Una riforma complessiva della previdenza da concludersi in tempi stretti su tre temi principali: flessibilità in uscita, giovani e previdenza complementare. Lo ha detto ieri il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al termine del primo tavolo di confronto con i sindacati sulla riforma della previdenza pubblica obbligatoria.
Un confronto che proseguirà in modo serrato fino al 7 febbraio data del primo check up politico che fornirà un quadro iniziale sulle convergenze o sulle distanze che separeranno le parti. E' questo il cronoprogramma messo a punto ieri nel corso di un incontro tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il ministro dell'Economia, Daniele Franco e i leader di Cgil, Cisl e Uil. "Questo primo incontro è la prosecuzione del lavoro che abbiamo impostato con il metodo del dialogo sociale e che deve portare in tempi relativamente brevi ad interventi di riforma" su tre linee di azione ha detto il titolare di Via Veneto.
La prima - ha detto Orlando - è relativa alla questione della flessibilità legata alla natura contributiva e all'equilibrio finanziario del sistema che deve tenere conto delle diverse aspettative di vita, delle caratteristiche del lavoro, del lavoro di cura e domestico delle donne; la seconda è quella della prospettiva del sistema: cosa succede a una larga fascia di lavoratori, non solo giovani, che per una serie di fattori, la discontinuità dell'attività lavorativa, la mancata crescita dei salari, arriverà all'età della pensione con pensioni che rischiano di non essere adeguate. La terza questione è quella relativa al funzionamento del sistema integrativo e complementare".
Le sigle sindacali, Cgil Cisl e Uil hanno espresso un giudizio positivo al termine dell'incontro. "Abbiamo iniziato a entrare nel merito delle questioni e chiarito che nessuno pensa di cambiare il sistema contributivo. Ci misureremo ora sulla compatibilità sociale e su quella economica", ha commentato il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Incontro "importante" anche per Luigi Sbarra, leader Cisl per il quale l’obiettivo resta quello di "cambiare e trasformare il sistema pensionistico, conferendo maggiore sostenibilità sociale, tanta inclusività soprattutto per giovani e donne, più flessibilità e stabilità”. Per questo, sollecita, "occorre superare le rigidità ragionieristiche della Legge Fornero e uscire anche dalla logica delle quote che hanno penalizzato le fasce deboli e precarie".
Round "utile anche se interlocutorio" per la Cgil. "E’ importante che il governo abbia confermato l’intenzione di confrontarsi con l’obiettivo di arrivare ad una riforma previdenziale che dia stabilità al sistema e che cambi l’attuale impianto, nell’ambito di un percorso che conferma l’approdo ad un sistema contributivo”, ha commentato il segretario confederale, Roberto Ghiselli.
Le posizioni
Le posizioni delle parti sono abbastanza note. Anche se c'è in linea di massima la volontà di raggiungere un'intesa con la parte sindacale l'esecutivo spinge per estendere la via del contributivo per tutti, soprattutto nel caso di nuovi trattamenti anticipati. Draghi, nella conferenza stampa di fine anno, ha individuato peraltro i quattro filoni su cui sviluppare il confronto: maggiore flessibilità in uscita; un sistema che garantisca un certo livello di pensioni per i giovani e per coloro che hanno un’attività precaria; le iniziative per la previdenza complementare; le misure per evitare che sia punito chi, una volta in pensione, continua a lavorare.
Le parti sociali propongono da anni ormai una piattaforma unitaria per anticipare l'età pensionabile dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età; definire una pensione di garanzia per i giovani e riconoscere il lavoro di cura familiare e quello femminile seppur casalingo.