Si è insediato il 21 aprile l'Osservatorio nazionale bilaterale in materia di lavoro agile, l'organismo presieduto dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando e formato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Tra i compiti dell'osservatorio, istituito in base al protocollo sottoscritto dalle parti sociali il 7 dicembre 2021, c'è il monitoraggio dell'andamento e l'evoluzione del lavoro agile o smart working in riferimento alla contrattazione collettiva e all'innovazione tecnologica.
«Abbiamo gettato le basi di un metodo di confronto fra istituzioni pubbliche e parti sociali – ha affermato il Ministro Orlando in occasione dell'insediamento del nuovo organismo - che quando correttamente impostato è in grado di produrre risultati di grande valore sociale e di avere una capacità di progettazione, uno sguardo lungo sulla futura regolazione, con una prospettiva europea. Il lavoro dell’Osservatorio rappresenta un tutt’uno con questo spirito che è stato alla base dell’elaborazione del Protocollo».
I compiti dell'Osservatorio
Il fenomeno dello smart working è stato marginale nel nostro paese sino all'esplosione della pandemia da Covid-19. Da quel momento in poi, nei seguenti due anni ha riguardato un numero di lavoratori oscillante tra i 5 e gli 8 milioni, ovvero circa tra il 20 e il 40% dell'intera forza lavoro del paese. Ad oggi le previsioni del Ministro Orlando sono che continueranno a lavorare stabilmente da remoto circa 4,5 milioni di persone nei prossimi anni.
Era necessario, pertanto, un organismo come l'Osservatorio con compiti di monitoraggio su:
- l’evoluzione del lavoro agile con riferimento ai suoi risultati;
- lo sviluppo della contrattazione collettiva sul tema;
- l’andamento delle linee di indirizzo contenute nel Protocollo del 7 dicembre, nonché i possibili sviluppi con riferimento sia a eventuali novità normative, sia alla crescente evoluzione tecnologica e digitale.
In particolare, l'esigenza indicata da Orlando a Governo e Parlamento al momento dell'insediamento dell'Osservatorio è stata quella di rendere strutturale la semplificazione delle procedure di comunicazione obbligatorie nel caso di accordo individuale tra lavoratore e azienda in materia di lavoro agile. Per adesso, infatti, vige una disciplina emergenziale che scadrà il prossimo 30 giugno.
L'impatto positivo del lavoro agile
L'emergenza sanitaria ha fatto scoprire a lavoratori e aziende i vantaggi dello smart working in termini di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, di riduzione dell'inquinamento e di risparmio energetico per le imprese. Tutti temi che si legano perfettamente all'agenda dell'attualità. Tuttavia, il fenomeno del lavoro da remoto, appunto perché innovativo, si presta facilmente ad aspetti di vera e propria patologia sociale che non vanno trascurati come l'isolamento del lavoratore e l'estensione dell'orario di lavoro fino a configurare l'istituzione di un vero e proprio “lavoro a cottimo”.
Da parte sindacale è arrivata immediatamente l'espressione della soddisfazione per l'avvio dell'Osservatorio sul lavoro agile da parte della Cisl che ha sottolineato come siano stati numerosi gli accordi collettivi sulla materia sottoscritti negli ultimi mesi. Intese che hanno quantificato in media in 2 o 3 le giornate di lavoro da remoto a settimana.
Tuttavia, dall'organizzazione sindacale è venuto l'invito a non intervenire con un testo di legge sullo smart working per lasciare spazio alla contrattazione collettiva.