Welfare, ridotti i tagli ai Fondi di patronati e Caf

Valerio Damiani Martedì, 24 Novembre 2015
La legge di stabilità presenta un conto salato ai patronati. Dal 2017 il rimborso provvisorio riconosciuto passerà dal 72 al 65 per cento delle spese sostenute.
Restano anche se più contenuti  i tagli ai patronati dal prossimo anno. La legge di stabilità, dopo il passaggio al Senato, rivede la modifica dei criteri di calcolodel finanziamento statale degli istituti di patronato e di assistenza sociale.  

Le modifiche consistono: nella riduzione, con effetto sui finanziamenti a decorrere dall'anno 2016, da 0,207 a 0,193 punti percentuali del valore dell'aliquota di finanziamento dei suddetti istituti, la quale si commisura sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'INPS e dall'INAIL. 

Accanto a questa misura il ddl prevede anche la riduzione, con effetto dall'esercizio finanziario 2017, da 72 a 65 punti percentuali dell'aliquota per la determinazione provvisoria del finanziamento in oggetto, aliquota che si commisura sulle somme in materia impegnate nell'ultimo rendiconto (del bilancio dello Stato) approvato e che dà luogo all'iscrizione delle somme nel bilancio statale di previsione e all'erogazione del relativo acconto (rispetto al finanziamento definitivo) entro il primo trimestre dell'anno solare. La modifica di tale aliquota opera a decorrere dal 2017, mentre, per il 2016, si prevede che la riduzione della quota provvisoria sia pari a 28 milioni di euro rispetto al bilancio a legislazione vigente. Si ricorda che l'importo definitivo è determinato con l'approvazione del rendiconto (del bilancio dello Stato) dell'anno precedente quello di riferimento - in base, quindi, alle somme effettivamente affluite all'entrata al bilancio dello Stato, per effetto dell'applicazione dell'aliquota sul gettito contributivo del suddetto anno precedente -. 

Il finanziamento in oggetto riguarda le attività e l'organizzazione degli istituti di patronato e di assistenza sociale relativamente al conseguimento, in Italia e all'estero, delle prestazioni in materia di previdenza e quiescenza obbligatorie e delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, comprese quelle in materia di emigrazione ed immigrazione.

La protesta degli operatori. Anche se il taglio delle risorse è stato ridimensionato rispetto ai progetti iniziali del Governo, restano le critiche e le proteste degli operatori del settore. “Nonostante al Senato la riduzione dei fondi sia passata da 48 a 28 milioni di euro - scrivono i in una nota unitaria i rappresenti delle Acli, Inas e Inca - anche un intervento più “leggero” danneggerebbe l’attività di pubblica utilità svolta, prevista dalla Costituzione. La sforbiciata si aggiungerebbe a quella di 35 milioni di euro dello scorso anno e ad altri interventi strutturali che – di fatto – abbatteranno significativamente le risorse e, con esse, la capacità di continuare a fornire i servizi di tutela” dichiarano le maggiori sigle sindacali. “Nonostante lo scorso anno si fossero ridotti i tagli in cambio della richiesta di sottoporre il sistema patronati ad una profonda riforma orientata ad una maggiore trasparenza - continua la nota -, il Governo stesso non ha provveduto ad attivare del tutto questa revisione, evitando di fornire spiegazioni plausibili per questa scelta e tornando a proporre la riduzione dei fondi”.

Centri di assistenza Fiscale. Oltre al taglio delle risorse per i patronati il ddl di stabilità conferma la riduzione dei fondi ai Caaf anche qui in misura minore rispetto ai 100 milioni annui previsti nella prima versione della manovra. La riduzione dei fondi sarà pari a 40 mln di euro per il 2016, 70 mln per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e di 100 mln annui a decorrere dal 2019 ed interesseranno le risorse e dotazioni finanziarie che coprono le spese per i compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale nonché ai commercialisti, agli esperti contabili e ai consulenti del lavoro, che prestino assistenza fiscale nei confronti dei contribuenti non titolari di redditi di lavoro autonomo o di impresa.

 L'attuazione del taglio è demandata ad apposito decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, con il quale si dovranno rideterminare i compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale. 

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