I lavoratori fragili del settore pubblico, ma anche del privato, potranno continuare a usufruire dello smart working semplificato (che prescinde dagli accordi individuali con il datore di lavoro) fino al 30 giugno anziché sino al 31 marzo. La proroga è arrivata ieri alla conclusione dei lavori delle commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato al decreto legge Milleproroghe (dl 198/2022).
L’intervento del premier Giorgia Meloni ha sbloccato le risorse (circa 16 milioni) per l'approvazione dell'emendamento a firma dei relatori Alberto Balboni e Dario Damiani. In tal senso si era già espressa il Ministro del Lavoro Calderone durante il question time al Senato il 26 gennaio scorso garantendo l'impegno a trovare le risorse per permettere la proroga dello smart working oltre il 31 marzo.
La proposta di modifica ha prorogato fino al 30 giugno 2023 la norma della legge di bilancio (art. 1, comma 306 della legge 197/2022) che consentiva fino al 31 marzo, ai lavoratori dipendenti pubblici e privati affetti da patologie, di essere adibiti da parte del datore di lavoro a prestazioni lavorative in modalità agile anche attraverso lo svolgimento di mansioni comprese “nella medesima categoria o area di inquadramento”. La norma della Manovra, prorogata fino a giugno, mette al riparo i lavoratori in smart working da eventuali decurtazioni di stipendio. E fa salva l'applicazione delle disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali di lavoro, ove più favorevoli.
Il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha rivendicato il risultato portato a casa dal Senato quando ormai la proroga sembrava sfumata per problemi di copertura. “Con l'emendamento al Milleproroghe confermiamo l'attenzione del governo per i lavoratori fragili, investendo risorse per la tutela e la salvaguardia di quelle categorie di dipendenti del comparto pubblico a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione”, ha osservato il ministro. “Non era un risultato scontato ma abbiamo lavorato intensamente, trovando le risorse anche per le sostituzioni di personale indifferibile del comparto scuola e sanitario”.