Dobbiamo rendere più flessibile la possibilità di pensionamento, trovando gli strumenti adatti e coerenti alle diverse situazioni. Kamsin Un conto è parlare di esodati, ovvero di persone rimaste in mezzo ad un guado in seguito al varo della riforma, un conto è parlare di situazioni socialmente problematiche come quelle ad esempio di chi ha perso il lavoro in età avanzata ma non tanto da poter accedere alla pensione. E' quanto ha dichiarato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti in una intervista raccolta oggi dal Messaggero. Il Ministro conferma che i tecnici del ministero di Via Veneto sono al lavoro per individuare, già a Settembre, una soluzione strutturale per flessibilizzare il pensionamento, una riforma che potrebbe essere già contenuta nella legge di stabilità per il 2015.
L'idea per ora è quella di utilizzare non uno strumento unico per tutti, ma diversi strumenti, di modo che ognuno possa utilizzare quello più adatto alla propria situazione.
Ministro, deroga dopo deroga, salvaguardia dopo salvaguardia, si sta smontando la legge Fornero sulle pensioni. Dato ormai per assodato che quella riforma è fatta da meriti ma anche di "buchi neri", non sarebbe meglio affrontare il tutto con una soluzione strutturale uguale per tutti?
«Ci stiamo lavorando, consapevoli che si tratta di interventi onerosi dal punto di vista economico e finanziario. Dobbiamo rendere più flessibile la possibilità di pensionamento, trovando gli strumenti adatti e coerenti alle diverse situazioni. Un conto è parlare di esodati, ovvero di persone rimaste in mezzo ad un guado in seguito al varo della riforma, un conto è parlare di situazioni socialmente problematiche come quelle ad esempio di chi ha perso il lavoro in età avanzata ma non tanto da poter accedere alla pensione. Per questo abbiamo individuato strumenti differenziati».
A proposito di sessantenni rimasti disoccupati: lei in una precedente intervista al nostro giornale accennò a un «ponte» verso la pensione. È una ipotesi ancora in campo? E come funzionerà? «Stiamo lavorando, stiamo facendo le simulazioni necessarie. Poiché si tratta di interventi che hanno un tasso di onerosità, credo che l'unico modo serio per affrontare la questione sia quella di inquadrarli nella discussione della legge di Stabilità».
Quando arriveranno le nuove risorse per la cig in deroga? Sindacati e Regioni stimano un bacino di cento centocinquantamila persone "a secco" da mesi. La questione però viene continuamente rinviata. «Abbiamo deliberato e spostato 400 più 400, quindi 800 milioni di euro che erano stati stanziati sul 2014 per pagare i residui di cassa del 2013. Naturalmente se una parte di queste risorse non sarà impegnata nel 2013, potrà esserlo nel 2014. Essendo rimasti a copertura della cig in deroga del 2014 solo 600 milioni di euro, contemporaneamente ci siamo impegnati a trovare nuove fonti di copertura. Cosa che è avvenuta di concerto con il ministero dell'Economia.
Di quanto si tratta? «Di ulteriori 600 milioni di euro. Per avere piena disponibilità di queste risorse abbiamo bisogno di una norma: non è stato possibile farlo nel Consiglio dei ministri di oggi (ieri, ndr), presumo sarà nel prossimo. Sostanzialmente il problema è risolto. Contemporaneamente sarà approvato un decreto interministeriale per mandare in pagamento subito 400 milioni di questi 600».
Utilizzerete anche le risorse non spese del cosiddetto bonus giovani? «Può essere che una quota arrivi anche da questo capitolo». Crede che queste somme riusciranno a coprire l'intero 2014? «Si. A conti fatti abbiamo messo 200 milioni di più della dotazione di partenza. Inoltre è pronto, e sarà varato insieme agli altri due provvedimenti, il decreto con i nuovi criteri sulla cig in deroga». Si tratta di criteri più restrittivi, giusto? Ci saranno novità rispetto alla bozza messa a punto a fine giugno e sulla quale Regioni e sindacati erano in disaccordo? «Rispetto a quella bozza ci sono delle modifiche. Ma non mi chieda quali. Non posso anticipare nulla».
Zedde