Potrebbe arrivare già oggi il via libera della Camera dei Deputati. L'obiettivo è far partire le nuove regole sull'articolo 18 e sugli indennizzi dal 1° gennaio 2015. Primo decreto attuativo atteso entro la prima decade di Dicembre.
Kamsin Potrebbe arrivare oggi il disco verde al Jobs Act, il disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro. Al massimo domani. Il Governo pare intenzionato a non porre la questione di fiducia per evitare fratture all'interno della maggioranza ma una parte della minoranza Dem, è ormai chiaro, voterà contro nonostante i tentativi di mediazione portati avanti ieri dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. «Se va avanti così, niente fiducia, sono soddisfatto» ha confermato ieri il ministro Giuliano Poletti.
Ieri, del resto, la maggioranza ha retto piuttosto bene quando in 17 del gruppo Pd, tutti della minoranza, hanno votato a favore di un emendamento di Giorgio Airaudo. Il testo prevedeva che l’articolo 18 si applicasse ai neo assunti «trascorso un anno dalla data di assunzione», ma è stato bocciato dalla maggioranza, che ha superato la prova. Una sorta di ripristino della formulazione Fornero, come ha spiegato Cuperlo uscito dall’aula per dare conto del voto: «Non siamo contro il governo, cerchiamo solo di migliorare il provvedimento».
A Palazzo Chigi tiene poi banco il tema degli indennizzi in caso di licenziamento ingiustificato per le piccole imprese. Due le ipotesi in campo per evitare che le imprese che occupano fino a 15 dipendenti, esonerate dall'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970, possano essere penalizzate dell'applicazione delle nuove regole che indicano, secondo le bozze che circolano, un risarcimento sino a 36 mensilità in relazione all'anzianità di servizio del lavoratore.
La prima ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi è quella di circoscrivere il campo di applicazione degli indennizzi previsti dalla Riforma solo alle imprese con oltre 15 dipendenti alle quali, attualmente, si applica l'articolo 18. Le piccole imprese sarebbero pertanto escluse. L'altra ipotesi è quella di prevedere indennizzi dimezzati e comunque di inserire un tetto massimo pari a sei mensilità a carico delle PMI che licenziano ingiustificatamente.
Zedde