In queste ore continuano ad arrivare in redazione tante richieste circa presunte penalità sulla pensione con la quota 100 per coloro interessati ad aderire alla misura. Si parla di penalizzazioni anche nell'ordine del 20-25%. Abbiamo già chiarito, in tempi non sospetti, che queste penalità sono sbandierate nel tentativo di screditare la misura da molti organi di stampa. E' inutile allarmismo.
Bisogna sempre metterci d'accordo su cosa si intende per penalità. Se vado in pensione con qualche anno di anticipo verso meno contributi. Quindi è ovvio che prendo un assegno inferiore a quello che avrei preso se avessi continuato a lavorare per altro tempo. E' la scoperta dell'acqua calda.
Poi bisogna considerare che prendo la pensione per un periodo temporale più lungo. Se tra cinque anni, nel 2024 a 67 anni, avessi un assegno di 3.200 euro ed anticipando l'uscita subito prendessi un assegno di 2.600 euro otterrei nei primi cinque anni un beneficio netto intanto di 169mila euro (2600x13x5); per recuperare tale cifra se andassi in pensione nel 2024 dovrei campare per oltre 21 anni. Quasi sino a 90 anni.
Sono cifre a braccio (non teniamo conto degli effetti fiscali e della rivalutazione nel tempo) ma che non vengono mai considerate quando si lanciano questi allarmi. Se fosse così, inoltre, perchè quando fu approvata la Legge Fornero non si parlò che gli assegni sarebbero cresciuti almeno del 50%? Eppure il meccanismo era lo stesso solo diametralmente opposto in quanto in quell'occasione saliva l'età pensionabile, salivano i contributi e quindi la pensione futura.
In definitiva bisogna ribadire che ragionare esclusivamente in termini di quanto perderei sul reddito pensionistico in realtà non ha molto senso. Quel che conta sapere è che la quota 100 non prevede penalità sulle regole di calcolo della pensione, dato non affatto scontato sino a poco tempo fa quando si ipotizzava di ricalcolare con il sistema contributivo tutto l'assegno o di introdurre delle penalità sulla parte retributiva dell'assegno. Ne sanno qualcosa quelle lavoratrici che per uscire prima con l'opzione donna devono accettare un abbattimento immediato dell'assegno lì davvero del 25% rispetto ad una uscita immediata con le regole normali.
Pertanto se ho 18 anni di contributi al 1995 continuerò ad avere il calcolo retributivo sino al 2011; se ho meno di 18 anni al 1995 la pensione mi sarà calcolata con il contributivo dal 1996 in poi. E' appena il caso di evidenziare, peraltro, come la maggior parte dei beneficiari della quota 100 si trova nella seconda casistica e, quindi, ha larga parte dell'assegno calcolata con il sistema contributivo. Dunque attenzione a non abboccare a questo inutile allarmismo.