Rinnovato il contratto collettivo di lavoro per gli operai agricoli che interessa quasi 1,2 milioni di lavoratori impegnati nelle campagne e quasi 200 mila aziende (il precedente era scaduto nel dicembre 2021). Il nuovo contratto prevede l’aumento, nei prossimi due anni, del 4,7%. A renderlo noto è la Coldiretti che, insieme alle altre organizzazioni datoriali e del sindacato Fai-Cisl, Uila-Uil e Flai-Cgil, lo ha siglato tra il 23 ed il 24 maggio, alla vigilia delle raccolte estive.
Sul piano salariale l’intesa prevede aumenti del 4,7% nel biennio 2022-2023 scaglionati in tre tranche: la prima pari al 3% erogata da giugno, la seconda pari all’1,2% a gennaio 2023 e l'ultima dello 0,5% a giugno 2023. In termini economici, l'aumento salariale si traduce in aumento medio di 72 euro per un lavoratore stagionale qualificato nell'arco dei due anni.
Il rinnovo include, pertanto, la novità dell'impegno delle parti sindacali e datoriale a incontrarsi a settembre 2023 per verificare il livello reale dell'inflazione e valutare l'adeguamento economico necessario. Una misura dettata soprattutto dalla crescita delle materie prime energetiche.
Confermato, infine, l'impianto della contrattazione che si articola in un livello nazionale e in uno provinciale. Per evitare ulteriori futuri ritardi nei rinnovi dei CPL, è stato definito che gli effetti economici abbiano decorrenza nell’ambito del biennio di riferimento.
Rafforzato il welfare
Diverse le novità anche in materia di welfare. Il nuovo contratto operai agricoli e florovivaisti prevede infatti l'integrazione del 20% del congedo obbligatorio di maternità rispetto ai 5 mesi riconosciuti dall'Inps indennizzati pari all'80% della retribuzione. Inoltre, per gli operai a tempo indeterminato l'assegno di solidarietà coprirà anche gli interventi chirurgici e non più solo le gravi patologie e verrà istituita una «Cassa Rischio Vita». Si prevede, inoltre, l’aumento da due a tre mesi dell’indennità per lavoratrici vittime di violenza di genere.
Rivisto anche il regime di classificazione degli operai florovivaisti, con l’inserimento di nuovi e importanti profili professionali e l’integrazione di figure già esistenti che necessitavano di un aggiornamento.
Grande rilievo viene dato alla bilateralità e al ruolo degli Ebat, con una serie di misure che prevedono il rafforzamento dell’integrazione fra scuola e lavoro e l’accesso prioritario alla formazione e all’informazione sui temi della salute e della sicurezza. É stata inoltre inserita l’opportunità di effettuare un monitoraggio, anche attraverso l’Eban, per verificare le trasformazioni delle casse extra-legem, ovvero quegli organismi anch'essi bilaterali che si occupano soprattutto di versare le integrazioni salariali agli operai agricoli per quel che riguarda malattia e infortuni sul lavoro, in Ebat e viene rafforzato lo strumento delle convenzioni, utile alla salvaguardia e alla stabilizzazione occupazionale.
«Esprimiamo soddisfazione per i risultati ottenuti in questo rinnovo che giunge a soli cinque mesi dalla scadenza – dichiarano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – e che rappresenta un segnale importante per gli operai agricoli che si sono affermati come essenziali anche durante la pandemia. L’accordo raggiunto è il compimento di un percorso durante il quale avevamo avanzato nella piattaforma unitaria proposte responsabili e aggiornate al contesto economico del comparto agricolo. Apprezziamo la disponibilità e il buon senso dimostrato dalle controparti nel riconoscere le giuste tutele, anche dal punto di vista economico, necessarie per rafforzare la capacità di acquisto dei lavoratori, di fronte alle tante sfide dovute anche alla crisi internazionale».