Jobs Act, così cambia l'articolo 18 dopo l'accordo nel Pd

Venerdì, 14 Novembre 2014
Il Governo dovrà fissare le varie tipologie che prevedono la riassunzione in caso di licenziamenti per motivi disciplinari. Restano le tutele crescenti per i licenziamenti per motivi economici. Controlli a distanza piu' soft. 

Kamsin L'intesa raggiunta ieri tra Renzi e la minoranza Dem dovrebbe portare ad una riscrittura di alcuni punti della delega sulla Riforma del Lavoro. In primis la normativa sull'articolo 18.  L'accordo affida il compito al Governo di regolare, nei decreti delegati, in termini precisi e puntuali il reintegro anche in alcuni casi di licenziamenti disciplinari.

Sui licenziamenti economici l'ordine del giorno approvato dalla direzione Dem prevede invece una disciplina che "sostituisca l'incertezza e la discrezionalità di un procedimento giudiziario con la chiarezza di un indennizzo economico certo e crescente con le anzianità di servizio". Ma in ogni caso senza la possibilità di reintegra. Non cambia nulla, invece, per quelli discriminatori (per motivi di razza, religione o idee politiche, per esempio) per i quali sarà previsto il reintegro, punto in realtà mai messo in discussione.

In tutti i casi le innovazioni normative riguarderanno esclusivamente i neo assunti. Per gli altri lavoratori ai quali si applica attualmente l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (nelle aziende con più di quindici dipendenti) non cambierà nulla.

I controlli a distanza - Novità anche sui controlli a distanza. Con l'accordo il governo potrà consentire l'uso delle telecamere o delle altre strumentazioni tecnologiche sui luoghi di lavoro a condizione che tali controlli siano diretti sui macchinari e non sui lavoratori. Secondo il governo questo era già chiaro nel testo approvato dal Senato ma poiché dalla minoranza dem veniva una richiesta di maggiore chiarezza, un emendamento ne fisserà meglio i contorni.

Non cambia, invece, il capitolo sul demansionamento: in casi di ristrutturazione aziendale, il datore di lavoro, con la disponibilità del lavoratore che così non perderà l’occupazione, potrà inquadrare a un livello inferiore il dipendente senza ridurre però la retribuzione.

Ammortizzatori sociali - L'accordo raggiunto riguarda anche gli ammortizzatori sociali con la promessa dell'esecutivo di incrementare lo stanziamento previsto nella legge di stabilità. Le risorse potrebbero passare dagli attuali 2 miliardi indicati nella legge di Stabilità a circa 3,4 miliardi, comprensivi dei 700 milioni circa per la cassa integrazione in deroga. Sui contratti c'è la conferma del governo di ridurre i contratti precari con una stretta sulle collaborazioni e le false partite Iva.

Zedde

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