Ecco perché è importante iniziare fin da subito a costruire una strategia di previdenza integrativa, senza fare totale affidamento sul solo primo pilastro dell’INPS.
Come conoscere la propria situazione contributiva
Il primo passo per costruire la pensione è capire quanti contributi sono stati versati e a quale fondo previdenziale. Molti lavoratori autonomi, infatti, si trovano iscritti alla Gestione Separata o alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS, mentre i professionisti con albo versano i contributi alle relative casse di categoria.
Per avere un’idea di quanto potrebbe essere la futura pensione, può essere utile rivolgersi a un consulente o usare strumenti online: se l’argomento ti interessa, ad esempio, calcola la tua pensione con MiaPensione, e utilizza un servizio di simulazione che consente di valutare il gap tra l’assegno pubblico atteso e le reali esigenze economiche dopo l’uscita dal mondo del lavoro.
Una volta chiara la situazione contributiva, è più semplice decidere come integrare eventuali carenze. Soprattutto se si prevede di non raggiungere i requisiti minimi richiesti (attualmente fissati a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi), bisognerà organizzare una strategia di accumulo per costruire una sorta di “pensione di scorta”.
Perché la previdenza integrativa può essere un’ancora di salvezza per i lavoratori autonomi
Per i lavoratori autonomi, il tasso di sostituzione – cioè il rapporto tra la pensione percepita e il reddito precedente – tende a essere più basso rispetto a quello dei dipendenti. Se nel prossimo futuro l’importo dell’assegno INPS potrebbe essere insufficiente a mantenere il proprio tenore di vita, una forma di previdenza complementare può davvero fare la differenza.
I fondi pensione e le polizze assicurative a scopo previdenziale offrono vantaggi come la flessibilità dei versamenti, la possibilità di agevolazioni fiscali e una tassazione agevolata sul rendimento. Si tratta di strumenti pensati proprio per costruire nel tempo un capitale o una rendita, che andrà a sommarsi alla pensione pubblica, proteggendo da eventuali sorprese negative del sistema previdenziale nazionale.
Come iniziare a costruire il cassetto pensionistico
Per iniziare a costruire il proprio cassetto pensionistico, è bene adottare una strategia in 4 fasi principali:
- Verificare i contributi versati: occorre controllare la propria posizione presso l’INPS o la cassa di riferimento. Se si ha un passato da lavoratore dipendente, si potrebbe dover fare i conti con casse diverse;
- Valutare quanta pensione occorre: bisogna stabilire un obiettivo di reddito futuro, tenendo conto delle spese necessarie e del tenore di vita che si desidera conservare;
- Scegliere il fondo pensione o la polizza più adatta: esistono linee d’investimento con differenti gradi di rischio e orizzonti temporali. Si possono modificare i versamenti in base alle proprie possibilità, sospenderli o riprenderli;
- Monitorare e adeguare la strategia: se le entrate cambiano o se mutano le condizioni di mercato, si possono sempre rivedere i versamenti o spostare il capitale verso forme di investimento più o meno aggressive.
Con queste raccomandazioni, i lavoratori autonomi potranno quindi pianificare una pensione alternativa per garantirsi un futuro senza troppo rinunce e godersi una maggiore serenità finanziaria durante la terza età.