Interessati dalla misura sono tutti i pensionati con prestazioni corrisposte esclusivamente da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie e sui vitalizi previsti per coloro che hanno ricoperto funzioni pubbliche elettive erogati dagli organi costituzionali, dalle Regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano.
Il contributo è di natura progressiva ed è articolato sui trattamenti pensionistici nel seguente modo: 6% di trattenuta per gli importi pensionistici superiori a 91.343 euro lordi annui (da 14 a 20 volte il minimo; 12% di trattenuta per la parte eccedente il predetto importo e sino a 130.491 euro (da 20 a 30 volte il minimo); e 18% per la parte eccedente i 195.737 euro (oltre 30 volte il minimo).
Sulla misura pende tuttavia ancora il giudizio della Corte Costituzionale, chiamata a stabilire se è il prelievo può considerarsi compatibile con il nostro ordinamento o meno. Esito non affatto scontato se si pensa che già nel 2013 una misura analoga, introdotta dal Governo Berlusconi con il decreto legge 98/2011, fu bocciata proprio dai giudici delle leggi con la sentenza 116/2013. La censura della Corte Costituzionale rilevò che il provvedimento era discriminatorio perchè riguardava solo i pensionati “senza garantire il rispetto dei principi fondamentali di uguaglianza a parità di reddito, attraverso una irragionevole limitazione della platea dei soggetti passivi”. La misura non è stata comunque prorogata con l'attuale legge di stabilità e, pertanto, a prescindere dal giudizio della Consulta è destinata, in assenza di interventi dell'ultim'ora, ad essere superata dal 1° gennaio 2017.
Sarebbe stato utile anche conoscere l'impiego delle somme recuperate. La Legge 147/2013 indicava che le risorse dovevano finanziare gli interventi a favore degli esodati, mentre gli importi che provengono dai vitalizi erogati a coloro che hanno ricoperto funzioni pubbliche dovevano alimentare il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, progetti di ricerca e innovazione ed il fondo di garanzia per la prima casa. Ma sull'entità di tali somme e sulla loro effettiva destinazione non sono mai stati diffusi dettagli in quanto sono finite all'interno del bilancio degli enti previdenziali che, in sostanza, hanno avuto mano libera per il loro utilizzo.