fiscale sugli immobili dovrebbe essere solo parziale, includendo l’unificazione tra Imu e Tasi e il sostanziale ritorno ad una detrazione standard per le abitazioni principali. Resterà fuori, pertanto, la Tari, la tassa sui rifiuti, dato che le modalità di calcolo sono diverse (per questa imposta non si prende, infatti, in considerazione la rendita catastale dell'immobile), e il Governo ha intenzione di agganciare l'imposta alla quantità di rifiuti prodotti con tempi più lunghi di studio.
Zedde