Notizie
Dl Irpef, Renzi promette misure su incapienti e pensionati
Renzi promette che gli 80 euro di bonus sono solo un antipasto. Presto misure in favore degli incapienti e dei pensionati con pensioni al di sotto dei mille euro.
{div class:article-banner-left}{/div}
Nel testo definitivo del decreto legge taglia Irpef uscito dal consiglio del ministri della scorsa settimana, il credito d'imposta da 640 euro netti per otto mesi sarà erogato ai lavoratori dipendenti con eccezione dei lavoratori incapienti e abbia un reddito fino a 24 mila euro. Da 24 mila e fino a 26 mila euro, invece, ii bonus scenderà arrivando rapidamente a zero. Renzi, insomma, ha voluto un'operazione chiara, che non prestasse fianchi deboli a critiche come è avvenuto in passato per il bonus Letta, quello basato sul sistema delle detrazioni e che, alla fine, si era risolto in pochi spiccioli in busta paga.
Il bonus dunque dal prossimo mese di Maggio sarà di 80 euro netti per tutti i 10,4 milioni di contribuenti che hanno un reddito compreso tra 8 mila e 24 mila euro. Nel bozza del decreto legge si prevede anche che in caso di mancanza di capienza del sostituto d'imposta per versare il bonus, questo potra essere recuperato sui contributi Inps.
Con questa nuova misura si può iniziare anche a fare qualche calcolo di quanto i lavoratori si troveranno ad avere in più nelle buste paga grazie al doppio bonus, quello di Renzi e quello del governo Letta. Se il primo è fisso, il secondo, essendo basato sul sistema delle detrazioni, ha una curva che raggiunge il suo massimo intorno ai 15 mila euro di reddito. Chi si trova in questa fascia di reddito ha già ottenuto un bonus di 19 euro mensili con Letta. Ora con gli 80 euro che arriveranno dalla misura approvata da Renzi la somma raggiunge i 100 euro.
Renzi dovrà ora sciogliere il nodo degli incapienti, cioè coloro che guadagnano meno di 8 mila euro annui che sono stati esclusi dai benefici. Per loro il premier ha promesso un nuovo intervento in un secondo momento. Intervento che dovrebbe arrivare anche per i pensionati che hanno una pensione inferiore a mille euro al mese. Ma il grande punto interrogativo è se il governo riuscirà a rendere "strutturale", il bonus di 80 euro. Per ora la copertura basta solo per il 2014 e il suo rifinanziamento richiede 10 miliardi per il 2015. Ci penserà la prossima legge di stabilità che dovrà individuare le risorse.
Casse professionali, la tassazione dei rendimenti sale al 26%
In assenza di una precisazione nel decreto legge taglia irpef anche i rendimenti delle casse professionali potrebbero essere tassati al 26%.
{div class:article-banner-left}{/div}
L'innalzamento delle aliquote sulle rendite finanziarie potrebbe interessare anche le Casse di previdenza dei professionisti. Nella bozza del decreto legge, infatti, non è contenuta alcuna esenzione per le casse professionali, enti che contano oltre due milioni di iscritti. Dal prossimo 1° luglio, quindi, anche tali enti vedranno passare la tassazione dei rendimenti dal 20 al 26 per cento
La denuncia arriva da Andrea Camporese, presidente dell'associazione degli enti previdenziali privati, che sottolinea il rischio di un aggravio per i conti e i rendimenti delle Casse e l'ampliamento ulteriore del divario rispetto ad altre forme previdenziali: "Se fosse confermata la tassazione al 26% anche per le Casse, si realizzerebbe una gravissima lesione del diritto, per gli iscritti, a essere considerati uguali agli altri cittadini italiani ed europei, dato che chi versa all'Inps non è soggetto ad alcuna tassazione, mentre in Europa chi è iscritto alle Casse private ha una tassazione compresa tra lo zero e il tre per cento".
Inoltre si amplierebbe la differenza di trattamento con i fondi di previdenza complementare che, pur non obbligatori, fruiscono di una tassazione sulle rendite all'11% per cento. Le Casse privatizzate, invece di vedersi ridurre questa forbice, da luglio rischiano di assistere a un incremento delle disparità, oltre al fatto che da tempo lamentano il peso fiscale della doppia tassazione: quella a loro carico sui rendimenti e quella sulle prestazioni, gravante sugli iscritti, al lordo dei rendimenti già tassati.
Il conto a carico degli enti rappresentati dall'Adepp determinato dal previsto aumento delle aliquote è presto fatto: già oggi la tassazione delle rendite al 20% costa alla previdenza privata circa 450 milioni di euro che equivale a una riduzione dell'8% delle prestazioni; con l'aliquota al 26% si sale a circa il 12% delle prestazioni attese. Nel caso in cui fosse confermato l'aumento – sostiene Camporese – reagiremo in tutte le sedi sia sul piano giuridico che legislativo, considerando questo atto un vero e proprio scandalo che non ha nulla a che vedere con l'equità sociale affermata dal Presidente del Consiglio dei ministri".
Esplode la richiesta di cassa integrazione a Marzo
La cassa integrazione ordinaria aumenta a marzo su febbraio del +16,32%, per un totale pari a 27.379.903 di ore. Da inizio anno la cig invece ha raggiunto quota 76.696.078 di ore per un -23,43% sul periodo gennaio-marzo del 2013.
{div class:article-banner-left}{/div}
Esplode la richiesta di ore di cassa integrazione: con oltre 100 milioni di ore registrate lo scorso mese, ben oltre le 80 milioni di ore mediamente conteggiate a partire da gennaio 2009 ad oggi, la cig aumenta in tutti i suoi segmenti (ordinaria, straordinaria e deroga). Dietro questa mole di ore sono coinvolti da inizio anno circa 520 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore in busta paga.
Partendo dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps effettuate dall'Osservatorio cig della Cgil Nazionale nel rapporto di marzo, il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, può commentare: "Lo stato in cui versa il nostro sistema produttivo, insieme alla condizione dei lavoratori, continuano ad essere una seria e drammatica emergenza da affrontare".
Dall'analisi di Corso Italia si rileva come il totale a marzo sia stato pari a 100.136.978 di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate. Un dato in aumento sul mese precedente del +20,28% mentre è in calo l'insieme del primo trimestre, pari a 264.755.636 di ore, del -1,16% sui primi tre mesi dello scorso anno. Nel dettaglio emerge che la cassa integrazione ordinaria (cigo) aumenta a marzo su febbraio del +16,32%, per un totale pari a 27.379.903 di ore.
Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 76.696.078 di ore per un -23,43% sul periodo gennaio-marzo del 2013. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese, è stata di 45.491.245 per un +17,07% su febbraio mentre il primo trimestre dell'anno totalizza 128.212.748 ore autorizzate per un +10,21% sullo stesso periodo dello scorso anno.
Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato a marzo un deciso aumento sul mese precedente pari a +30,71% per 27.265.830 ore richieste. Nei primi tre mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, la crescita della cigd è stata del +14,56% per un totale di 61.846.810.
Irap, il governo conferma il taglio
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nella conferenza stampa di presentazione del decreto sul cuneo fiscale ha confermato l'intervento sull'Irap che porterà in dote un risparmio del 10,2% alle aziende private e ai professionisti.
{div class:article-banner-left}{/div}
E' stato confermato l'intervento che prevede un taglio dell'aliquota Irap ordinaria dello 0,4% (dal 3,9 al 3,5). Un intervento che porterà un risparmio del 10,2% ad aziende private e professionisti sul costo del lavoro: dal 3,9 si passerà al 3,5 per cento.
Per le banche e le imprese finanziarie si passerà dall'attuale livello dell'imposta del 4,65% al 4,20%, con uno sconto del 9,7%. Per le assicurazioni, invece, si passerà dal 5,90% del 2013 al 5,30 % con un risparmio del 10,1%. Le imprese agricole, oggi destinatarie dell'aliquota più bassa, avranno un'aliquota dell'1,70 %;alle imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori, a cui si applica l'aliquota del 4,20%, sarà riconosciuto un'aliquota al 3,80%.
La rimodulazione delle aliquote avrà effetti per i versamenti del 2014 anche se per il calcolo degli acconti previsionali in scadenza a giugno e a novembre del 2014, imprese e professionisti dovranno applicare l'aliquota del 3,70%, rinviando l'ulteriore beneficio al saldo di giugno 2015. Le banche calcoleranno gli acconti previsionali 2014 con l'aliquota Irap transitoria del 4,40%, le assicurazioni con il 5,60% e le imprese agricole all'1,80% e le imprese concessionarie al 4 per cento.
Il taglio dell'imposta è lineare e quindi favorirà anche le imprese che non impiegano dipendenti.
Quinta salvaguardia, pubblicati i moduli per la presentazione delle istanze di accesso
Il Ministero del Lavoro e della Politiche sociali rende noti i moduli per la presentazione delle istanze di accesso per la fruizione della quinta salvaguardia di cui al Dm del 14 Febbraio 2014.
{div class:article-banner-left}{/div}
Si procede con la quinta trance di esodati. Le istanze vanno presentate entro il 15 giugno, alla direzione territoriale del lavoro o all'Inps.
Lo ha stabilito il dm 14 febbraio pubblicato sulla G. U. n. 89 del 16 aprile che dà attuazione alla legge Stabilità 2014 per un contingente di 17 mila soggetti. Il nuovo decreto ha incrementato di 6 mila unità la terza salvaguardia (portando il contmgente da 10.130 posti a 16.130) ed ha previsto un nuovo contingente di 17.000 soggetti.
Le categorie protette sono:
a) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attivita', non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (900 posti disponibili);
b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (400 posti disponibili);
c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (500 posti disponibili);
d) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (5.200 posti disponibili);
e) i lavoratori collocati in mobilita' ordinaria alla data del 4 dicembre 2011 e autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione successivamente alla predetta data, che, entro sei mesi dalla fine del periodo di fruizione dell'indennita' di mobilita' di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223, perfezionino, mediante il versamento di contributi volontari, i requisiti vigenti alla data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011 (1000 posti disponibili);
f) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorche' al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attivita' lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attivita' lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (9.000 posti diponibili).
Le domande vanno presentate entro il 15 giugno, all'Inps i lavoratori delle categorie a, e, f e alla direzione territoriale del lavoro i lavoratori delle categorie b, c e d.
I moduli per la presentazione delle istanze di accesso sono stati resi disponibili con la Circolare del Ministero del Lavoro numero 10 del 18 Aprile 2014.
Altro...
Dl Irpef 2014, nessun beneficio per partite Iva e pensioni
Nel decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri non vengono previsti sconti fiscali in favore delle partite Iva e dei pensionati. Escusi anche i collaboratori domestici
{div class:article-banner-left}{/div}
Niente da fare per i pensionati incapienti e le partite Iva. nel decreto legge che ha previsto l'erogazione del bonus fiscale di 80 euro per i lavoratori dipendenti, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, non ci sono risorse per le così dette partite Iva e i pensionati. Delusione quindi per chi sperava che tra i beneficiari comparisero anche i lavoratori autonomi: per loro nulla di fatto. Tutto è rimandato eventualmente ad un provvedimento su gli incapienti che secondo le intenzioni dell' esecutivo dovrebbe approvato nei prossimi tempi.
A bocca asciutta anche i lavoratori domestici, le colf e badanti. La famiglia, datore di lavoro, non opera alcuna ritenuta fiscale nei loro confronti e pertanto non è tra coloro che sono considerati sostituti d'imposta. E dato che il decreto varato dal Consiglio dei Ministri ha chiesto al sostituto d'imposta il riconoscimento del bonus, per il lavoratore domestico non ci saranno benefici a meno che in sede di conversione in legge del provvedimento, il Parlamento non preveda la possibilità del riconoscimento dello sconto fiscale all'interno della dichiarazione dei redditi.
Apprendistato 2014, la Commissione Lavoro della Camera reintroduce i vincoli
Verranno reintrodotte le quote di stabilizzazione degli apprendisti con il 20 per cento nelle aziende con oltre 30 dipendenti.
{div class:article-banner-left}{/div}
La Commissione Lavoro della Camera ha concluso l'esame del decreto lavoro 34/2014 apportando diverse modifiche al testo originario del provvedimento. La prima novità riguarda la reintroduzione delle quote di stabilizzazione dei lavoratori apprendisti con un obbligo per le aziende di oltre 30 dipendenti di stabilizzarne almeno il 20 per cento come condizione per assumere di nuovi.Viene inoltre ripristinata la sostanziale obbligatorietà della formazione pubblica di apprendisti anche se l'impresa sarà esonerata qualora entro 45 giorni la Regione non si attiva per erogare i corsi.
È stato pure ripristinato l'obbligo della forma scritta per la formazione dell'apprendistato anche se si procederà con una forma semplificata.
Per quanto riguarda i contratti a termine si prevede che le proroghe scendono da 8 a 5 menrte rimane immutato l'arco di tempo pari a 36 mesi entro cui contratto a tempo determinato può essere stipulato.
Viene inoltre precisato che il tetto del 20 per cento di utilizzo dei rapporti a tempo determinato sarà calcolato non più sull' organico complessivo dell'azienda ma solo sui lavoratori a tempo indeterminato in forza al primo gennaio dell'anno di assunzione. Come sanzione in caso di mancato rispetto della soglia è prevista la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.
Tra le novità che andranno in aula per la discussione generale la prossima settimana, viene anche specificato il regime transitorio applicabile. Le novità sui contratti a termine sull'apprendistato verranno per rapporti di lavoro instaurati successivamente all'entrata in vigore del decreto legge. Le aziende avranno tempo fino a fine anno per adeguarsi al tetto; in caso contrario dal 2015 le aziende non potranno procedere all'assunzione di nuovi lavoratori a tempo determinato finché non avranno regolarizzato la propria posizione.
Si specifica poi che il tetto del 20 per cento e la sanzione in caso di sforamento, che prevede la trasformazione del contratto in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non saranno applicabili ai rapporti di lavoro costituiti prima dell'entrata in vigore del decreto legge 34/2014.
Taglio Irpef: via libera dal Cdm ma il bonus non arriva agli incapienti
Il premier annuncia che a partire da maggio ci saranno 80 euro in più in busta paga per chi ha un reddito da 8 a 26 mila euro, taglio del 10% dell'Irap per le aziende.
{div class:article-banner-left}{/div}
Il decreto per il taglio dell'Irpef e dell'Irap è stato approvato oggi pomeriggio dal Cdm ed è stato illustrato attraverso dieci tweet, hashtag #oraics, sulla pagina di Palazzo Chigi.
Un "principio di buon senso" e un "modo per fare la pace con gli italiani" sono le definizioni scelte per annunciare che agli stipendi dei manager pubblici verrà fissato uno stipendio massimo di 240mila euro, livello proposto anche per i presidenti delle partecipate quotate. Una regola che il premier ha definito "Norma Olivetti". "Dare un tetto di 20mila euro al mese non è drammatico", ha spiegato Renzi. A Camera e Senato, che scelgono autonomamente le remunerazioni del proprio organico, è andato l'invito ad allinearsi, pur nel rispetto delle singole competenze. Stretta ancora sulla auto blu: 5 al massimo per ogni ministero, spiega Renzi.
Spese degli enti pubblici online - Altra novità viene dal fatto che tutte le spese degli enti pubblici saranno online entro 60 giorni. Il presidente del Consiglio ha spiegato che si tratta di una previsione di legge già esistente, ma ora è stata inasprita con la disposizione che gli enti che non comunicheranno in tempo le spese verranno "puniti" con una decurtazione dei trasferimenti da parte dello Stato. Anche la distribuzione degli uffici pubblici, con i relativi risparmi di spazio, e la razionalizzazione delle municipalizzate (da ottomila a mille) sono stati indicati come obiettivi del programma.
Tagli alla Difesa - Si registra poi il piano di risparmi da 400 milioni di euro per la Difesa, 150 dei quali verranno dalla revisione del programma di acquisto dei discussi caccia F-35. Questi 400 milioni rientrano nei risparmi da complessivi 700 milioni che afferiscono alla voce "acquisto di beni e servizi" per la parte dello Stato; importi pari dovranno essere risparmiati anche dalle Regioni e dai Comuni (quindi 2,1 miliardi in totale). A ciò si aggiungono 900 milioni che Renzi ha collegato a "voci inattese come la 'sobrietà'".
Rendite finanziarie - Si conferma poi l'innalzamento al 26% della tassazione sulle plusvalenze che le banche hanno registrato con la rivalutazione delle quote di Bankitalia: in questo modo il governo incasserà 1,8 miliardi. La Rai dovrà contribuire con un assegno da 150 milioni alla spending, che la televisione di Stato potrà racimolare anche vendendo le torri di Rai Way, o attraverso la "razionalizzazione" delle sedi regionali. Un centinaio di milioni è previsto in arrivo dalla rimozione dell'obbligo di pubblicare sui quotidiani i bandi e le gare, mentre dal recupero dell'evasione il governo "ha deciso di inserire solo 300 milioni, i soldi che abbiamo già incassato nel primo trimestre dell'anno". Non compaiono poi i tagli sulla sanità.
Bonus Irpef non agli incapienti - Il presidente del Consiglio assicura che a partire ''dal mese di maggio'' avverrà l'erogazione degli 80 euro al mese per coloro che hanno una busta paga sotto i 26 mila euro annui. Vale a dire 10 milioni di cittadini in tutto. Il testo del decreto «è in fase di coordinamento con i singoli ministri e sarà in Gazzetta credo all'inizio della prossima settimana. Questo ci consentirà di dare i mitici 80 euro sin dal mese di maggio». Il taglio Irpef riguarderà «10 milioni di italiani, da 8mila euro a 26mila di reddito annuo, con un piccolo decalage da 24 a 26mila euro per evitare che chi guadagna di meno superi chi guadagna un po' di più». Niente bonus per gli incapienti (sotto gli 8mila euro lordi annui). «La voce degli incapienti e partite Iva sarà inserita in provvedimenti nelle prossime settimane e mesi», ha annunciato il premier.
Tra le altre misure annunciate c'è la previsione che le municipalizzate saranno sfoltite da 8mila a mille. Confermato anche il taglio dell'Irap del 10% per le aziende e pagamenti più rapidi alle imprese: «Oggi abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della P.A», ha detto il premier. Renzi infine annuncia che l'imposta sulle quote rivalutate della Banca d'Italia sale dal 12 al 26%. Il gettito andrà a copertura degli sconti Irpef.
Stipendi Pa, possibile un tetto a 60.000 euro
Il limite massimo alle retribuzioni a 240.000 euro dovrà valere anche per le società pubbliche, la magistratura e gli organismi costituzionali come Camera e Senato.
{div class:article-banner-left}{/div}
Inizia a prendere forma l'articolo del decreto legge che sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri per limitare i compensi dei dirigenti della pubblica amministrazione. Secondo l' ultima versione messa a punto dall'esecutivo ci sarebbe una vera e propria stangata che andrebbe a colpire anche le categorie sino ad oggi al riparo come magistratura e gli organi costituzionali, Camera e Senato in primis.
Il governo pare intenzionato infatti ad imporre una soglia massima fissata a 60.000 euro allo stipendio della generalità dei dipendenti pubblici, mentre per i dirigenti resterebbe confermato il limite massimo di 240.000 euro. Il riferimento è quello della retribuzione del Presidente della Repubblica che sarà il tetto massimo da applicare nella pubblica amministrazione ai dirigenti di prima fascia con funzione di capo dipartimento.
La maggior parte dei manager però potrebbe avere un importo più basso. Nella bozza del decreto legge infatti è previsto che l' importo del tetto venga ridotto rispettivamente del 30, del 60, del 75 per cento per gli altri dirigenti di prima fascia, per quelli di seconda fascia e per il restante personale. Le tre categorie si troverebbero quindi a non poter ricevere uno stipendio rispettivamente oltre 168 mila euro, 96 mila e 60mila euro (quest'ultimo sarebbe quindi il limite per il personale non dirigenziale).
Nel decreto dovrebbe anche esserci una clausola pensata per evitare che la stretta venga aggirata: il rispetto dei limiti dovrà essere considerato con riferimento a tutte le somme percepite dagli interessati a qualsiasi titolo, comprese quelle erogate da enti diversi o quelle ottenute come corrispettivo da incarichi occasionali.
La portata - Si salvano dal tetto dei 240mila euro solo i manager delle società quotate mentre i nuovi parametri dovrebbero essere rispettati dai manager degli enti pubblici, delle società partecipate in tutto o in parte dallo Stato o da altre Amministrazioni comprese quelle che emettono obbligazioni quotate come Poste e Ferrovie. La tagliola scatterà anche per i componenti dei Consigli di Amministrazione di queste società.
Ma il governo va oltre. Fonti vicine a Palazzo Chigi indicano la volontà dell'esecutivo di voler estendere il nuovo perimetro a quelle istituzioni che sono state oggi escluse dai tagli. Si tratta in particolare degli organi costituzionali come Camera, Senato, Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale e magistratura che godono autonomia anche in termini di bilancio. Anche a questi organismi verrebbe pertanto chiesto l'adeguamento dei rispettivi ordinamenti interni per centrare il tetto massimo di 240mila euro degli incarichi apicali e verrebbe chiesta una riduzione delle spese complessive delle retribuzioni di almeno il 5 per cento rispetto al 2013.
La novità potrebbe entrare in vigore immediatamente e quindi colpire già gli stipendi del mese di maggio.
Taglio Irpef, bonus 2014 di 80 euro e tagli agli stipendi e sanità per 2,4 mld
Oggi il Cdm che dovrà dare il via libera al decreto sul taglio dell'irpef. In arrivo il bonus per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro. Anche gli incapienti rientrano nel dl Irpef-spending. Tagli alla sanità per le coperture
{div class:article-banner-left}{/div}
Dopo l'approvazione del documento di economia e finanza e della risoluzione per lo slittamento del pareggio di bilancio, il governo si concentra sul decreto Irpef con l'arrivo del bonus in busta paga per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro.
Ieri, vertice di 4 ore tra il premier Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio, Maria Elena Boschi e Luca Lotti, in vista del Consiglio dei Ministri in programma oggi alle 15.30. Molte, secondo quanto si apprende, le modifiche rispetto ai contenuti delle bozze circolate, novità che saranno presentate nella conferenza stampa in programma alle 16.30. E come ormai quasi d'abitudine, è arrivata attraverso twitter, con uno scambio di cinguettii tra il premier e il responsabile comunicazione del Pd Francesco Nicodemo, l'annuncio della conferenza stampa.
Il bonus
Una delle bozze sul decreto Irpef, che sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri e che potrebbe subire variazioni, prevede che nel 2014, il bonus, da maggio a dicembre, sarà di 620 euro. L'anno prossimo invece si dovrebbe salire a 950 euro, che spalmati sui dodici mesi saranno a pari a un bonus di 79 euro mensili. I 620 euro sono lo sconto massimo di cui beneficeranno i redditi intorno ai 17 mila euro, somma che scenderà gradualmente fino ai reddtii a 24500 euro.
Gli incapienti
Anche gli incapienti rientrano nel dl Irpef-spending e nelle coperture da 6,7 miliardi indicate dal governo, senza necessità di ricorrere a risorse aggiuntive. Non trattandosi più di detrazioni Irpef, anche chi rientra nella no tax area può godere dello stesso trattamento di chi invece paga l'imposta. Per quanto riguarda gli incapienti, il bonus potrà arrivare fino a 619 euro nel 2014 e sarà riconosciuto, in via automatica, dai sostituti d'imposta e attribuito sugli emolumenti corrisposti in ciascun periodo di paga rapportandolo al periodo stesso. Il bonus di 619 euro ripartito su 8 mesi mancanti prevede al massimo 77 euro al mese.
Il bonus scatta dal primo periodo di paga utile
Scatterà da subito il pagamento del bonus previsto dal decreto Irpef. E' quanto prevede la bozza che chiede ai datori di lavoro di erogarlo, dopo l'entrata in vigore del provvedimento, "a partire dal primo periodo di paga utile". E' quanto prevede la bozza del dl. Il credito dovrà essere rapportato al periodo di paga. Sarà indicato nel Cud.
Tagli alla Sanità ed entrate dalla lotta all'evasione
A copertura degli sconti Irpef, sono in arrivo tagli alla sanità per 2,376 miliardi nel biennio 2014-2015 . Il servizio sanitario nazionale, secondo quanto si legge in una bozza del dl Irpef, "è ridotto di 868 milioni di euro per l'anno 2014 e di 1.508 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015". Alla copertura del decreto Irpef concorrono le maggiori entrate strutturali ed effettivamente incassate nel 2013 derivanti dalla lotta all'evasione fiscale e stimate in 300 milioni di euro annui dal 2014. Il dl Irpef-spending review inoltre elimina dal primo gennaio di quest'anno l'esenzione Imu per i fabbricati rurali ad uso strumentale.
Risparmi a Palazzo Chigi e tagli alla Difesa
Nel decreto per il calo dell'Irpef e per la Spending Review si prevedono anche tagli per 200 milioni quest'anno e per 900 milioni a partire dal 2015 per la "rideterminazione di programmi di investimento per la difesa nazionale". Inoltre la presidenza del Consiglio concorre al raggiungimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica con un risparmio complessivo di 20 milioni nel 2014 e 24 milioni dal 2015.
Scure su auto blu, spesa tagliata del 70% rispetto a tre anni fa
La spesa per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio di auto della p.a., nonché per l'acquisto di buoni taxi, (comprese Autorità indipendenti e Consob) non potrà superare da quest'anno il 30% della spesa sostenuta nel 2011. Inoltre, le società a totale partecipazione pubblica diretta o indiretta dello Stato dovranno tagliare i costi "nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015", si legge nella bozza del decreto. La disposizione non si applica alle società per le quali "alla data di entrata in vigore del decreto risultano già avviate procedure volte ad una apertura ai privati del capitale" (quindi al momento Enav e Poste).
Il taglio dell'Irap
Quanto al taglio dell'Irap, la bozza prevede che l'aliquota principale passerà in maniera strutturale a partire dal 2015 dal 3,9% al 3,5% mentre per quest'anno è prevista un'aliquota intermedia del 3,75%. A copertura si prevede l'incremento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie dal primo luglio 2014, esclusi i Bot e i titoli di Stato.
Nel calcolo degli acconti previsionali per il 2014, i contribuenti dovranno però utilizzare aliquote intermedie tra quelle attuali e quelle ridotte.
Il taglio al cuneo fiscale per i datori di lavoro si traduce, secondo quanto risulta dalle prime bozze della manovra, in una riduzione pari allo 0,4% della aliquota Irap che grava sul reddito prodotto da imprese e da professionisti. Rispetto all'attuale misura dell'imposta regionale (3,9%), lo sconto si colloca dunque sul 10%, percentuale che si può utilizzare per stimare quanto, in valore assoluto, sarà il risparmio a regime.